Müller: più donne nella commissione teologica internazionale

1/09/2014 
 

Card. Müller

CARD. MÜLLER

Il cardinale Prefetto della congregazione per la dottrina della fede in colloquio con l'inserto femminile dell'Osservatore Romano: «Non siamo misogini!». E anticipa che per volere del Papa le presenze rosa nel gruppo di teologi «passeranno da due a cinque o sei»

ANDREA TORNIELLI
CITTÀ DEL VATICANO

Esce il nuovo numero dell'inserto femminile de «L'Osservatore Romano» e contiene l'anticipazione di una prossima nomina papale, l'aumento della presenza di donne nella Commissione teologica internazionale: da due a «cinque o sei». Lo rivela il cardinale Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, Gerhard Ludwig Müller, intervistato dalla storica Lucetta Scaraffia, firma di punta dell'inserto del quotidiano diretto da Gian Maria Vian.

I membri della commissione teologica, che ha il compito di aiutare la Santa Sede e in particolare la Congregazione per la dottrina della fede nell'esaminare questioni dottrinali di maggior importanza, sono nominati per un quinquennio e sono attualmente trenta. Tra di loro ci sono due donne: la tedesca Barbara Hallensleben (docente di Teologia dogmatica e di Ecumenismo alla Facoltà di Teologia di Fribourg, Svizzera), e suor Sara Butler, (docente di Teologia dogmatica all’Università di Santa Maria del lago – Mundelein Seminary – di Chicago, Usa).

Il cardinale «mi anticipa inoltre – rivela Scaraffia nell'articolo pubblicato sull'inserto femminile dell'Osservatore – che la nuova Commissione teologica internazionale, che sta per essere nominata dal Papa, conterà un numero di donne maggiore di quella uscente: mi sembra di capire che passeranno da due a cinque o sei». Si preannuncia dunque un aumento significativo.

Nel corso del colloquio, avvenuto nell'appartamento del cardinale che ha accolto in modo informale l'inviata del quotidiano vaticano, Müller sottolinea come la presenza femminile nella Chiesa debba essere riconosciuta nella sua specificità, non nel suo imitare il modello maschile. E insiste sul fatto che bisogna ricordare che la Chiesa deve essere madre, non istituzione, perché un’istituzione non si può amare, una madre sì.

Il cardinale Prefetto, nel dialogo con Lucetta Scaraffia, è tornato a parlare della vicenda delle suore americane della Leadership Conference of Women Religious, con le quali lo stesso Müller ha recentemente sostenuto una complessa trattativa. «Intanto dobbiamo tenere presente che non sono tutte le suore americane, ma un gruppo di suore del Nord America riunite in un’associazione – ha dichiarato il porporato tedesco – Abbiamo ricevuto molte lettere addolorate di altre suore, appartenenti alle stesse congregazioni, che soffrono molto per l’indirizzo che esse danno alla loro missione».

«E poi le congregazioni non hanno più vocazioni – ha aggiunto Müller – rischiano di estinguersi. Abbiamo cercato innanzi tutto di stabilire un rapporto meno conflittuale, di far calare la tensione, anche grazie al vescovo Sartain che abbiamo mandato a trattare con loro, un uomo molto mite. Dobbiamo innanzi tutto chiarire che non siamo misogini, non vogliamo mangiare ogni giorno una donna! Abbiamo senza dubbio un diverso concetto di vita religiosa, ma speriamo di aiutarle a ritrovare la loro identità».

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