I sei giorni della Creazione…

5. Quinto giorno (sesta parte di sette)

5.1 Dio ha creato prima l’uovo o la gallina?

Nel nostro viaggio nei sei giorni della Creazione, avevamo – credo – dipanato la ‘matassa’ della creazione del sole nel quarto giorno, così come raccontato nella Genesi biblica.

Ora però, prima di inoltrarci nell’esame del quinto giorno, dovremo fare due passi indietro tornando di nuovo al terzo giorno.

Avevamo allora concluso l’analisi degli avvenimenti di quella fase della Creazione parlando della formazione dell’asciutto, cioè del continente unico di Pangea, dicendo quasi senza darvi soverchia importanza che era alla fine di questa operazione di trasformazione della Terra che Dio aveva creato la vegetazione e che con la vegetazione nasceva sulla Terra la Vita. La cosa avrebbe meritato a dire il vero ben più ampio rilievo, ma in quel capitolo ciò non mi era stato consentito dallo spazio limitato di pagine che mi ero imposto per l’analisi di quel ‘giorno’ creativo. Ora però – prima di parlare della creazione della vita animale del quinto giorno – vorrei riprendere il tema della creazione della vita vegetale, in quanto i due argomenti potrebbero essere interconnessi.

A questo riguardo la Genesi del terzo giorno citava:

1,11 E Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie». E così avvenne. 1,12 La terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era una cosa buona. 1,13 Fu sera e fu mattina: terzo giorno.

 

La superficie terrestre era stata ormai resa soffice e fertile dalla ‘triturazione’ delle rocce operata dalle ripetute cadute di un anello acqueo simile a quello di Saturno teorizzate per la prima volta dal filosofo e scienziato Immanuel Kant.

Lo studioso e mistico F. Crombette, un vero e proprio genio che aveva voluto rimanere nascosto al mondo firmando le sue Opere: ‘Un cattolico francese’, ne aveva illustrato la possibilità scientifica e spiegato il ruolo dell’anello, anche in relazione alla formazione dei terreni sedimentari. La domanda accademica che ci si potrebbe dunque porre è se Dio abbia creato dal nulla prima la pianta che avrebbe fatto frutto e poi prodotto semi per le piante successive, oppure se sia partito dal seme che avrebbe prodotto il germoglio, da cui la pianta con il frutto e così via.

Il testo biblico nella attuale traduzione potrebbe sembrare incerto a questo riguardo ma credo che la Genesi, in qualunque modo il testo originale di Mosé sia stato successivamente tradotto o modificato, non abbia voluto soddisfare delle curiosità e stabilire delle ‘priorità’ nella creazione del seme o della pianta. Il senso della sostanza spirituale del messaggio contenuto nel testo di Genesi potrebbe peraltro essere semplicemente: ‘Nel terzo giorno Dio, nel creare la Vita, per prima cosa
ha creato le piante!’

Volendo tuttavia fare una riflessione a voce alta, non mi scandalizzerei se Dio anziché aver creato dal nulla la pianta avesse invece creato dal nulla il seme.

Molto semplicemente, è quello che fa un agricoltore che mette a dimora un seme dal quale nasce un germoglio che diventa pianta.

Se Dio è ‘Ordine’, potrebbe aver cercato il massimo risultato con il minimo ‘sforzo’, ammesso che nei miracoli creativi di Dio si possa parlare di sforzi, creando un seme che – sul suolo – sarebbe stato ricoperto da un sottile strato di terra, irrorato quindi da piogge e infine germogliato dando origine ad erbe, arbusti, alberi. Dal punto di vista del miracolo, non è forse più ‘miracoloso’ creare dal nulla un seme infinitesimale di un albero Sequoia – seme che in potenza racchiude però nel proprio Dna tutte le sue future caratteristiche di sostanza, colore e forma – che non creare di colpo e dal nulla una gigantesca Sequoia?

