L’umanità ferita e la speranza nella Croce nella sera di Rio

27/07/2013 

 

Il Papa con la gente di Rio

IL PAPA A RIO, LA VIA CRUCIS

Preghiera e raccoglimento, dopo il grande entusiasmo per il ritorno del Papa che nella Via crucis ricorda come i cattivi politici, le istituzioni e anche i religiosi spesso deludano i giovani

LUCA ROLANDI
RIO DE JANIERO

 

Il consueto incredibile entusiasmo ha accompagnato l'arrivo di papa Francesco al palco del lungo mare di Copacabana. Sono ancora piu' di un milione i giovani presenti. Giunto in elicottero a Fort Cobe, la base militare che ospita anche il media center della Gmg, Francesco e' salito sulla jeep bianca che in questo viaggio sostituisce la Papa mobile blindata ed ha percorso il lungomare di Copacabana tra due ali di folla.

Piu' volte Francesco ha chiesto che la vettura si fermasse per salutare le persone, e baciare e accarezzare i loro bambini. Per una volta il comandante della Gendarmeria Vaticana, generale Domenico Giani, e' salito sul predellino e non ha camminato a lato della vettura che  ha percorso i cinque chilometri dalla base all'altra punta della falce di luna di Copacabana, dove e' stato montato  palco e da dove ha guidato la Via Crucis.

In un percorso di circa 900 metri per l'occasione sono state riprodotte 14 stazioni, proprio per rievocare ogni momento della Passione di Cristo. Alla coreografia – particolarmente elaborata, sotto la direzione del regista teatrale e televisivo Ulysses Cruz – hanno preso parte oltre 700 volontari, oltre ad attori professionisti. Pellegrini di varie nazionalita' si sono occupati, a turno, di portare la croce. Ad ogni stazione, inoltre, si sono alternate persone in rappresentanza di minoranze e gruppi considerati socialmente piu' fragili, tra cui alcune donne, persone disabili su sedie a rotelle, tossicodipendenti e una religiosa che lotta contro l'aborto.

 Il testo delle riflessioni redatto da due sacerdoti molto noti in Brasile anche come cantautori Zezinho e e Joaozinho, partiva dalle domande esistenziali che i giovani si pongono: "Un giovane missionario", "Un giovane convertito", "Un giovane di una comunita' di recupero", "Un giovane portavoce di tutte le madri", "Un seminarista", "Una religiosa che lotta contro l'aborto, rinnovando il suo si' alla vita", "Una coppia di innamorati", "Un giovane portavoce delle donne che soffrono", "Uno studente disabile sulla sedia a rotelle", "Un giovane utente dei social network", "Un detenuto o un giovane coinvolto nella pastorale penitenziaria", "Un giovane malato terminale", "Un giovane con disabilita' uditiva", "Giovani nord-americani, sud-americani, dei Caraibi, dell'Oceania, europei e asiatici".

Il direttore artistico Ravel Cabral ha affermato:"La Via Crucis e' pensata per dialogare con i giovani. In che modo il cammino di sofferenza di Cristo coinvolge oggi la gioventu', con tutti i suoi problemi? E' un percorso che invita alla solidarieta'. Non si tratta solo di rievocare questi problemi, ma di incoraggiare i giovani a intraprendere azioni solidali e cristiane. C'e' infine anche una meditazione ai nativi digitali che temono di diventare ostaggio della rete, nella Via Crucis della Gmg di Rio de Janeiro. che i social network possono essere una possibilita' – recita il testo della decima stazione letto davanti a Papa Francesco – e devo stare molto attento.

Dopo il percorso del rito religioso la riflessione di papa Francesco posto l'accento sul tema del mistero cristiano: dolore e redenzione."Siamo venuti oggi qui per accompagnare Gesù lungo il suo cammino di dolore e di amore, il cammino della Croce, che è uno dei momenti forti della Giornata Mondiale della Gioventù". 

Ha ricordato l'intuzione grande di Karol Wojtyla e quella croce che ha viaggiato lungo quasi trent'anni sulle strade del mondo, insieme a tre Papi.

"Al termine dell'Anno Santo della Redenzione, il Beato Giovanni Paolo II ha voluto affidarla a voi, giovani, – ha detto Bergoglio – dicendovi: «Portatela nel mondo come segno dell'amore di Gesù per l'umanità e annunciate a tutti che solo in Cristo morto e risorto c’è salvezza e redenzione».

Da allora la Croce ha percorso tutti i Continenti e ha attraversato i più svariati mondi dell’esistenza umana, "restando quasi impregnata dalle situazioni di vita dei tanti giovani che l’hanno vista e l’hanno portata. Nessuno può toccare la Croce di Gesù senza lasciarvi qualcosa di se stesso e senza portare qualcosa della Croce di Gesù nella propria vita".

Tre sono state le domande che Francesco ha rivolto ai giovani : Che cosa avete lasciato nella Croce voi, cari giovani del Brasile, in questi due anni in cui ha attraversato il vostro immenso Paese? Che cosa ha lasciato la Croce di Gesù in ciascuno di voi? E, infine, che cosa insegna alla nostra vita questa Croce? 

 Papa Bergoglio ha aggiunto:"Con la Croce Gesù si unisce al silenzio delle vittime della violenza, che non possono più gridare, soprattutto gli innocenti e gli indifesi; con essa, Gesù si unisce alle famiglie che sono in difficoltà, che piangono la perdita dei loro figli, o che soffrono nel vederli preda di paradisi artificiali come la droga; con essa, Gesù si unisce a tutte le persone che soffrono la fame in un mondo che ogni giorno getta via tonnellate di cibo; con essa, Gesù si unisce a chi è perseguitato per la religione, per le idee, o semplicemente per il colore della pelle; in essa, Gesù si unisce a tanti giovani che hanno perso la fiducia nelle istituzioni politiche perché vedono egoismo e corruzione o che hanno perso la fede nella Chiesa, e persino in Dio, per l’incoerenza di cristiani e di ministri del Vangelo".

Nel corso della storia dell'umanita' la croce, e' stata anche un segno di contraddizione e di male, offerenza e morte  per colpa dell' uomo, ma ha aggiunto Francesco questi abissi negativi della fragilitaa' umana non avaranno non "l'ultima parola, perché Lui ci dona speranza e vita: ha trasformato la Croce da strumento di odio, di sconfitta, di morte in segno di amore, di vittoria e di vita.  Il primo nome dato al Brasile è stato ´proprio “Terra de Santa Cruz”.

La Croce di Cristo, dunque come invito a lasciarci contagiare dal Suo amore: "Tanti volti hanno accompagnato Gesù nel suo cammino verso il Calvario: Pilato, il Cireneo, Maria, le donne… Anche noi davanti agli altri possiamo essere come Pilato che non ha il coraggio di andare controcorrente per salvare la vita di Gesù e se ne lava le mani" ha ancora proseguito il Papa.

La conclusione del Papa argentino come sempre apre il cuore alla speranza:" alla Croce di Cristo portiamo le nostre gioie, le nostre sofferenze, i nostri insuccessi; troveremo un Cuore aperto che ci comprende, ci perdona, ci ama e ci chiede di portare questo stesso amore nella nostra vita, di amare ogni nostro fratello e sorella con questo stesso amore".

Precedente E l’Indio si commuove per il Papa Successivo 28 luglio. Da: I Quaderni del 1943 di Maria Valtorta