I dubbi del parroco sul gelo tra Letta e Renzi

24/02/2014
 
Il gelido passaggio di consegne Letta-Renzi a Palazzo Chigi

(©ANSA) IL GELIDO PASSAGGIO DI CONSEGNE LETTA-RENZI A PALAZZO CHIGI

Intervista al titolare della parrocchia dell'ex-premier: "Per chi serve lo Stato, il bene comune deve prevalere sui conflitti personali"

GIACOMO GALEAZZI
ROMA

"Enrico, porgi l'altra guancia. Un cristiano si riconosce dalla capacità di perdonare". Il salesiano don Gesuino Maccioni è il vicario parrocchiale di Santa Maria Libeartrice, la chiesa romana di Testaccio frequentata da Enrico Letta e dalla sua famiglia.

Ha suscitato clamore la freddezza tra Letta e Renzi nella cerimonia per il passaggio delle consegne a Palazzo Chigi. Si aspettava un atteggiamento simile dal suo parrocchiano e presidente del Consiglio uscente?

"No. Il Vangelo di oggi esorta al perdono e a porgere l'altra guancia. Letta frequenta la nostra parrocchia con il figlio e si è formato in una famiglia cattolicissima. Renzi proviene dagli scout. In pubblico si sono a malapena stretti la mano senza neppure incrociare lo sguardo. Non è un comportamento da credenti, tanto più quando si è al servizio dello Stato e del bene pubblico. Oggi l'Italia sta attraversando un momento molto difficile e un cristiano impegnato nelle istituzioni deve dare l'esempio. La fede non è un requisito astratto da sbandierare nelle occasioni in cui fa comodo, bensì una testimonianza da rendere concretamente nella vita pratica".

Come interpreta il comportamento di Letta con Renzi?

"Sicuramente è la conseguenza di un momento di tensione, sconforto e delusione. Però è adesso che occorre dar prova di una fede forte, in grado di superare le visioni particolari e i risentimenti personali. Letta può superare questa fase confidando nella grazia di Dio e mettendoci da parte sua la forza di volontà per impegnarsi nel perdono e nella comprensione. Lui come Renzi hanno l'opportunità di mostrarsi autenticamente cristiani facendo un passo l'uno verso l'altro. La scena del gelo ostile tra loro non si attaglia a due servitori dello Stato e a due cattolici".

Qual è il rimedio?

"Se si è cristiani coerenti, si antepone il perdono a qualunque altra considerazione personale. L'impegno nella vita pubblica impone ai credenti un accresciuto dovere di esemplarità. E non è certo da cristiani lo spettacolo di due giovani politici cattolici che evitano persino di guardarsi in faccia. Per entrambi occorre superare le incomprensioni e le ostilità e costituire un segno importante di coerenza nella fede. Il Vangelo di questa domenica indica la strada da seguire. È Gesù stesso a dirlo. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica".

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