La Terra così come noi la conosciamo oggi – per esempio – è il risultato finale della Creazione, dove per ‘risultato finale’ non intendo la fine di un processo ‘evolutivo’ intrinseco, ma quello di una trasformazione partita da un nucleo originario, una sorta di seme, che, per gradi successivi di trasformazione operati da Dio, è stato messo in condizione di ospitare la Vita. La Vita…, vale a dire la Realtà più affascinante e indecifrabile che ci troviamo davanti.

Fantasticando però sempre a voce alta, e spostando il ragionamento dal piano vegetale a quello animale – oggetto del quinto giorno della Creazione che tratteremo in questo capitolo – chissà quante volte anche voi vi sarete chiesti se é nato prima l’uovo o la gallina… È un dilemma antico quanto l’uomo ma non è un dilemma ozioso, ora che cominciamo a parlare della Vita, e forse sarebbe meglio che cominciassimo a ragionarci sopra.

Se seguissimo la logica di un ‘Ordine’ per cui é dal ‘seme’ che potrebbe in teoria essere derivata la pianta, dovremmo pensare che Dio abbia creato prima l’uovo dal quale sarebbe poi nato il pulcino che sarebbe diventato ‘gallina’. Ma siamo sicuri che per il mondo animale Dio debba aver seguito questa logica?

Mentre un seme è in grado di ‘badare a se stesso’ – per cui un seme in piena terra, se non gli viene a mancare l’acqua che viene dal cielo, da sé e senza alcun aiuto diventa germoglio e poi pianta – al contrario nel caso dell’uovo questo non è possibile. Il pulcino neonato – che non è un vegetale ma un animale – ha infatti bisogno di cure… ‘materne’, a cominciare dalla cova dell’uovo.

Anche prescindendo dal problema per cui l’ovulo della gallina avrebbe dovuto essere precedentemente fecondato da un gallo, e non si sa come questo avrebbe potuto avvenire se il gallo ancora non fosse stato a sua volta creato in anticipo, l’embrione dell’uovo – da solo – non avrebbe potuto svilupparsi. Se infatti non fosse stato covato dalla gallina per un numero preciso di giorni ad una determinata temperatura ideale, esso non avrebbe potuto trasformarsi in pulcino, ed il pulcino all’inizio non avrebbe neanche potuto sopravvivere se non fosse stato in qualche modo amorevolmente nutrito, riscaldato e protetto dalla madre-chioccia. Quindi, contrariamente al metodo seguito per i vegetali, Dio potrebbe aver creato per prima la gallina… e il gallo: insomma, una bella ‘coppia’.

Mi sembra di poter dunque concludere che, nel caso della creazione della Vita vegetale ed animale, Dio – nella sua fantasia, creatività e Ordine – possa aver seguito due strade diverse. Per la vita vegetale potrebbe essere partito dal seme, dove è la ‘madre-terra’ che – coprendolo, riparandolo e alimentandolo con i suoi sali minerali disciolti dall’acqua – ha svolto la funzione di incubatrice e nutrice. Nel caso della vita animale potrebbe essere partito invece dall’animale stesso già formato: maschio e femmina, tanto per intenderci.

5.2 La vera scala della ‘evoluzione’ ascendente.

 

Fatta questa premessa analizziamo ora il testo di Genesi che si riferisce al quinto giorno:

 

1, 20 Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sulla terra, davanti al firmamento del cielo».

1, 21 Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati, secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona.

1, 22 Dio li benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra».

1, 23 E fu sera e fu mattina: quinto giorno.

A ben guardare, l’evoluzione programmata da Dio è ben diversa da quella ipotizzata dagli evoluzionisti. Quella di Dio non è una ‘salita’ uniforme senza soluzione di continuità ma é una ‘scala’ con dei ‘salti’, dei gradini, e comprende vari ‘regni’.

Egli ha prima creato il mondo minerale, inerte e privo di una vita in senso proprio che non sia quella fatta di reazioni fisico-chimiche a seconda della natura delle sostanze che si combinano fra di loro e delle temperature o altre condizioni ambientali in cui i fenomeni avvengono. È ad esempio il caso di due atomi di idrogeno che combinandosi con un atomo di ossigeno danno vita ad una molecola di acqua, la quale – pur essendo di propria specifica natura fluida – con il diminuire od aumentare della temperatura cambia di stato solidificandosi in ghiaccio o trasformandosi in vapore.

