“Ior e burocrazia necessarie alla chiesa ma fino a un certo punto”

24/04/2013 

 

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Piazza San Pietro

Piazza San Pietro

Folla all'udienza di papa Francesco che ribadisce nel suo intervento la natura divina del'Istituzione al servizio all'umanità

Redazione
Roma

Non scema l'entusiasmo popolare per Papa Francesco. Per l'udienza generale del mercoledì piazza San Pietro, la folla è tracimata nella attigua piazza San Pio XI. Circa 100mila fedeli presenti.
 
Come è ormai consuetudine, Jorge Mario Bergoglio ha baciato molti bambini che i gendarmi vaticani gli porgevano ed ha scambiato lo zucchetto bianco con un fedele che gliene ha regalato uno. Per salutare tutti i fedeli, il Papa argentino ha fatto un giro largo nel colonnato del Bernini a bordo della jeep bianca, costeggiando i confini con lo Stato italiano.
 
LA CATECHESI
"La storia umana ha inizio con la creazione dell'uomo e della donna a immagine e somiglianza di Dio e si chiude con il giudizio finale di Cristo". Lo ha ricordato oggi Papa Francesco all'Udienza Generale. "Spesso – ha aggiunto – si dimenticano questi due poli della storia. Inoltre la fede nel ritorno di Cristo e nel Giudizio finale a volte non è così chiara e salda nel cuore dei cristiani"
 
Questo il cuore della riflessione di papa Francesco nella catechesi all'Udienza Generale di oggi. "Gesù – ha ricordato –  durante la vita pubblica, si è soffermato spesso sulla realtà della sua ultima venuta".
 
 APPELLO PER LA SIRIA
Al termine dell'udienza generale in Piazza San Pietro il Papa ha lanciato un appello per la pace in Siria e per i vescovi ortodossi siriani rapiti in Siria e sulla cui liberazione ancora non c'è una conferma. "Il rapimento dei metropoliti greco-ortodosso e siro-ortodosso di Aleppo sul cui rilascio ci sono notizie contrastanti -sono le parole del Papa, riportate sul sito della Radio Vaticana- è un ulteriore segno della tragica situazione che sta attraversando la cara nazione siriana, dove la violenza e le armi continuano a seminare morte e sofferenza".      
 
"Mentre ricordo nella preghiera i due vescovi affinché ritornino presto alle loro comunità, chiedo a Dio -ha detto il Pontefice- di illuminare i cuori. Rinnovo il presente invito che ho rivolto nel giorno di Pasqua affinché cessi lo spargimento di sangue, si presti la necessaria assistenza umanitaria alla popolazione e si trovi quanto prima una soluzione politica alla crisi". 
 
I GIOVANI

"Nella piazza ho visto che ci sono molti giovani… è vero questo?". Papa Francesco interloquisce con la folla di fedeli raccolti in piazza San Pietro per l'udienza generale. "Ci sono molti giovani? Dove ci sono?", ha domandato Bergoglio, suscitando applausi e urla dei ragazzi.
"A voi che siete all'inizio della vostra vita, chiedo: avete pensato ai talenti che Dio vi ha dato? Avete pensato come metterli a servizio degli altri? Non sotterrate i talenti, scomettete su ideali grandi che renderanno fecondi i vostri talenti! La vita non ci è data perché la conserviamo gelosamente, per noi stessi, ma perché la doniamo. Cari giovani, abbiate un animo grande, non abbiate paura di sognare cose grandi".
 

ACCOGLIERE IL FRATELLO STRANIERO
Il Papa si è chiesto cosa faccia la sua diocesi per «i tanti stranieri» che sono a Roma. Lo ha fatto, a braccio, durante l'udienza generale. «Penso – ha detto citando Gesù che chiede conto del bene fatto o non fatto al povero e allo straniero – ai tanti stranieri che sono qui in diocesi di Roma, cosa facciamo per loro?».
 
Il MINISTERO E LE STRUTTURE DELLA CHIESA
Intanto Papa Francesco in un passaggio della consueta messa mattutina nella casa Santa Marta, è ritornato sull'essenza profonda della Chiesa e il suo ministero spirituale.  “Una comunità cristiana che cresce e moltiplica i suoi discepoli è una cosa buona ma che può spingere a fare patti per avere ancora più soci in questa impresa", "La Chiesa – ha spiegato nell'omelia tenuta alla Domus Santa Marta – cresce dal basso, lentamente". Infatti, ha ricordato, "a strada che Gesù ha voluto per la sua Chiesa è un'altra: la strada delle difficoltà, la strada della Croce, la strada delle persecuzioni"
 
Secondo Bergoglio, "questo ci fa pensare: ma cosa è questa Chiesa? Questa nostra Chiesa, perché sembra che non sia un'impresa umana". La Chiesa – infatti – è "un'altra cosa": non sono i discepoli a fare la Chiesa, loro sono degli inviati, inviati da Gesù. E Cristo è inviato dal Padre.
 
"E allora – ha osservato – si vede che la Chiesa incomincia là, nel cuore del Padre, che ha avuto questa idea". Anzi, ha aggiunto,  "non so se ha avuto un'idea, il Padre: il Padre ha avuto amore. E ha incominciato questa storia di amore, questa storia di amore tanto lunga nei tempi e che ancora non è finita". "Noi, donne e uomini di Chiesa, siamo in mezzo – ha chiarito il nuovo Pontefice – ad una storia d'amore: ognuno di noi è un anello in questa catena d'amore. E se non capiamo questo, non capiamo nulla di cosa sia la Chiesa". "Ma – si è chiesto Francesco – come cresce la Chiesa? Gesù l'ha detto semplicemente: come il seme della senape, cresce come il lievito nella farina, senza rumore".
 
"E quando la Chiesa vuol vantarsi della sua quantità e fa delle organizzazioni, e fa uffici e diventa un po' burocratica, la Chiesa perde la sua principale sostanza e corre il pericolo di trasformarsi in una ong. E la Chiesa non è una ong. E' una storia d'amore … Ma ci sono quelli dello Ior … scusatemi,  … tutto è necessario, gli uffici sono necessari …  Ma sono necessari fino ad un certo punto: come aiuto a questa storia d'amore. Ma quando l'organizzazione prende il primo posto, l'amore viene giù e la Chiesa, poveretta, diventa una ong. E questa non è la strada".
 

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