Egitto: i cristiani pagano il prezzo del blitz

14/08/2013 

 

I cristiani nel mirino degli islamisti

I CRISTIANI NEL MIRINO DEGLI ISLAMISTI

Decine di attacchi in tutto il Paese con chiese date alle fiamme. Non solo la Chiesa copta ma anche le altre confessioni cristiane colpite dall'ira islamista

GIORGIO BERNARDELLI
MILANO

Da Sohag nell'Alto Egitto a El Arish nel Sinai, da Suez e Luxor fino a Mynia: le notizie di chiese in fiamme e assalti a proprietà dei copti giungono in queste ore praticamente da tutto il Paese. Perché se al Cairo oggi è la giornata dei morti nell'assalto dell'esercito ai sit-in dei Fratelli Musulmani, da stamattina – soprattutto fuori dalla capitale – è anche la giornata nera dei cristiani, attaccati ovunque dagli islamisti come rappresaglia per il bagno di sangue consumatosi all'alba intorno alle piazze di Rabaa e Nahda.

Fin dalle prime ore, quando ancora stavano delineandosi le proporzioni di quanto accaduto al Cairo, su twitter sono cominciate a circolare le immagini della chiesa di San Giorgio, la principale chiesa copta di Sohag, data alle fiamme. Ma man mano che avanza la giornata appare chiaro che non si tratta di un incidente isolato: ovunque il principale obiettivo degli islamisti che protestano contro il blitz dei militari al Cairo sono le chiese e le proprietà dei cristiani. Reazione tragicamente annunciata, dal momento che da oltre un mese le emittenti legate ai Fratelli Musulmani continuavano a ripetere che il golpe è il frutto di un complotto orchestrato dai copti.

Nel mirino c'era soprattutto il papa copto Tawadros, reo di aver appoggiato il colpo di mano dei militari dopo le manifestazioni anti-Morsi del 30 giugno scorso (peraltro insieme all'imam di al Ahzar, il maggiore centro dottrinale sunnita). A nulla – nelle ultime ore – è valsa la presa di posizione di Tawadros che faceva appello “a tutti affinché sia preservata la vita degli egiziani, facendo attenzione a prevenire la violenza e attacchi spericolati contro qualsiasi luogo o persona”. Non l'ha ascoltato l'esercito e tanto meno lo stanno ascoltando ora i Fratelli Musulmani.

Così per i copti è scattata una nuova ora terribile: è praticamente impossibile tracciare un elenco completo delle violenze in corso contro le chiese; si parla di decine di assalti. Tra gli episodi più gravi c'è l'incendio della chiesa di San Teodoro a Mynia, ma è stata presa di mira anche la chiesa di El Arish, quella dove svolgeva il suo ministero padre Mina Abud, il sacerdote copto ucciso appena un mese fa. E poi ci sono testimonianze da Fayoum che parlano di una folla che distrugge le croci della chiesa della Vergine al grido di “Allahu Akbar” e di due negozi che vendevano Bibbie presi d'asssalto e incendiati al Cairo. Le violenze non stanno colpendo solo la Chiesa copta ortodossa ma indiscriminatamente tutti gli edifici cristiani: a Suez è stata assaltata la parrocchia cattolica e la locale scuola francescana. E il patriarca copto cattolico Ibrahim Sidrak ha deeciso di annullare tutte le Messe prefestive della vigilia della solennità dell'Assunta, temendo violenze. Anche il primate anglicano Justin Welby da Canterbury ha invitato a pregare per l'Egitto rilanciando la notizia di un assalto alla St. Saviour Church di Suez.

«Anche noi cattolici oggi, come copti e protestanti, abbiamo preferito tenere chiuse le chiese e i luoghi di culto, per evitare incidenti». Lo racconta padre Paul Annis, superiore della congregazione dei Comboniani al Cairo, raggiunto dall'agenzia Misna in una delle giornate piu' drammatiche per il paese. «Domani, se la situazione lo consentira' riapriremo le chiese – conclude padre Annis – per festeggiare l'assunzione di Maria in cielo. Ma tutto e' ancora da vedere, e da domani ci separa una lunga notte». Il sito BlogCopte parla infine anche di una chiesa greco-ortodossa che sarebbe finita nel mirino al Cairo.

Tantissimi episodi – dunque – di cui non si conosce ancora fino in fondo il bilancio: il timore di vittime è molto alto. E sono fatti che giungono a pochi giorni dalla denuncia da parte di 16 associazioni per i diritti umani, che avevano accusato il nuovo regime egiziano di non aver fatto abbastanza per reprimere l'ondata di odio contro i cristiani scatenatasi nelle ultime settimane. Di certo oggi i militari – dopo il loro blitz – non hanno saputo prevenire una reazione violenta che era  ampiamente annunciata. E ancora una volta in Egitto i cristiani sembrano destinati a pagare un prezzo molto alto per tutto questo.

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