Dio ha poi creato il secondo gradino del mondo vegetale, in cui vi è già un principio vitale. Non vi è ancora il pensiero ma vi è già infatti una sensibilità alla luce e alla temperatura. Vi è poi la linfa che alimenta e consente lo sviluppo della pianta e vi é infine la capacità di riproduzione sia pur con una impossibilità di movimento, ancorata come è – la pianta – con le proprie radici al terreno.

A questo punto Dio crea il terzo gradino del mondo animale in senso lato. Questo è il terzo ‘regno’, un regno superiore che è la sintesi superiore dei due precedenti perché:

– é strutturalmente composto – come del resto il mondo vegetale – dalle stesse sostanze che sono proprie del mondo minerale

– ha il principio vitale ed il sangue, il quale é in qualche modo equivalente – ma di un gradino più elevato – alla linfa del mondo vegetale

– ha la possibilità di riprodursi obbedendo ad una ‘legge’ interna innata

– si diversifica in qualità rispetto al regno vegetale perché esso ha libertà di iniziativa e movimento ma soprattutto – negli animali di livello superiore – può esercitare una volontà ed un pensiero, pur se spesso rudimentale e più che altro istintivo.

L’uomo – dagli zoologi, biologi ed evoluzionisti – è considerato un animale, ed in effetti biologicamente lo è, e viene comunemente inquadrato nella classe dei ‘mammiferi’. Se consultate un dizionario vi troverete scritto che i mammiferi appartengono alla ‘specie animale che partorisce la prole e la nutre con le mammelle…’. L’uomo vi viene compreso e – secondo i criteri di classificazioni attualmente in uso – viene zoologicamente associato a categorie di mammiferi quali marsupiali, roditori, cetacei, pinnipedi, scimmie, etc.

L’uomo – rispetto all’animale il quale ha un semplice istinto o, nei casi di animali biologicamente più ‘evoluti’, anche una certa capacità raziocinante – ha in più l’intelletto, una sorta di capacità non ‘raziocinante’ ma razionale di livello del tutto superiore, da intendere come una capacità di astrazione ed autocoscienza.

Quello che tuttavia zoologi e biologi evoluzionisti non ci possono dire – non solo perché molti di loro non ci credono ma perché nel microscopio non la vedono – è però quanto ci dice la Religione che, per Rivelazione, ci fa sapere che nell’uomo c’è anche l’anima spirituale. Ecco dunque che – grazie ad essa e anche se molti biologi e antropologi ci e si classificano come ‘animali mammiferi’ – nella scala evolutiva ci differenziamo profondamente dal resto dei mammiferi e degli altri animali.

Il regno animale propriamente detto non è dunque il terzo e ultimo gradino, come comunemente si ritiene, ma solo il gradino che precede il quarto regno della Creazione: quello dell’uomo spirituale dotato di anima immortale.

I regni della Creazione sono dunque quattro, anche se – a ben pensarci – la scala della Creazione divina non sarebbe ancora finita.

Infatti alla Creazione materiale di minerali, vegetali e animali in senso stretto, seguita dalla creazione materiale-spirituale dell’uomo, spirito in carne umana, dobbiamo aggiungere un ulteriore quinto gradino: la Creazione puramente spirituale degli Angeli, fatta ancor prima della Creazione dell’Universo. Ecco la vera scala, non dell’evoluzione ma della Creazione ascendente!

Ora, sempre per non perdere il filo dei vari discorsi che abbiamo fino ad ora fatto, vorrei riassumere le fasi più importanti dei giorni creativi precedenti, ma chi potrebbe farlo più sinteticamente e autorevolmente del Gesù che parlava alla mistica Valtorta?

Nel 1944 Egli – nel quadro di un discorso di più ampio respiro – accennava alla Creazione dicendole:

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Dice Gesù:

‘…In principio Dio creò cielo e terra… Il primo giorno fece la luce‘ perché la terra era coperta di tenebre e la vita non può esservi dove è perpetua tenebra.

