Conclave anticipato, arriva il Motu Proprio

24-02-2013

Grandi manovre per il Conclave

GRANDI MANOVRE PER IL CONCLAVE

Domani la pubblicazione del testo di Benedetto XVI: via il 9 o l’11 marzo

MARCO TOSATTI
CITTÀ DEL VATICANO

Domani, lunedì 25 febbraio, sarà pubblicato il «Motu Proprio» con cui Benedetto XVI modifica alcune delle norme della legge che regola la vita della Chiesa quando un pontefice muore e ci si appresta a eleggerne un altro. Chi ha letto il documento parla di un testo non lungo, di qualche decina di righe, che affronta fra l’altro – e soprattutto – un problema pressante: la data del Conclave, e la possibilità per i cardinali di anticiparla rispetto ai tempi consueti.  

La legge che regola questi avvenimenti, la «Universi Dominici Gregis» di Giovanni Paolo II afferma che dal momento in cui parte la «Sede vacante» le porte della Sistina devono chiudersi non prima di quindici giorni (fra i quindici e i venti giorni). Una norma fatta per permettere a tutti i conclavisti, anche a quelli più lontani, di giungere a Roma.  

Ma la legge, spiegava Ignacio Arrieta, segretario del Pontificio Consiglio dei Testi Legislativi – ferma restando la possibilità della rinuncia – è stata pensata e scritta soprattutto tenendo in considerazione l’eventualità della morte del Pontefice. Cioè con tempi molto diversi dall’annuncio fatto con grande anticipo (l’11 febbraio) dell’inizio dell’interregno (28 febbraio, alle 20). 

La data di inizio del Conclave sarà decisa dai cardinali, riuniti in Congregazione generale, a partire probabilmente dal 1° marzo. Ma per evitare una decisione dei cardinali (l’anticipo rispetto ai quindici giorni) che vada formalmente a infrangere la legge stabilita dalla «Universi Dominici Gregis», creando così un precedente pericoloso, era opportuno che il Pontefice regnante modificasse la legge esistente. 

Altrimenti sarebbe stato possibile che il problema della data del Conclave diventasse un tema controverso nel corso delle Congregazioni generali, aumentando inutilmente il tasso di conflittualità, prima ancora che tutti i cardinali, votanti e non votanti, cominciassero ad affrontare il tema principale: cioè le priorità per la Chiesa, e – in seguito, ma solo nella parziale solitudine del Conclave – il nome dell’uomo destinato a guidare la Chiesa nel dopo Ratzinger. 

L’opinione prevalente in Curia al momento attuale è che grazie a questa decisione di Benedetto XVI, e al Motu Proprio, la «Messa pro eligendo Pontifice» (Messa per il pontefice da eleggere), cioè l’avvenimento che apre ufficialmente il Conclave, dopo le Congregazioni generali, potrebbe avvenire nel periodo da sabato 9 marzo a lunedì 11 marzo. La «Messa pro eligendo Pontifice» viene celebrata dal Decano del Collegio cardinalizio; al tempo di Giovanni Paolo II era Joseph Ratzinger, adesso è il cardinale ultraottantenne Angelo Sodano, che non entrerà nella Sistina. La messa viene celebrata nella basilica di San Pietro, e l’omelia assume un’importanza particolare, in vista della scelta successiva. 

Con il Motu Proprio di queste ore Benedetto XVI avrà modificato per due volte la «Universi Dominici Gregis». Già nel 2007, con un altro Motu Proprio, «De Aliquibus Mutationibus in Normis de Electione Romani Pontifici», Benedetto XVI aveva stabilito che la maggioranza dei voti per l’elezione del Papa deve essere pari ai due terzi dei votanti per tutti gli scrutini, e che solo dal 35° scrutinio si può procedere al ballottaggio tra i due candidati più votati. Ma anche in questo caso solo chi prenderà i due terzi dei voti sarà eletto Papa.  

Le norme stabilite da Giovanni Paolo II erano meno esigenti. A quanto pare il Motu Proprio di cui si parla ora è soprattutto frutto del lavoro di Giuseppe Sciacca, uditore generale della Camera Apostolica. È possibile che il testo chiarisca, oltre ai tempi possibili del Conclave, altri punti che la rinuncia pone; come custodire mobili e oggetti del pontefice (dopo la morte l’appartamento viene sigillato) e diversi aspetti procedurali e diplomatici. E se tutto va secondo le previsioni di alcuni in Curia, si potrebbe avere un nuovo Pontefice per la festa di San Giuseppe, il 19 marzo. 

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