Le profezie che si ripetono nel corso dei secoli

Maria Valtorta, I Quaderni del 1943, ed. CEV.

9 ‑ 12 ‑ 43. Più tardi.

Dice Gesù:

Mi pare di avere ripetuto più e più volte[1] che o si crede o non si crede, che il mio tempo non si misura con la vostra misura, che saranno beati quelli che crederanno senza esigere prove.

Aggiungo ora che la profezia può avere dei periodi di ripetizione o di apparente negazione che poi invece risultano essere unicamente una prova data da Dio alla fede degli uomini.

Tutte le profezie antiche e moderne (dico antiche quelle da Adamo alla mia venuta e moderne quelle dalla mia venuta al momento presente, poiché i vostri venti secoli sono una frazione d’ora rispetto alla mia Eternità) presentano dei punti in cui sembrano errate, poiché secondo voi dovevano accadere in un dato periodo e non sono accadute. Ma l’occhio del mio servo vede col mio Occhio. Voi invece vedete col vostro. Onde il mio servo parla o ripete in mio Nome, e ciò che voi credete già superato può essere evento ancora da avverarsi nel futuro. Questo per tutte le profezie, anche quelle dei più grandi spiriti.

A chi guarda coi suoi occhi umani può parere errata e contraddetta dai fatti anche la Profezia perfetta: la mia. Non parrebbe, leggendo i vangeli, che la fine del mondo segue di poco la distruzione di Gerusalemme? Ma quanti secoli sono intercorsi da allora? Eppure la fine del mondo verrà preceduta dai segni che dico e che all’ignoranza e alla paura vostra già tante volte sono parsi prossimi. Io solo so il momento che avranno inizio e non reputo necessario di dirlo. Anche per bontà verso i viventi di quell’ora.

Non vorrete certo pensare che Io, Profeta perfetto perché depositario dei segreti della Divinità, abbia errato! Come non vorrete credere che abbiano errato Pietro, Paolo e soprattutto Giovanni, che era rimasto fuso al suo Maestro anche oltre il tempo del mio soggiorno fra gli uomini. E non dice Pietro: “La fine d’ogni cosa è vicina”? (Pietro 1 lettera Cap. 4 v. 7). E Paolo: “…Noi viventi rimasti sino alla venuta del Signore”[2]e ancora: “Voi ben sapete che chi lo trattiene è il Signore, perché non si manifesti che a suo tempo. Già il mistero dell’iniquità è in azione”. Parrebbe dunque che l’Anticristo fosse fin da allora in azione e solo Dio non gli permettesse di manifestarsi in pieno per essere da Me incenerito. Ed esorta i cristiani di allora a rimanere saldi nella fede per resistere all’iniquità in azione. E il mio Giovanni, infine, il più illuminato, colui al quale i Cieli furono cogniti con prospettive di eventi avvenire noti solo a Dio e fu aperto il mio Cuore con tutti i segreti più segreti, non termina il Libro così eccelso che pare scritto con penna rapita ad un arcangelo:“…il tempo è vicino… Ecco, Io vengo presto. Colui che attesta queste cose dice: Sì, vengo presto.”?

Or dunque dico a voi le stesse parole dei miei santi: “Davanti al Signore un giorno[3] è come mille anni e mille anni come un giorno. Non è che il Signore ritardi, ma usa pazienza… Ci sono delle cose difficili a capirsi che gli ignoranti e i poco stabili travolgono a loro perdizione”.

Oh! beati i credenti e i contenti senza bisogno di troppe prove, beati coloro che riposano sulla parola del Signore anche se par loro oscura e non si procurano i tormenti di Tommaso, che soffrì più giorni degli altri per non credere alla mia Risurrezione, ed altri giorni poi per il pentimento di non aver creduto altro che dopo aver constatato!

“Le stupide questioni, le genealogie, le dispute e le battaglie, sfuggitele, essendo inutili e vane” come dice Paolo (a Tito v. 9[4]). Ricordate che Giovanni a poca distanza di righe dice: “…Anche ora sono già molti gli anticristi, dal che possiamo capire che è l’ultima ora… Non ho scritto a voi (per voi) come a chi non conosce la verità, ma come a chi la conosce e sa che nessuna menzogna può venire dalla verità” (Iadi S. Giovanni v. 18‑21[5]). Infine vi ricordo che chi ripete le parole di Dio o parla direttamente, non lo fa per umano volere “ma ispirato dallo Spirito Santo” come dice Pietro nella sua IIa lettera (v. 21)[6].

