Il G8 dei cardinali, inizia la riforma della Curia

30/09/2013 
 
Curia romana

CURIA ROMANA

Da domani il «conclave» degli otto consiglieri del Papa. Atteso anche un documento che ufficializzerà il ruolo del gruppo

ANDREA TORNIELLI
CITTÀ DEL VATICANO

 
Il G8 (o meglio C8, con la "c" di cardinali e di consiglieri), l'incontro degli otto porporati scelti da Papa Francesco per studiare la riforma della Curia romana e per aiutarlo nel governo della Chiesa universale si apre ufficialmente domattina. Ma già da giorni alcuni componenti del gruppo – che risiedono a Santa Marta – si incontrano in modo informale. È attesa nelle prossime ore la pubblicazione di un documento, allo studio da tempo, per ufficializzare il loro ruolo e le loro competenze. Nell'annuncio che venne dato il 13 aprile, a un mese esatto dall'elezione di Francesco, si affermava che gli otto cardinali erano stati scelti per consigliare il Papa «nel governo della Chiesa universale» e per «studiare un progetto di revisione della Costituzione Apostolica Pastor bonus sulla Curia Romana». Un compito che dovrebbe essere sancito nelle prossime ore pur lasciando la possibilità di aggiustamenti e modifiche in corso d'opera: si tratta infatti di una novità, che Francesco ha deciso anche in seguito alla discussione del pre-conclave.

«Credo che la consultazione sia molto importante – ha detto il Papa nell'intervista con "La Civiltà Cattolica" –  I concistori, i sinodi sono, ad esempio, luoghi importanti per rendere vera e attiva questa consultazione. Bisogna renderli però meno rigidi nella forma. Voglio consultazioni reali, non formali. La consulta degli otto cardinali, questo gruppo consultivo outsider, non è una decisione solamente mia, ma è frutto della volontà dei cardinali, così come è stata espressa nelle congregazioni generali prima del conclave. E voglio che sia una consulta reale, non formale».

Il G8 è composto da porporati provenienti da tutti i Continenti: sono Giuseppe Bertello (unico italiano e unico curiale presente), Francisco Javier Errázuriz Ossa (unico emerito del gruppo), Oswald Gracias, Reinhard Marx, Laurent Monsengwo Pasinya, Sean Patrick O’Malley, George Pell, Andrés Rodríguez Maradiaga. Quest'ultimo svolge anche l'incarico di coordinatore, mentre la funzione di segretario è stata affidata al vescovo di Albano Marcello Semeraro.

In questi mesi i cardinali sono rimasti in contatto tra di loro, si sono scambiati idee e proposte, hanno soprattutto raccolto materiali e istanze provenienti dagli episcopati ai quali appartengono. Ma la Curia romana, cioè i primi e più diretti collaboratori del Papa, non sono stati esclusi da questo processo. Anche tutti i capi dicastero, infatti, hanno presentato proposte di riforma o comunque proposte per migliorare il coordinamento tra gli uffici curiali e le loro attività. Due sono i grandi temi che discuteranno gli otto cardinali con il Papa. Il primo riguarda alcune questioni sulla vita della Chiesa: la collegialità, il rapporto tra il centro e le Chiese particolari, il rapporto tra la Curia e le conferenze episcopali, la possibile riforma del Sinodo dei vescovi. Su questo molto materiale e molte istanze e suggerimenti sono stati raccolti dagli episcopati dei vari continenti.

Il secondo grande tema è la riforma della Curia romana, con l'esclusione dello IOR. Sul tappeto ci sono le ipotesi di snellimento della Curia stessa, che è stata spesso percepita come un organo centrale di governo della Chiesa invece di un servizio al ministero universale del vescovo di Roma. Lo snellimento potrebbe passare attraverso l'accorpamento di alcuni pontifici consigli (alcuni dei quali, ad esempio, potrebbero confluire in una nuova Congregazione per i laici). Un altra questione riguarda la struttura della Segreteria di Stato.

Nella discussione degli otto con il Papa si dovrà anche decidere se andare verso la costituzione di una nuova figura, quella del «moderator curiae», come proposto dal cardinale Francesco Coccopalmerio, un'idea alla quale anche altri si sono associati (non è vero che sia stata già scartata in partenza, in quanto tutto deve essere ancora discusso). Si sdoppierebbero così le competenze oggi affidate al Segretario di Stato, lasciando a quest'ultimo l'aspetto dei rapporti internazionali, per affidare invece il coordinamento della Curia a un «moderator». C'è però anche chi ha fatto osservare come lo snellimento dovrebbe far scomparire cariche e incarichi, non crearne di nuovi.

Oltre ai temi della collegialità, del rapporto tra centro e periferia, e della riforma della Curia, una delle questioni emergenti riguarda la pastorale matrimoniale. Nell'incontro con i giornalisti sul volo di ritorno da Rio de Janeiro, Papa Francesco aveva risposto a una domanda proprio sul tema dei divorziati risposati e aveva detto: «Credo che questo problema si debba studiare nella cornice della pastorale matrimoniale. E per questo, due cose: uno dei temi di cui dovranno parlare gli otto del consiglio dei cardinali, con i quali ci riuniremo l’1, il 2 e il 3 ottobre, è come andare avanti nella pastorale matrimoniale, e questo problema uscirà lì». Il Papa aveva anche aggiunto che la pastorale matrimoniale si sarebbe dovuta approfondire anche nell'ambito di un Sinodo.

È invece destituita di qualsiasi fondamento l'indiscrezione secondo la quale Francesco starebbe prendendo in considerazione l'ipotesi di creare donne cardinale. La via della necessaria valorizzazione del carisma femminile nella Chiesa non sembra proprio destinata a passare per la «clericalizzazione» delle donne.
 
 
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