1 settembre. Da: I Quaderni del 1943 di Maria Valtorta

1° settembre 1943.

Dice Gesù:

«No, non sei sola. Hai il tuo Gesù vicino come ben pochi hanno, perché se è vero che sono con tutti i miei figli con la mia Grazia, con ben pochi lo sono nella forma che Io sono con te e che ho usata vedendo la tua penosissima condizione generale. Io so fin dove può arrivare la resistenza di un essere e, dato che il peso di dolore che devi portare è schiacciante e non comune, ho sopperito ad esso con mezzi straordinari che a ben pochi riserbo.

Mi ricordo del mio bisogno di aiuto nelle ore tragiche della Passione. E quello che ho desiderato per Me voglio lo abbiano anche i miei due volte simili. Simili perché discepoli, simili perché appassionati e crocifissi.

Non sei sola. Hai Me per Cireneo e hai mia Madre per Veronica. Maria è il modello delle orfane e si ricorda il suo strazio di orfana così come Io ricordo i miei strazi d’agonia.

La santità non sopprime il dolore. Maria nella sua santità immacolata soffrì crudamente della morte dei suoi genitori che  Ella non poté confortare coi suoi baci. Vedi come le somigli?[1] Maria nella sua anima così perfetta, seconda solo a Dio, seppe amare e soffrire come nessun altro perché la santità, es­sendo perfezionamento di tutte le sensibilità buone del cuore, porta di conseguenza una accresciuta capacità di amare o di soffrire, tanto più accresciuta quanto più l’anima è santa. E l’anima di Maria era santissima.

Ebbene questa Donna, alla quale non venne risparmiato nessun dolore ‑ e nessuna come Lei avrebbe dovuto esserne esente perché immacolata, libera perciò dal peso del dolore causato dalla colpa di Adamo ‑ questa Donna che ha sparso tante lacrime per tanti lutti e che si è vista rapire padre, madre, sposo e Figlio dalla morte, Io te la do per Veronica e te la do per mamma.

È il mese del Cuore trafitto di Maria e della Esaltazione della mia Croce. Non rifiutare di essere simile alla Trafitta e all’Immolato.»

 

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[1] La scrittrice aveva sofferto acutamente per non aver potuto assistere il babbo nel momento della morte, avvenuta nel 1935

 

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