Dovere di collaborare coi magistarti anti-abusi: la Cei di Galantino

28/03/2014 
Mons. Galantino

(©ANSA) MONS. GALANTINO

Alla conclusione dei lavori del Consiglio permanente della Cei il neo Segretario ha anche espresso un’apertura di credito al governo Renzi

GIACOMO GALEAZZI
ROMA

Il vescovo ha il "dovere morale" di collaborare con i magistrati che indagano sugli abusi sessuali del clero. Sono state rese note oggi (in occasione della conferenza stampa del segretario generale della Cei, Nunzio Galantino alla conclusione dei lavori del Consiglio episcopale permanente) le ''linee guida per i casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici'' predisposte dalla Conferenza episcopale italiana.

Linee guida che datano gennaio 2014, e che illustrano i profili canonistici di fronte a notizie di condotte illecite da parte di presbiteri e che prevedono lo svolgimento di una ''indagine previa'' e le modalità di procedura in caso di riscontrata veridicità dei fatti con la conclusione delle eventuali misure canoniche da applicarsi nei confronti di un chierico riconosciuto colpevole dell'abuso sessuale su un minore e che vanno dalla restrizione del ministero pubblico ''in modo completo'' escludendo i contatti con i minori alle pene ecclesiastiche ''fra cui la più grave è la dimissione dallo stato clericale''.   

Un particolare capitolo è dedicato, poi, alla cooperazione con l'autorità civile. In questo caso si conferma che non esiste, da parte del vescovo l'obbligo di denuncia anche perchè, si sottolinea, ''i vescovi sono esonerati dall'obbligo di deporre o di esibire documenti in merito a quanto conosciuto o detenuto per ragioni del proprio ministero'' così come stabilito da Codice di Procedura penale e dal Concordato lateranense. Eventuali informazioni su un procedimento giudiziario canonico, quindi, possono essere richiesti dall'autorità giudiziaria ''ma non possono costituire oggetto di un ordine di esibizione o di sequestro''. ''Nell'ordinamento italiano il vescovo – si sottolinea ancora nelle linee guida – non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale, nè di incaricato di pubblico servizio, non ha l'obbligo giuridico – salvo il dovere morale di contribuire al bene comune – di denunciare all'autorità giudiziaria statuale le notizie che abbia ricevuto in merito ai fatti illeciti''.

Intanto, d'accordo con papa Francesco, il nuovo segretario della Cei monsignor Nunzio Galantino, da mercoledì scorso non più ad interim ma "ad quinquennium", resterà anche vescovo di Cassano allo Jonio. A una domanda su quanto sarà ampia la rosa dei candidati alla presidenza della Cei da sottoporre al Papa per la scelta del nuovo presidente, se le modifiche allo statuto andranno in questa direzione che risulta maggioritaria tra i Vescovi, Galantino ha risposto: “Non è stato deciso, ma molti dicono, ed è l'idea prevalente, `dopo la votazione in Assemblea portiamo tutte le schede al Papa´, in modo che il Papa ci dica ‘andate bene’ o ‘vi dico dove dovete andare’».

Galantino ha aggiunto che nella consultazione di base tra i vescovi in merito alle proposte di modifica dello Statuto della Cei «sono emerse opinioni diverse, ora armonizzate tra loro». «Dunque – ha spiegato il segretario Cei – abbiamo orientamenti comuni, ma quello che il Consiglio permanente ha partorito va ora in Assemblea e il discorso è aperto: in Assemblea potrebbero emergere proposte diverse. In quel caso ci sarà un confronto serio perché non ci sono posizioni preconcette».

Tra gli orientamenti del Consiglio permanente, oltre alla maggiore ampiezza della rosa da sottoporre al Papa (le ipotesi precedenti erano di inviare una terna o addirittura l'elenco dei quindici primi votati) Galantino ne ha anticipato almeno un altro: i vescovi impediti a partecipare all'Assemblea potranno votare per posta alla “consultazione di base” sui candidati alla presidenza. Galantino ha precisato che nella consultazione di base tra i vescovi in merito alle proposte di modifica dello Statuto della Cei “sono emerse opinioni diverse, ora armonizzate tra loro”. “Dunque – ha spiegato il Segretario Cei – abbiamo orientamenti comuni, ma quello che il Consiglio Permanente ha partorito va ora in Assemblea e il discorso è aperto: in Assemblea potrebbero emergere proposte diverse. In quel caso ci sarà un confronto serio perché non ci sono posizioni preconcette»”.

Galantino poi si è espresso sul governo Renzi: “Siamo ai primissimi passi: non abbiamo definizioni precise di quello che si vuol fare. Il giudizio sarebbe, come quello di Obama, sulle intenzioni, la verve, le progettualità. E non sui fatti”. “I fatti – ha continuato – ancora non ci sono. A parte la promessa degli 85 euro, sulla quale ci sono giudizi discordanti. Dunque: abbiamo bisogno di più elementi per dire ‘viva Renzi’ o ‘abbasso Renzi’. Ma è comunque importante che ci si muova. Il recuperato dinamismo – ha scandito il presule – è un valore da solo”. Inoltre, il complesso tema del riconoscimento giuridico delle coppie di fatto ''non è il tipo di argomento nel quale deve decidere la chiesa. È lo Stato, invece, che deve fare i suoi passi''.