‘Il secondo disse: «Sia il firmamento e separi le acque dalle acque»’, perché per la vita terrestre ci voleva l’acqua.

Ma questa non doveva essere tutta sul globo o tutta nel cielo. Ma bensì scendere quando era giusto, raccogliersi dove era giusto, risalire per quanto era giusto. Altrimenti la terra sarebbe divenuta polvere o pantano.

‘Il terzo giorno creò il mare radunando le acque’. Il mare: l’enorme bacino per lo scarico di tutte le acque terrestri e per l’alimentazione di tutte le acque celesti che le nubi avrebbero poi sparso nuovamente sulla terra.

Tre giorni per preparare la terra ad essere abitata, e nel terzo giorno la vestì d’erba e piante perché ormai poteva ricevere seme, e farne un utile vegetale.

Allora sulla terra, su cui è già luce, acqua e aria, ecco che accende la fonte del calore, e col sole perfeziona
la luce, e con le stelle e la luna vi regola le maree e le onde dei venti e delle acque celesti.

Ecco la terra pronta a ricevere gli animali, ultimo, nella terra completata di ogni bene, l’uomo, il re…».

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Mi sembra di comprendere che – così come ce li commenta il Gesù valtortiano – i sei giorni del testo ‘ufficiale’ della Genesi, per i quali noi stiamo ‘sprecando’ sei capitoli di ragionamenti a volte scientificamente contorti, siano in poche parole del tutto lineari e semplici, e soprattutto non si prestino a malintesi.

Egli conferma per inciso che nel terzo giorno la terra era pronta a ricevere ‘seme’, segno che – salvo errore di interpretazione – Dio ha creato per primi i semi che sarebbero diventati vegetali in genere e comunque delle piante producenti frutto e semi per ricominciare il ciclo.

5.3 L’assenza di ‘forme di transizione’, cioè degli ‘anelli di congiunzione’ fra una specie e l’altra.

Il testo della Genesi relativo al quinto giorno dice che Dio crea gli esseri viventi nelle acque e quelli che volano in cielo creandoli già perfetti dal primo istante, perché precisa che essi sono stati creati secondo la loro specie, il che significa che non si sono evoluti da se stessi provenendo da altre specie precedenti.

Qui, peraltro, si parla della creazione di volatili e di acquatici e non di animali terrestri propriamente detti. Sappiamo infatti che nel testo tramandatoci della Genesi questi ultimi verrebbero creati nel sesto giorno, poco prima della creazione dell’uomo, che è quella finale. Il fatto appare abbastanza strano. Se infatti è concepibile che, nella scala della ‘gradualità’ e dell’Ordine, l‘Uomo, animale superiore dotato d’anima spirituale, sia stato creato per ultimo, ci si può domandare come mai gli animali specificatamente terrestri non appaiano come creati insieme agli altri animali acquatici e a quelli che volano. Ve la immaginate una vita animale che brulica nei mari, fiumi, laghi, in cielo, ma non in terra che rimarrebbe deserta?

L’evoluzionismo ipotizza, anzi teorizzando sostiene, che la vita é nata dall’acqua dei mari. I pesci – secondo la teoria – sarebbero diventati anfibi, gli anfibi si sarebbero trasformati in rettili, questi in volatili, mentre fra gli animali terrestri la scimmia si sarebbe trasformata in uomo.

Insomma gli animali avrebbero subito un ‘processo di transizione’ da una specie all’altra.

Il biologo Gary Parker ha precisato che «…Le ‘forme di transizione’ sono forme di vita per così dire intermedie in cui si possa constatare l’evoluzione di un tratto in un altro: per esempio, il piede di un animale che si trasforma poco per volta in un’ala».

