Osservatorio sulla Cristianofobia

   21 novembre 2014

 

L’Osservatorio sulla Cristianofobia, tramite Luci sull’Est, è stato onorato di poter aiutare con un’offerta l’Associazione per la promozione del giornalismo che ha inviato 4 reporters in Siria, Iraq e Africa per testimoniare la realtà dei Cristiani Perseguitati.

Il primo di questi reporters è appena tornato dalla Siria. Ci ringrazia per la fiducia e le preghiere che lo hanno accompagnato tra le strade distrutte di Aleppo e Qamishli, ridotte ormai a città fantasma, e che gli hanno dato la forza di ascoltare le terribili storie dei cristiani rapiti, torturati, costretti a convertirsi o a fuggire dalla loro terra.

Nel corso dell’ultimo mese i reporters si sono messi in contatto con noi, e vorrei oggi renderla partecipe delle loro testimonianze:

… “Mi trovo a pochi chilometri a sud di Baghdad. Qui i volontari dei gruppi armati sciiti combattono contro il Califfato islamico. Ecco in anteprima per te qualche immagine della battaglia di Jurf al-Sakhar terminata con la vittoria dei volontari sciiti contro il Califfato”. 

… “Aleppo, dove mi trovo ora, è una città fantasma … una città martoriata che, pochi sanno, ha quattro milioni di abitanti, come Roma. E, proprio come Roma, anche Aleppo era un tempo capitale di un patrimonio artistico e culturale inestimabile".

… “Non restano che macerie. Ad essere danneggiati dai colpi dei ribelli, oltre agli obiettivi civili, sono soprattutto le chiese … e in esclusiva ci è stato inviato “il racconto drammatico di Padre Adel Daher, parroco della chiesa melchita cattolica “Nostra Signora dell’Assunzione” di Aleppo”.

“A questa terribile guerra civile si è ora aggiunto anche il diabolico fenomeno dell'Isis, l'autoproclamato califfato islamico che continua a tagliare teste, come se fossero mosche”.

… “Qui ogni tipo di connessione internet è assolutamente impensabile: non posso mandare video o foto. Tutto quello che posso fare è raccontarti attraverso questa registrazione telefonica quello che vedo, quello che mi circonda".

… “In molti mi hanno detto che espongo la mia vita ad un rischio esagerato. Non hanno tutti i torti. Neanch'io sono partito per la Siria a cuor leggero, ma sono voluto venire lo stesso. E ora vorrei spiegarti il perché".

“Qui dal 2011 si combatte una guerra civile che oltre ad aver provocato 200mila morti ha generato un mostro chiamato Stato Islamico. Per quasi tre anni in Italia e in Europa molti hanno interpretato la genesi di quel mostro come un anelito di libertà e democrazia. Ottenebrati da questa svista fatale siamo riusciti a dimenticare le nostre radici, a scordare che  qui, sulla strada  di Damasco, è iniziata la tradizione cristiana" …

“Eppure invece di batterci per i cristiani del Medio Oriente e per la nostra tradizione abbiamo preferito schierarci al fianco di chi uccide il prossimo nel nome di Dio".

“Per tre lunghi anni abbiamo cullato il mostro scambiando il fanatismo per democrazia e libertà. Ora il mostro è tra di noi ed il risultato è sotto gli occhi di tutti. Per questo raccontare quel che succede in Siria è fondamentale. E non solo per comprendere cosa rischiano i cristiani del Medio Oriente, ma anche per capire  cosa rischiamo noi permettendo che quella bandiera nera disegnata sopra San Pietro si trasformi da minaccia in realtà. Per questo non ho potuto fare a meno di partire".

Fra poco, metteremo a disposizione dei nostri lettori tutte le loro testimonianze, che saranno anche pubblicate sul Giornale.it.

L’Osservatorio sulla Cristianofobia proseguirà nell’impegno di denuncia di tutte le situazioni di violenza e di negazione della libertà religiosa dei cristiani di tutto il mondo!

Un cordiale saluto!

Silvio Dalla Valle
Responsabile Campagna Osservatorio sulla Cristianofobia

 

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