Chi è l’uomo e da dove viene?

 ottobre 2014
 

LA DOTTRINA AUTENTICA DELLA CHIESA
 
 

 
Prima puntata
 
Chi è l’uomo e da dove viene
 
Le prime grandi domande antropologiche riguardano l’origine dell’uomo (da dove viene) e la sua essenza (chi è). La Rivelazione offre delle risposte molto precise a tali domande, risposte che il Magistero autentico della Chiesa, nel corso dei secoli e sotto le provocazioni incalzanti di varie e opposte eresie, ha ampiamente contribuito a focalizzare e precisare, di modo che il “patrimonio antropologico” di cui dispone la dottrina cattolica brilla per puntualità e chiarezza ed è assolutamente in grado, purché sia conosciuto, di fronteggiare gli errori di ieri, di oggi e di sempre.
Circa l’origine dell’uomo, il libro della Genesi parla molto chiaramente: il primo uomo è stato creato da Dio, prendendo dalla terra la sua parte materiale ed infondendovi direttamente lo spirito o anima razionale (cf Gen 2,7). La prima donna fu “tratta dall’uomo”, e quindi a lui legata per vincolo di generazione diretta (Gen 2,21-22). La creazione tutta – e dell’uomo in particolare – fu opera perfetta (avvenuta in sette giorni e “cosa “molto buona”, come si legge in Gen 1,31), ma successivamente fu rovinata e degradata dal peccato originale commesso dall’uomo su proposta della donna e istigazione dell’antico serpente (Gen 3). Questo peccato provocò i primi grandi disordini e il primo fratricidio di Caino nei confronti di Abele (Gen 4,8) e una successiva massiccia e spaventosa degradazione del genere umano, fino a far “pentire” Dio di aver creato l’uomo (Gen 6,6). Il Signore, tuttavia, anziché far perire l’intera creazione e, in essa, il suo capolavoro, fatto a sua immagine e somiglianza, preferì preservarne una parte eletta (tra cui Noè e i suoi tre figli con relative mogli) per concedere un nuovo inizio all’umanità (Gen 6-9). Infine la superbia prevaricatrice dell’uomo, dopo la consolidazione e la proliferazione dei discendenti di Noè scampati dal diluvio (Gen 10), causò la dispersione e la divisione del genere umano in lingue e razze distinte, come ci insegna l’episodio della torre di Babele (Gen 11). Dopo di che, intorno al 1850 a.C., Dio inizia la sua storia particolare di salvezza con Abramo (Gen 12), da cui prenderà origine il popolo dell’Antica Alleanza (gli Ebrei) e da cui nascerà il Salvatore di tutti destinato ad allargare ad ogni uomo di ogni razza, di ogni luogo e di ogni tempo la sua azione salvifica universale. Questa, in brevissima sintesi, la dottrina biblica sull’origine e il mistero dell’uomo.
Volendo sintetizzare i punti essenziali possiamo dire che: l’universo è una realtà perfetta (questo significa creazione in sette giorni) creata da Dio; l’uomo, anch’esso creato da Dio, è il capolavoro e il vertice della creazione; dal primo uomo discende la totalità del genere umano; i primi uomini hanno commesso un grave peccato che comporta delle conseguenze disastrose su loro, i loro discendenti e sull’intera creazione; da questo peccato parte un processo di progressiva “involuzione” degradante dell’uomo che solo la mano provvidente di Dio riesce ad arrestare, concedendo una sorta di “seconda possibilità” all’umanità.

 

Nell’esporre i dati del magistero su queste questioni non seguirò l’ordine cronologico. I primi due grandi Concili antropologici, infatti (il Concilio di Cartagine del 418 e il Concilio di Orange del 529), come vedremo, sono dedicati a puntualizzare la dottrina cattolica sul peccato originale. A proposito della creazione dell’uomo, invece, è bene cominciare dalle affermazioni dogmatiche del Concilio Lateranense IV (del 1215) che afferma testualmente: “Crediamo fermamente e confessiamo che il solo unico e vero Dio […] con la sua onnipotente virtù, insieme, all’inizio del tempo, ha creato dal nulla, l’una e l’altra creatura, quella spirituale e quella materiale, cioè gli angeli e il mondo, e poi l’uomo, in certo modo partecipe di entrambe, composto di anima e corpo. Il diavolo, infatti, e gli altri demoni sono stati creati buoni per natura, ma sono diventati malvagi da se stessi. E l’uomo ha peccato per suggestione del diavolo” (Denz. 800). Nel prossimo articolo ci occuperemo di confutare le obiezioni della “scienza” (vera o presunta) a tale dottrina. Intanto vogliamo citare un altro importantissimo testo magisteriale, assai più recente, del venerabile papa Pio XII, in cui si condanna l’errore (oggi molto diffuso soprattutto grazie alle tesi darwiniste) del poligenismo, ovvero l’idea che il genere umano possa derivare non da un solo progenitore (Adamo) ma da più ceppi di discendenza. Nell’Humani generis, il Sommo Pontefice, dopo aver in certo modo “aperto” allo studio dei sani dati oggettivi provenienti dalla scienza autentica (anche in tema di evoluzione), ammonisce in questo modo teologi e fedeli: “Alcuni agiscono come se fosse già dimostrata con totale certezza l’origine del corpo umano dalla materia organica preesistente, valendosi di dati indiziali finora raccolti e di ragionamenti basati sui medesimi indizi; e ciò come se nelle fonti della divina Rivelazione non vi fosse nulla che esiga, in questa materia, la più grande moderazione e cautela. Però quando si tratti dell’altra ipotesi, cioè del poligenismo, allora i figli della Chiesa non godono affatto della medesima libertà. I fedeli non possono abbracciare quell’opinione i cui assertori insegnano che dopo Adamo sono esistiti qui sulla terra veri uomini che non hanno avuto origine, per generazione naturale, dal medesimo come progenitore di tutti gli uomini, oppure che Adamo rappresenta l’insieme di molti progenitori; non appare in nessun modo come queste affermazioni si possano accordare con quanto le fonti della Rivelazione e gli atti del Magistero della Chiesa ci insegnano circa il peccato originale, che proviene da un peccato veramente commesso da Adamo individualmente e personalmente e che, trasmesso a tutti per generazione, è inerente a ciascun uomo come suo proprio”. Dunque il Pontefice esorta ad essere anzitutto cauti nell’accogliere quei dati “scientifici” di per sé non formalmente e direttamente contrari alla Rivelazione (= non si può escludere che la materia dell’uomo, come del resto suggerisce lo stesso testo biblico, venga da materia organica preesistente, ferma restando la creazione diretta dall’anima da parte di Dio); ma ammonisce dal rigettare risolutamente quei dati che contrastano con la discendenza del genere umano dall’unico capostipite, dal momento che la dottrina del peccato originale, costituisce il cuore e il perno assolutamente fondante di tutta l’antropologia e la soteriologia cattolica. Se questa cade, come vedremo, cade con lei gran parte della dottrina sull’uomo, su Cristo, sulla Chiesa, sui sacramenti e sui novissimi. E con lei gran parte della nostra santa e divina fede cattolica.
 

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