Il "numero due" della Chiesa italiana ha, quindi, auspicato ''un vero dibattito e una seria discussione'' anche su questo tema perchè, ha dichiarato, ''in una società democratica si possono non condividere alcune scelte ma debbono essere frutto di un dibattito. Non è possibile – ha poi aggiunto – che ancora qualcuno debba dire: ‘Grazie di farmi esistere’ mentre, denuncio, vi è il rischio serio in Italia che le soluzioni di temi importanti come questi siano il frutto di lobby senza una seria e diffusa discussione. Ricordo infine che problemi complessi non si risolvono con semplificazioni e che la complessità non si dipana con le semplificazioni ma riscoprendo anche la bellezza delle differenze senza omologazioni''. 

I vescovi italiani, poi, esprimono ''preoccupazione'' per quelle che definiscono le ''forzature che rischiano di colpire pesantemente la famiglia e di associare in maniera indebita religione e omofobia''. I vescovi tornano nel loro documento, ad attaccare quella che definiscono ''l'ideologia del genere'' così come espressa nei tre opuscoli promossi da Lunar destinati alla scuola primaria e alle secondarie di primo e secondo grado intitolati ''Educare alla diversità a scuola'' con le ''linee guida per un insegnamento più accogliente e rispettoso delle differenze''.   

In realtà i vescovi denunciano, in questi testi, una ''lettura ideologica del genere e una vera dittatura che vuole appiattire le diversità, omologare tutto fino a trattare l'identità di uomo e donna come pure astrazioni''. In particolare, oggi, il segretario generale Galantino ha messo in evidenza come le famiglie non siano state affatto interpellate sulla diffusione di questi volumi così come i consigli di istituto delle diverse scuole. 

Galantino ha poi ricordato che lo stesso Ministero dell'Istruzione si è poi detto estraneo alla diffusione dell'opuscolo che era stato, invece, promosso dal Ministero delle pari Opportunità sotto il governo Letta.

“Un titolo splendido, contro il bullismo e ogni forma di discriminazione, che ti faceva venir voglia di andarli ad abbracciare. Ma poi il contenuto era solo dare la colpa alla Chiesa. Ma i genitori erano stati avvertiti. E al ministero lo sapevano?”. Si chiede Galantino sull'iniziativa dei libretti, finanziati con denaro pubblico e diffusi nelle scuole, che propagandano la cultura del Gender.

“Non è – ha osservato Galantino – che vince chi grida di più. Sono le lobby che procedono così. Sono persone rispettabilissime, ma invece di bussare alle porte le hanno prese a pedate”. Galantino, che incontrerà nei prossimi giorni il ministro dell'Istruzione Giannini, ha criticato con forza quanti hanno ipotizzato che nello stop del governo Renzi all'iniziativa ci sia lo zampino dei vescovi: “Il ministero si è piegato alla Chiesa? Ma che ci azzecca la Chiesa? Qui è questione delle famiglie»”, ha detto ai giornalisti. “I membri del Consiglio permanente – afferma la nota ufficiale diffusa oggi – hanno ampiamente ripreso, approfondito e rilanciato gli appelli del presidente della Cei a reagire all'erosione e alla corruzione dell'impianto culturale umanistico”, fra tutti, “la lettura ideologica del `genere´”. Circa “l'ideologia del ‘genere’", puntualizza il comunicato, «l'analisi, contenuta nella prolusione, prende spunto dall'iniziativa di tre opuscoli – destinati alla scuola primaria, alla secondaria di primo grado e a quella di secondo grado – intitolati ‘Educare alla diversità a scuola’ e recanti `Linee-guida per un insegnamento più accogliente e rispettoso delle differenze´. Il confronto all'interno del Consiglio ha messo in risalto la preoccupazione dei vescovi per forzature che rischiano di colpire pesantemente la famiglia, di associare in maniera indebita religione e omofobia, di presentare come pacifico l'assunto circa l'indifferenza della diversità sessuale dei genitori per la crescita del figlio e di spingere verso il matrimonio tra soggetti dello stesso sesso»”. I vescovi, si legge nel comunicato, “avvertono la necessità d'investire nella formazione, risvegliando le coscienze di genitori, educatori, associazioni, consulte di aggregazioni laicali e istituzioni d'ispirazione cristiana” su “una questione antropologica” urgente.  Infine sarà Francesco ad aprire la prossima assemblea generale della Conferenza episcopale italiana che si terrà nel maggio prossimo.

Infatti ''l'invito del cardinale Angelo Bagnasco ha incontrato la pronta disponibilità del Santo Padre, che aveva in animo la medesima intenzione''. Galantino ha rivelato di essersi incontrato ieri insieme al presidente Cardinale Bagnasco con il Papa per oltre un'ora. ''La preoccupazione costante del Papa – ha riferito – è sempre che tutto ciò che la Chiesa dice e fa abbia un impatto immediato sulla gente. Da lui ci viene sempre un richiamo costante alla vicinanza con il nostro popolo''. 

Qui il comento di Andrea Tornielli.

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