Quello che però a questo riguardo fa perdere il sonno agli evoluzionisti – i quali non possono accettare di credere ad un Dio che crei dal nulla né tantomeno che sia capace di creare in maniera ‘istantanea’- è il dato di fatto che, nonostante gli scavi e le ricerche affannose di fossili da parte di intere generazioni di studiosi, essi sono costretti a constatare la assoluta mancanza della prova, la mancanza delle suddette ‘forme di transizione’, cioè dell’anello di collegamento fra una specie e l’altra, insomma la ‘pistola fumante’ che attesti che il mondo animale e vegetale si sono evoluti da se stessi e non grazie ad un atto specifico di Volontà divina che abbia creato dal nulla ogni singola specie.

Poiché però i darwinisti sostengono la loro teoria evoluzionistica come se fosse una verità scientifica, e ne pretendono l’insegnamento nelle scuole a bambini che non hanno ancora sviluppato una capacità critica, se fossimo davanti ad un Tribunale imparziale essi dovrebbero produrre questa prova fondamentale della evoluzione, cioè l’anello mancante. Al contrario essi pur non riuscendo ad esibirla – perché appunto inesistente – la danno comunque per scontata chiedendo – loro, i miscredenti – un ‘atto di fede‘ a noi ‘credenti’ spiegandoci ‘pazientemente’ che ‘un giorno’, nel futuro, finiranno per trovare questo famoso ‘anello’, e anzi tentano anche di invertire l’onere della prova, e cioè che siano i credenti a dimostrare che non vi è stata evoluzione.

Richard Bliss ha scritto che «…Non sono soltanto i creazionisti ad affermarlo. Carl Popper, la massima autorità nel campo dell’epistemologia, ha definito il darwinismo ‘un programma di ricerche basato sulla metafisica’ e, Julian Huxley il famoso biologo, l’ha chiamato ‘una religione senza rivelazione’».

Richard Bliss, con riferimento a quanto detto da Gary Parker ha poi precisato: «Ma l’assenza di ‘forme di transizione’ è ormai un dato di fatto riconosciuto da tutti. A fare il punto per ultimo sulla questione è stato il paleontologo David Raup, del Museo di Storia naturale di Chicago, durante un dibattito sul darwinismo: ‘I cambiamenti che possiamo osservare nei fossili implicano semplicemente delle variazioni all’interno della specie, oltre al fenomeno delle estinzioni‘. Secondo la tesi dibattuta allo stesso museo di Chicago, molte delle estinzioni delle varie specie sono dovute a catastrofi immani. A sopravvivere, secondo alcuni ricercatori, non sarebbero stati i più adatti, come diceva Darwin, ‘bensì i più fortunati’».

5.4 Animali fatti di ‘argilla’.

Sentiamo però cosa dice ora F. Crombette in merito alla Creazione del quinto giorno (i grassetti sono sempre i miei):

«Arriviamo ai versetti da 20 a 23 del capitolo I della Genesi che formano un tutto relativo alla quinta generazione e traducendo dal copto coordiniamo questo testo:

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Una seconda volta, oltre alla prima, Ehélohidjm disse: “Farò in modo che l’argilla si moltiplichi”. Egli disse: “Possano moltiplicarsi a partire dalla terra esseri che si muovono; possano camminare sulla terra, possano nuotare; abbiano la possibilità di stare in aria; gli uni che abbondano nel cielo, gli altri che abbondano sulla superficie che è sotto il cielo”. Per effetto della Parola, la terra inviò da una parte e dall’altra creature all’acqua, alla terra e fino alle regioni del cielo; essa fece completamente le numerosissime cose ordinate dalla Parola emessa.

Allora, Ehélohidjm emise numerose parole in virtù delle quali arrivò a produrre tutte le specie che abitano nei fiumi e che possono nuotarvi da una parte e dall’altra; quelli che sono correnti e striscianti, numerosissimi secondo le loro diverse specie, riuniti in massa sulla terra per vivervi ed abitarla; esseri capaci di muoversi e di andare camminando; e quelli che salgono nel cielo e di cui si contano numerosi tipi diversi, che sono capaci di andare più in alto degli altri. Ehélohidjm notò giudiziosamente che queste cose erano convenienti.

