Il Segretario di Stato Parolin: «Una nuova sorpresa di Dio nella mia vita»

31/08/2013 

Pietro Parolin

PIETRO PAROLIN

Papa Francesco ha ufficializzato la nomina del successore di Bertone: entrerà in carica il 15 ottobre. Confermati tutti i vertici della Segreteria di Stato

ANDREA TORNIELLI
CITTÀ DEL VATICANO

La conferma è arrivata a mezzogiorno di oggi: Papa Francesco ha accettato le dimissioni del cardinale Tarcisio Bertone e ha designato il successore del cardinale Tarcisio Bertone: è l'arcivescovo Pietro Parolin, 58 anni, attuale nunzio apostolico in Venezuela. Parolin entrerà in carica il 15 ottobre, fino a quel momento Bertone prosegue «con tutte le facoltà inerenti a tale ufficio». Quel giorno, informa la Santa Sede, Francesco «riceverà in udienza superiori ed officiali della Segreteria di Stato», per «ringraziare pubblicamente» Bertone per «il suo fedele e generoso servizio alla Santa Sede e per presentare loro» il suo successore.

Papa Francesco ha anche ha confermato nei rispettivi incarichi il sostituto Giovanni Angelo Becciu, il segretario per i rapporti con gli Stati Dominique Mamberti, il Prefetto della Casa pontificia Georg Gänswein, l'assessore Peter Wells, e il sotto-segretario ai rapporti con gli Stati Antoine Camilleri.

Da Caracas, Parolin ha inviato attraverso la Sala Stampa vaticana un primo messaggio di gratitudine al Papa. «Nel momento in cui viene resa pubblica la nomina a Segretario di Stato, desidero esprimere profonda e affettuosa gratitudine al Santo Padre Francesco, per l’immeritata fiducia che sta dimostrando nei miei confronti, e manifestargli rinnovata volontà e totale disponibilità a collaborare con lui e sotto la sua guida per la maggior gloria di Dio, il bene della Santa Chiesa e il progresso e la pace dell’umanità, affinché essa trovi ragioni per vivere e sperare».

«Sento viva la grazia di questa chiamata, che, ancora una volta – aggiunge il nuovo Segretario di Stato – costituisce una sorpresa di Dio nella mia vita e, soprattutto, ne sento l’intera responsabilità, perché essa mi affida una missione impegnativa ed esigente, di fronte alla quale le mie forze sono deboli e povere le mie capacità. Per questo mi affido all’amore misericordioso del Signore, dal quale nulla e nessuno potrà mai separarci, e alle preghiere di tutti. Tutti ringrazio, fin d’ora, per la comprensione e per l’aiuto che, in qualsiasi forma, mi vorranno prestare nello svolgimento del nuovo incarico».

«Il mio pensiero – dichiara Parolin – va alle persone che sono state parte della mia vita in famiglia, nelle parrocchie in cui sono nato e in cui ho prestato servizio, nella cara Diocesi di Vicenza, a Roma, nei Paesi dove ho lavorato, Nigeria, Messico e, ultimo, Venezuela, che lascio con rimpianto. Penso pure al Papa emerito Benedetto XVI, che mi ha ordinato vescovo, alla Segreteria di Stato, che è già stata la mia casa per molti anni, all’Em.mo card. Tarcisio Bertone, agli altri superiori, ai colleghi e ai collaboratori e all’intera Curia romana, ai rappresentanti pontifici. A tutti sono largamente debitore. Mi pongo, con trepidazione, ma anche con fiducia e serenità, in questo nuovo servizio al Vangelo, alla Chiesa e al Papa Francesco, disposto – come lui ci ha chiesto fin dall’inizio – a camminare, edificare-costruire e confessare.

Che la Madonna, che a me piace invocare con i titoli di Monte Berico, Guadalupe e Coromoto, ci dia “il coraggio di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce; e di confessare l’unica gloria, il Cristo crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti”. E, come si dice in Venezuela: “¡Que Dios les bendiga!”». 

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