Mons. Warduni: mondo stia attento a jihadisti o se li troverà a casa

Jihadist dl sedicente Stato Islamico

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Il segretario di Stato americano, John Kerry, ha lanciato un appello per una coalizione globale per fermare "il programma di genocidio" dei jihadisti del sedicente Stato Islamico (Is). Da parte sua, intervenendo al Meeting di Rimini, il vescovo ausiliare del Patriarcato caldeo di Baghdad, Shlemon Warduni, ha denunciato la paralisi della comunità internazionale di fronte all’offensiva estremista in Iraq. Luca Collodi lo ha intervistato:



R. – Questo è il nostro sentimento, perché fin dall’inizio gli europei non si sono mossi, se non dopo un mese e più, quando abbiamo alzato la voce e abbiamo gridato: “Dove è la comunità internazionale? Dove è l’Europa? Dove è l’America?”. Fino a quel momento, hanno condannato l’atteggiamento dell’Is, ma questa condanna che risultato produce? Chi la ascolta? Noi vogliamo che l’Europa, l’America, tutti prendano la cosa sul serio. E’ una situazione che mette in pericolo tutto il mondo. Devono saperlo, questo, gli europei, l’America, l’Onu, che queste comunità così forti e integraliste vogliono solo fare il male, solo uccidere: tutti devono essere distrutti, eccetto loro. Ma chi sono questi? Da dove vengono, questi? Per quale ragione devono sradicare noi, che siamo iracheni fin dalle origini, perché siamo lì da 2000 anni, che siamo cristiani 400 anni prima che loro arrivassero … Da dove vengono? Cosa abbiamo fatto loro? Questo veramente ci fa male! Chi li sostiene? Questi che li sostengono sono peggiori di loro …

D. – Ci potete far capire che cosa sta realmente succedendo in Iraq?

R. – Non avremmo mai pensato che questo potesse succedere! Siamo preoccupati, siamo desolati, siamo tristi perché non comprendiamo perché questi fanno così. Abbiamo tra i musulmani cari amici: abbiamo vissuto centinaia di anni insieme! Questo fanatismo è irragionevole! La nostra gente, i nostri fedeli, ci chiedono di fare qualcosa – ma cosa possiamo fare? – “Chiedete agli occidentali: dove sono i cristiani?, dove è l’America?”. Ecco, noi abbiamo gridato e gridiamo per dire: dite al mondo che noi siamo in grande pericolo! Mosul, Ninive che è cristiana da duemila anni, sono ormai due mesi che non vi si sente alcuna preghiera cristiana, non c’è Santa Messa … Vogliono sradicarci e adesso ci cacciano dalle nostre case, dai nostri villaggi con la minaccia: se non ve ne andate, sarete ammazzati. Se non volete essere ammazzati, diventate musulmani, altrimenti pagate lajizya (tributo, ndr). E non è tutto: non solo li cacciano via, ma prendono tutto quello che apparteneva loro, saccheggiano tutto, anche le piccole cose dalle mani dei bambini: a un bambino gettato per terra hanno tolto di mano una medicina, hanno perfino tolto gli orecchini a una bimba di due anni … Una settimana fa, hanno rapito una bimba di tre anni! Sono disumani! Cosa sono stati capaci di fare agli yazidi! Molti bambini sono morti di sete, altri per malnutrizione, altri li hanno uccisi … Alcuni di loro li hanno sepolti vivi … E poi, una cosa terribile, sporca, immorale: prendere le ragazze, le donne e venderle al mercato!

D. – Le azioni di forza possono risolvere questo problema?

R. – Azioni di forza potrebbero risolvere il problema; però, ci sarebbero tante vittime. Ma noi abbiamo detto, e diciamo e diremo: prima di tutto, non vendete le armi! In ballo ci sono le armi, sono quelle che fanno il male, perché questa gente è forte perché ha le armi; altrimenti, cosa potrebbero fare contro l’esercito iracheno oppure contro l’esercito del Kurdistan?

D. – Come si esce, secondo voi, da questa situazione?

R. – Prima di tutto, tutto il mondo deve prendere in considerazione queste cose, perché questi vogliono arrivare in tutto il mondo e c’è chi li spinge, chi li sostiene: con le armi, con il denaro, con tante altre cose. Quindi, se tutta la comunità internazionale non sta attenta, penso che un giorno se li ritroverà davanti alle sue porte di casa e diranno: “Fuori!” …

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