“Basta violenze e discriminazioni contro i cristiani”

26/12/2013 
Papa Francesco all'Angelus

PAPA FRANCESCO ALL'ANGELUS

Accorato appello del Papa all'Angelus dedicato a Santo Stefano, il primo martire della Chiesa

GIACOMO GALEAZZI
CITTA' DEL VATICANO

"Nel martirio la violenza è vinta dall’amore. E' falsa l'immagine sdolcinata del Natale". Dopo la Natività di sangue in Iraq, Francesco dedica l'Angelus di Santo Stefano alla Chiesa che soffre a causa delle persecuzioni e della libertà religiosa negata. Ma la violenza verso i seguaci di Gesù ha molte facce, così il Pontefice punta l'indice anche contro le discriminazioni di cui soffrono i cristiani in Occidente laddove si cerca di cancellare la dimensione pubblica della fede.

Parole forti che tracciano un manifesto dell'umanesimo cristiano e che suonano come una accorata denuncia sia dell'incessante martirio in atto in molti angoli del globo sia della secolarizzazione cristianofobica che punta a corrodere la vita religiosa e la pratica dei cattolici, confinando la fede alla sfera privata.

"La liturgia prolunga la solennità del Natale per otto giorni: un tempo di gioia per tutto il popolo di Dio – afferma il Papa in una piazza San Pietro gremita di pellegrini malgrado il maltempo -.  In questo secondo giorno dell’ottava, nella gioia del Natale si inserisce la festa di santo Stefano, il primo martire della Chiesa". Il libro degli Atti degli Apostoli presenta santo Stefano come «uomo pieno di fede e di Spirito Santo», scelto con altri sei per il servizio delle vedove e dei poveri nella prima comunità di Gerusalemme. Il Pontefice rievoca il suo martirio: quando, dopo un discorso di fuoco che suscitò l’ira dei membri del Sinedrio, fu trascinato fuori dalle mura della città e lapidato.

"Stefano morì come Gesù, chiedendo il perdono per i suoi uccisori", sottolinea Bergoglio. E aggiunge:"Nel clima gioioso del Natale, questa commemorazione potrebbe sembrare fuori luogo. Il Natale infatti è la festa della vita e ci infonde sentimenti di serenità e di pace; perché turbarne l’incanto col ricordo di una violenza così atroce? In realtà, nell’ottica della fede, la festa di santo Stefano è in piena sintonia col significato profondo del Natale. Nel martirio, infatti, la violenza è vinta dall’amore, la morte dalla vita". La Chiesa, infatti, "vede nel sacrificio dei martiri la loro nascita al cielo". Quindi Francesco esorta i fedeli di tutto il mondo a celebrare  il "natale" di Stefano, che "in profondità scaturisce dal Natale di Cristo", in quanto "Gesù trasforma la morte di quanti lo amano in aurora di vita nuova".

Nel martirio di Stefano, il Pontefice individua "lo stesso confronto tra il bene e il male, tra l’odio e il perdono, tra la mitezza e la violenza, che ha avuto il suo culmine nella Croce di Cristo". La memoria del primo martire viene così, immediatamente, a dissolvere "una falsa immagine del Natale". E cioè "l’immagine fiabesca e sdolcinata, che nel Vangelo non esiste".

La liturgia, evidenzia Bergoglio, "ci riporta al senso autentico dell’incarnazione, collegando Betlemme al Calvario e ricordandoci che la salvezza divina implica la lotta al peccato, passa attraverso la porta stretta della Croce". Questa è "la strada che Gesù ha indicato chiaramente ai suoi discepoli, come attesta il Vangelo di oggi". Infatti: «Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato». Perciò il Papa invita a pregare in modo particolare per "i cristiani che subiscono discriminazioni a causa della testimonianza resa a Cristo e al Vangelo". Siamo vicini a questi fratelli e sorelle che, "come santo Stefano, vengono accusati ingiustamente e fatti oggetto di violenze di vario tipo". Questo accade specialmente "là dove la libertà religiosa non è ancora garantita o non è pienamente realizzata". Accade però anche "in Paesi e ambienti che sulla carta tutelano la libertà e i diritti umani, ma dove di fatto i credenti, e specialmente i cristiani, incontrano limitazioni e discriminazioni". Per il cristiano questo "non fa meraviglia, perché Gesù lo ha preannunciato come occasione propizia per rendere testimonianza". Tuttavia, sul piano civile, "l’ingiustizia va denunciata ed eliminata". Quindi, "Maria Regina dei Martiri ci aiuti a vivere il Natale con quell’ardore di fede e di amore che rifulge in santo Stefano e in tutti i martiri della Chiesa".

Dopo l'Angelus il Pontefice ha salutato le famiglie, i gruppi parrocchiali, le associazioni e i singoli fedeli provenienti da Roma, dall’Italia e da ogni parte del mondo. "La sosta di questi giorni presso il presepio per ammirare Maria e Giuseppe accanto al Bambino- raccomanda Francesco- possa suscitare in tutti un generoso impegno di amore vicendevole, affinché all’interno delle famiglie e delle varie comunità si viva quel clima di intesa e di fraternità che tanto giova al bene comune".

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