Pedofilia, l’ex-nunzio Wesolowski condannato allo stato laicale

27/06/2014 
 
Wesolowski

WESOLOWSKI

Concluso il primo grado del processo canonico. Ora l’Arcivescovo polacco rischia l’arresto. Per le accuse il Papa l'aveva richiamato dalla Repubblica Dominicana

DOMENICO AGASSO JR
TORINO

 

Riduzione allo stato laicale: si è concluso così il primo grado di giudizio del processo canonico a carico dell'ex-nunzio apostolico nella Repubblica Dominicana, monsignor Jozef Wesolowski, portato avanti presso la Congregazione per la Dottrina della Fede. La sentenza di condanna è stata resa nota oggi, con una nota, dalla Sala stampa vaticana. L'Arcivescovo polacco, 66 anni, nunzio a Santo Domingo dal 2008, aveva iniziato la sua carriera diplomatica sotto il pontificato di san Giovanni Paolo II. Accusato di atti di pedofilia in Repubblica Dominicana, è stato rimosso dal suo incarico, circa un anno fa, da papa Francesco.   

Wesolowski ha ora due mesi di tempo per proporre eventuale appello; il procedimento penale presso gli organi giudiziari vaticani proseguirà non appena sarà definitiva la sentenza canonica.   

Dal Vaticano si precisa che Wesolowski «ha usufruito di una relativa libertà di movimento in attesa che la Congregazione per la Dottrina della Fede procedesse a verificare il fondamento delle accuse mosse a suo carico» e che «tenuto conto della sentenza ora pronunciata dal Dicastero, saranno adottati nei confronti dell'ex-Nunzio tutti i provvedimenti adeguati alla gravità del caso».

Dopo avere goduto di «relativa libertà di movimento» in attesa che la Congregazione per la Dottrina della Fede ne verificasse le accuse di pedofilia, l'ex-nunzio apostolico a Santo Domingo monsignor Jozef Wesolowski dunque ora rischia l'arresto o comunque una limitazione della libertà.

Il portavoce vaticano padre Federico Lombardi ha spiegato che «si prenderanno misure perché sia residente in un posto preciso, limitato, senza libertà di movimento, poiché è una persona giudicata colpevole di un reato grave e in attesa di un ulteriore procedimento giudiziario».

L'ex-Nunzio era stato richiamato in Vaticano l'estate scorsa, alcune settimane dopo che l'arcivescovo di Santo Domingo, il cardinale Nicolas Lopez Rodriguez, si era rivolto direttamente a papa Francesco riferendo sulle accuse di pedofilia mosse all'Arcivescovo polacco. Ciò avvenne a metà luglio, poco prima del viaggio di Bergoglio in Brasile, e la Segreteria di Stato è intervenuta rapidamente, già all'inizio di agosto, richiamando a Roma Wesolowski, sollevandolo dal suo incarico, e avviando un'indagine affidata alla Congregazione per la Dottrina della Fede.

Nello stesso mese di agosto la Segreteria di Stato ha anche dichiarato, tramite l'ambasciatore della Repubblica Dominicana presso la Santa Sede, l'intenzione di collaborare con le autorità dominicane. «Il richiamo del Nunzio – fu precisato – non manifesta quindi assolutamente l'intenzione di evitare la sua assunzione di responsabilità per quanto venga eventualmente accertato».

 

Lo scandalo che ha coinvolto Wesolowski è scoppiato dopo le denunce di una giornalista di Santo Domingo che in una inchiesta, andata in onda su una televisione privata, sosteneva che il Prelato pagava per far sesso con i minori e frequentava assiduamente una zona di Santo Domingo, nota per la prostituzione minorile

 

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