“La pillola del giorno dopo non è un medicinale salva-vita”

30/05/2013 

laboratorio medico

LABORATORIO MEDICO

L'intervento critico all'Assemblea Mondiale della Sanità di Monsignor Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale degli Operatori Sanitari

ALESSANDRO SPECIALE
ROMA

La pillola del giorno dopo non è un “prodotto salva-vita” e per questo non va incluso in un elenco di 13 medicinali indispensabili alla salute della madre e del bambino stilata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. L'elenco di 13 “salva-vita” che gli Stati del mondo sono invitati a rendere universalmente accessibili comprende, oltre alla contraccezione d'emergenza, antibiotici, sali per reidratazione e altri medicinali.

Nel suo intervento alla 66.esima Assemblea Mondiale della Sanità, la Santa Sede ha però manifestato la sua contrarietà all'adozione della lista dei “salva-vita”. “Per la mia delegazione, è totalmente inaccettabile fare riferimento a un prodotto medico che costituisce un attacco diretto alla vita del bambino in utero come un 'prodotto salvavita' e, ancora peggio, per incoraggiare il crescente uso di tali sostanze in tutte le parti del mondo”, ha detto monsignor Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale degli Operatori Sanitari, nel suo intervento dello scorso 28 maggio. L'Assemblea dell'Oms ha comunque adottato la risoluzione.

Per Zimowski, la Santa Sede “concorda fortemente con l'esigenza di ridurre ulteriormente la perdita di vite umane e di prevenire le malattie attraverso un maggiore accesso agli interventi economici”. Ma, ha aggiunto, questi interventi devono essere “rispettosi della vita e della dignità di tutte le madri e di tutti i bambini in tutte le fasi della vita, dal concepimento alla morte naturale”.

Per questo, se alcuni dei prodotti nell'elenco proposto dall'Oms sono “veramente salva-vita, quella della ‘contraccezione d'emergenza' difficilmente può essere etichettata come tale in quanto è ben noto che, quando il concepimento è già avvenuto, talune sostanze impiegate nella “contraccezione d'emergenza” producono un “effetto abortivo”.

Lo scorso inverno, i vescovi tedeschi hanno riconosciuto che alcuni contraccettivi d'emergenza non rischiano di produrre un'interruzione di gravidanza ma possono solamente prevenirla, e hanno quindi autorizzato l'uso di questi medicinali per quelle donne che hanno subito uno stupro.

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