Grecia, sul monte Athos la battaglia dei monaci ribelli

29-07-2012

 
Monaci ribelli sul Monte Athos

MONACI RIBELLI SUL MONTE ATHOS

La comunità di Esphigmenou – che contesta il dialogo con il Vaticano – barricata nel monastero per resistere allo sfratto decretato dal patriarca Bartolomeo I. Sassi e molotov contro la polizia

GIORGIO BERNARDELLI
MILANO

Una squadra anti-sommossa sul monte Athos, in Grecia, per piegare la resistenza di un gruppo di monaci. È quanto accade da stamattina intorno al monastero di Esphigmenou – uno dei venti del celebre complesso ortodosso. Questo monastero è noto dagli anni Settanta per la sua guerra contro il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, «reo» di tradire l’ortodossia con le sue aperture ecumeniche nei confronti del Vaticano. Secondo quanto riportato dall’agenzia Associated Press i monaci tradizionalisti avrebbero risposto con lanci di pietre e anche bottiglie molotov al tentativo degli ufficiali giudiziari e della polizia di fare irruzione nell’edificio. È dal 2002 che il patriarca Bartolomeo I – sotto la cui giurisdizione  ecclesiastica si trova la Repubblica monastica del monte Athos – ha dichiarato illegale la fraternità monastica di Esphigmenou e ne ha ordinato l’allontanamento. I monaci però non ne vogliono sapere, sostenendo che il patriarca di Costantinopoli non ha alcun potere in questo senso.

Lo scontro in realtà va avanti da decenni: tutto iniziò in occasione della visita di Paolo VI  al patriarca Atenagora, nel 1967. In segno di protesta contro la preghiera comune dei due leader religiosi, i monaci di Esphigmenou risposero esponendo le bandiere nere con lo slogan «Ortodossia o morte» divenute poi celebri. Per risolvere la questione l’attuale patriarca Bartolomeo appellato al ministero degli Esteri greco, che secondo la complessa giurisdizione dei venti monasteri che formano il nucleo monastico ha il compito di sovrintendere alla sicurezza e all’ordine pubblico sul Monte Athos. Nel corso degli anni le autorità di Atene hanno tentato in tutti modi di piegare la resistenza di Esphigmenou: hanno persino provato a tagliare i viveri ai monaci, ma non è servito a nulla.

A complicare ulteriormente la situazione c’è il fatto che nei giorni scorsi la nuova comunità monastica che Bartolomeo vorrebbe insediare a Esphigmenou ha ottenuto un’ingiunzione da parte di un tribunale greco: in ballo c’è anche un finanziamento di 500 mila euro da parte dell’Unione europea per il restauro di Esphigmenou, il cui edificio attuale risale all’XI secolo. In una situazione come quella della Grecia di oggi, però, i soldi dell’Europa sono diventati un ulteriore elemento di frizione tra i monaci ribelli e Costantinopoli.

 

Secondo fonti locali i monaci che restano asserragliati dentro l’edificio sacro sarebbero una ventina a cui – nel pomeriggio – si sarebbero uniti dei sostenitori. Dal loro sito internet infatti i religiosi di Esphigmenou hanno chiamato a raccolta i fedeli ortodossi accusando il governo «di aver dato luce verde all’intervento della polizia», senza considerare il fatto «che questo potrebbe portare allo spargimento del sangue dei monaci del monte Athos».

Precedente Il Papa a ruota libera con i giornalisti: dallo IOR alla lobby gay IFrameIFrame Successivo "Francesco è con i giovani che protestano contro la malapolitica"