Il Papa: “I separati da accompagnare e non da condannare”

 / 1 settimana ago

di Don Rocco Aloisi

2dc4d699-70b4-3c95-92f8-cc4ff77cc0abAccompagnare dove? A ricevere il Signore? Ma se hanno rotto il patto fatto davanti al Signore in chiesa! E poi mi dica cosa vuol dire “non condannare”. E soprattutto abbia il coraggio di fare i nomi e i cognomi di quelli che, secondo Lei, giudicano!

Lei pensa che il Signore Gesù sia duro con i separati, con i divorziati-risposati? Tutti quelli che fanno un peccato mortale pensano che Gesù sia duro a non dare se stesso nell’Eucarestia senza un sincero pentimento e senza conversione!

Ma Gesù rimanda al mittente l’accusa di durezza nei suoi confronti: “È per la durezza del vostro cuore che Mosè permise il ripudio della moglie… Ma agli inizi non era così…”. Adamo non si lamentava della propria moglie, anzi all’inizio ne fu entusiasta, così come tutti quelli che amano la loro moglie e il loro marito.

Insieme a Gesù, ci sono altri papi, vescovi, cardinali e sacerdoti che hanno detto lo stesso no del loro Signore ai divorziati risposati. Si riferisce a loro il suo “non condannare?”.

Personalmente, ho più paura di quelli che sono più misericordiosi del Signore e di coloro che benedicono ciò che il Signore maledice.

Sa le conseguenze della sua “bontà”? Un aumento di confusione nella Chiesa, di scandali, di peccatori che si sentiranno giusti e desiderosi di avere compiti che non possono fare con quell’amore di chi è in grazia di Dio.

Tra coloro che li condanna c’è anche Dio, per mezzo della sua Parola, la Sacra Scrittura.

Mi scusi, Santità, vista la generalizzazione del suo “non condannare”, anche Dio e la Sacra Scrittura devono pentirsi e farsi più buoni?

© facebook (20 settembre 2014)

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