Saggiamente Egli li riunì per coppie allo scopo della generazione. Ehélohidjm fece le loro parti genitali ardenti, aventi la forza di produrre e di aggiungere molti rampolli che inseminano le acque (marine) ed inseminano le ramificazioni delle sorgenti (corsi d’acqua); che abitano la grande distesa del cielo; che hanno la loro abitazione scavata nella terra.

Ciò che, prima che la Parola fosse pronunciata, era nascosto al principio, fu, dopo che la Parola fu pronunciata, ciò che fu visto alla fine. La generazione così prodotta fu la quinta.

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Notiamo che, per dire “cinque” gli Ebrei utilizzavano l’immagine delle dita: quelle che sono associate nella mano.

Risulta da questo testo che gli esseri della quinta generazione furono formati, come gli altri, partendo dalle sostanze minerali della terra e non da quelle dell’acqua; tali esseri compresero i pesci, i rettili e gli uccelli secondo quanto si constata in geologia. E se la geologia trova già al Primario degli esseri di questo tipo, essa non contraddice Mosè che prende la precauzione di dire: “Una seconda volta oltre alla prima“, indicando con ciò che vi erano stati anteriormente degli animali provvisori. Questo è almeno il senso che si può trarre dalle lettere e

Altra osservazione di capitale importanza: il racconto mosaico ci informa che è in virtù delle numerose parole emesse da Ehélohidjm che furono creati gli esseri che nuotano, che strisciano e che volano nelle loro diverse specie. Ora, queste parole non furono emesse in anticipo, in una sola volta, come se Dio avesse lanciato in una sola volta, fin dall’origine, le forze che dovevano agire nella creazione e si fosse ritirato poi nell’inazione, secondo la tesi di certi teologi. No, ogni volta che Dio vuol passare da una specie all’altra, Egli emette una parola creatrice. Il termine di specie impiegato da Mosè non corrisponde necessariamente alle specie della nostra classificazione sistematica stabilita su delle differenze che non hanno sempre un carattere rigoroso di invariabilità, poiché noi stessi le discutiamo e le revisioniamo. Ma, nella misura in cui esse sono irriducibili le une alle altre, sono delle vere specie.

Dio, è forse partito dall’argilla a ogni nuova specie che creava, secondo la tesi di de Fabre, oppure ha agito sul feto ancora malleabile di un primo essere inferiore per farne nascere una nuova specie?

Le due opinioni ci sembrano sostenibili. Esse rischiano molto, del resto, di restare delle opinioni, giacché non sembra che gli uomini possano creare delle nuove specie vere nell’una o nell’altra maniera. Le differenze fondamentali che esistono fra le varie specie depongono a favore della prima opinione; la ‘plasticità’ degli esseri nell’ambito limitato della propria specie è una presunzione a vantaggio della seconda. Bisogna nondimeno rifarsi alla formazione diretta a partire dalla ‘terra’ per i grandi tipi di organizzazione e, pertanto, logicamente nulla si opporrebbe a che le specie stesse ‘partano’, direttamente dalla terra. In ogni modo, la chimica ha rivelato che non c’erano differenze essenziali tra composti organici e inorganici, tanto che gli esseri animati sono appunto della “terra” organizzata, animata da un principio di vita trascendente…».

Bene, credo che – sempre in considerazione del poco spazio concessoci in questa brevissima trattazione – quanto abbiamo detto in relazione al quinto giorno sia sufficiente a farsi una idea. Vediamo peraltro che Fernand Crombette – nella sua interpretazione e decrittazione delle radici monosillabiche copte dell’ebraico antico – vede nel quinto giorno, oltre agli animali acquatici e ai volatili di cui parla Genesi – anche una creazione di animali terrestri e più precisamente quelli che ‘corrono e strisciano’. Ne riparleremo.

Comprendo tuttavia che un dubbio e una domanda ‘torturano’ la vostra mente: ‘Ammettiamo pure che Dio possa anche aver creato l’uomo dal ‘nulla’, ma come è mai possibile che l’abbia tratto dalla terra, come dice la Genesi e come dice ora anche F. Crombette, il quale la definisce ‘terra organizzata’?

Anche di questo riparleremo, ma nel prossimo capitolo.

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