Per conto suo, il mio portavoce è un povero nulla che non sente mai tanto d’essere un nulla come quando Io gli metto davanti un punto scritturale e gli dico: “Interpretalo”. Allora egli sembra un uccellino caduto in una rete e spaventato. Io che ne scruto il cuore lo vedo sciogliersi in uno stupore e in un tremore come quello di uno studente costretto a rispondere all’esaminatore su ciò che non sa. E mi piace questo suo non sapere perché me lo tiene basso e pieghevole come velo di seta.

Riguardo ai brani, è inutile spargerli a cibo dei rettili, che se ne possono servire per arma nociva e per bavaglio contro i miei piccoli cristi. Ho già detto[7]e ripeto che occorre molta prudenza, poiché vivete fra rettili velenosi. Perché volete sfamare le stolte curiosità? Non dètto quanto dètto per un vostro sollazzo né per piegarmi alle vostre morbose seti di conoscenze future. Quando sapete, cambiate forse? No. Non siate bugiardi o ingenui. Non cambiate. Gli spiriti retti hanno già più che basta di ciò che[8] è detto per tutti senza alzare i veli più profondi. Gli altri… oh! gli altri! Quando non se ne fanno strumento per nuocere a molti, se ne fanno strumento per nuocere a se stessi, perché studiano, non accolgono, studiano la mia nuova Parola, unicamente con luce e metodo umano. E non ho detto che questo metodo è uccisore?

Ho detto ‑ e se non mi stanco di ripetere la Dottrina mia, mi stanco di ripetere i comandi in merito al “portavoce” ‑ che solo quando egli non sarà più nel mondo sarà tutto cognito della sua fatica. Non abbiate smania di fare esposizioni generali.

Egli non l’ha. Non gli importa d’esser conosciuto, ammirato, e per la fatica e per la mole del lavoro. Con lacrime di sangue vi permette ancora di usare delle pagine “tutte sue” per il bene di tanti e per amore mio. Altro non vuole perché Io non voglio, e nel mio “portavoce” non è più che una volontà: la mia.

Avete nei dettati dei forzieri di gemme bastevoli a rendere luminoso il mondo. Perché volete estrarre anche i diamanti che solo fra qualche anno potranno essere maneggiati senza che le forze del Male se ne approprino per distruggerli? Non ve ne accorgete che siete in mano dei nemici di Cristo?

Colui che scrive è condotto. Ma colui che copia[9] deve saper comprendere ciò che va tenuto a disposizione di un solo, il quale, perché a sua volta è condotto da Me, può capire e benedire. Conservate dunque per l’ora che Io segnerò tutto il lavoro del mio “portavoce” e date ai poveri del mondo, a seconda della loro condizione, ciò che va dato. E pregate per non lasciarvi trascinare da umanità nella vostra scelta.

Per eventi del giorno, P. M. ha già potuto notare la concomitanza[10] e lo può testimoniare. Per il resto, ripeto, usi come usò il direttore di Benigna, il quale era in tempi migliori di questi e aveva fra le mani una materia meno esplosiva, dirò per stare in carattere col tempo presente pieno di esplosioni non tanto di polveri chimiche quanto di sostanze infernali.

Non ripetete le domande perché non risponderò. Non vogliate uscire dalla regola perché non benedirò.Prendete il vostro lavoro e datelo al mio Portavoce. Egli vi dirà i punti che non vanno messi a disposizione dei curiosi e dei malvagi. Io lo terrò per mano nella scelta.

Sono i pargoli quelli che sentono come uccellini il pericolo per istinto. Ed il mio “portavoce” non è men pargolo di quanto fossi Io in grembo alla Madre mia. Lo amo per questo.»


[1]In molti dettati, reperibili attraverso gli indici. I temi qui accennati si trovano soprattutto nei dettati dell’11 settembre e del 16 settembre 1943.

[2] Richiamando questo punto e l’inizio della citazione seguente, la scrittrice annota in calce: Paolo lettera Iaai Tessalonicesi cap. 4 v. 14 (ma si tratta del versetto 15) e lettera IIa ai Tessalonicesi cap. II v. 6‑7

[3] Richiamando qui, la scrittrice annota in calce: S. Pietro III lettera (ma si tratta della 2a lettera) cap. 3 v. 8‑9‑16

[4] meglio: Tito 3, 9

[5] meglio: 1 Giovanni 2, 18‑21

[6] meglio: 2 Pietro 1, 21

[7] Le disposizioni sugli scritti valtortiani, che qui a più avanti vengono richiamate, si trovano nei dettati del 15 agosto (pag. 87), del 23 agosto (pag. 189-190), del 26 ottobre (pag. 333).

[8] che è aggiunto da noi.

[9] Padre Migliorini, cui si riferisce anche la sigla P. M. di alcune righe più sotto.

[10] Vedi, ad esempio. la nota 2 di pag. 177.

 

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