L’Ikea e le libertà individuali

Nuovo articolo su Radio Spada

22 dicembre 2014

 

 

by guelfonero

fotofigliapalmisano

Il fulgido esempio di Angelina Jolie, rispettosa della scelta di sua figlia di otto anni di voler essere un uomo e chiamarsi John, mi ha fatto capire che è giunto il tempo di prendere le distanze dal becero tradizionalismo e maschilismo dei redattori e lettori di Radio Spada.

Pertanto, ed anche sulla scorta di quanto ebbe a scrivere Alphonse Karr («io ho preso una decisione: cedere alle donne subito, – dal momento che si finisce sempre così, economizzo le spese della guerra…»), in piena quarta Domenica di avvento ho deciso di assecondare mia moglie e di portarla all’Ikea.

Qui, dopo aver comprato un albero di Natale, mia figlia Rosa Maria ci ha comunicato (col linguaggio dei segni, perché non parla ancora) di voler, d’ora in poi, essere chiamata “Peppina”. Ovviamente io e mia moglie rispetteremo la sua decisione.

Infine, posizionata la piccola sul carrello, attendevo la sua libera scelta se gettarsi o no di testa sul pavimento, come fa di solito alla Lidl (ma stavolta, rispettoso delle libertà individuali, non l’avrei di certo fermata come ai tempi in cui ero influenzato dalle eccessive letture di Radio Spada). Purtroppo però, gli svedesi dell’Ikea (che passano ingiustamente per progressisti e rispettosi delle libertà individuali) hanno dotato i propri carrelli di un ingegnoso sistema di “cintura di sicurezza per infanti” (che potete vedere nella foto) che, una volta allacciato, ha conculcato le libertà individuali di mia figlia (tra l’altro le cinture di sicurezza le ha inventate quel becero guerrafondaio di Robert McNamara (1), quindi tutto torna), e la povera Peppina non ha potuto liberamente sfraganarsi (fatemi sapere come si dice in italiano) la testa sul pavimento del vichingo centro commerciale.

Non posso che concludere con: “solo un caso? non credo proprio”.

 

Pierfrancesco Palmisano

 

  • si veda il bel documentario sulla vita di Robert McNamara “Fog of War”
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