28 luglio. Da: I Quaderni del 1944 di Maria Valtorta.

28 luglio 1944.

Giovanni, cap. 9° v. 31.

 

Dice Gesù:

«La potenza del fare la volontà di Dio! Essa fa sì che Dio nulla ci possa negare.[1] Non si può dire, data la maestà del Signore, che Egli si fa servo dell’uomo ubbidiente, ma pare proprio che l’Altissimo, davanti al suo servo ubbidiente, voglia superarlo in prontezza e, per tutto ciò che è bene, lo esaudisce con pronta sollecitudine.

Non sono le molte preghiere quelle che ottengono. È fare la volontà di Dio. Preghiere e resistenza a questa volontà vuol dire rendere nulle le preghiere. Come potete esigere, per giustizia, che Dio si pieghi alla vostra volontà che desidera una cosa, quando voi non vi piegate al desiderio della sua che vi chiede un’altra cosa?

Io – pensate quanto sia potente sul cuore di Dio l’ubbidienza alla volontà sua – non vi ho redento con nessun atto mio proprio. L’avrei potuto poiché ero Dio come il Padre, e tutto è possibile a Dio. Avrei perciò con una parola sola potuto cancellare la colpa dal mondo così come cancellavo infermità, peccato e morte dai singoli. Ma per insegnare all’uomo a tornare figlio di Dio, Io, Dio divenuto Uomo, ho voluto redimere attraverso l’ubbidienza alla volontà di Dio. E considerate quale ubbidienza fu la mia! Quando l’ebbi totalmente consumata, totalmente, allora si aperse il Cielo sull’uomo decaduto e ne uscì il Perdono.

La disubbidienza aveva diseredato l’uomo, l’ubbidienza lo rifece erede di Dio. Tutto ciò che è eterno e infinito fu vostro di nuovo per l’ubbidienza.

Imparate dunque la via per essere esauditi: “Fare la volontà di Dio per amore di Lui”.

Va’ in pace.»

 


[1] Come è detto in Matteo 5,8

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