Ratzinger a Odifreddi: “Mai mascherato abusi su minori”

24/09/2013 
Benedetto XVI scrive ad Odifreddi

BENEDETTO XVI SCRIVE AD ODIFREDDI

La lettera di Benedetto XVI al matematico pubblicata sul quotidiano "Repubblica", dialogo serrato e qualche bacchettata

MARCO TOSATTI
ROMA

Dopo la risposta di papa Bergoglio a Eugenio Scalfari, è adesso la volta di Benedetto XVI di scrivere: a Piergiorgio Odifreddi, matematico, e critico super mediatico della religione e di quella cattolica in particolare. Odifreddi aveva scritto un libro, “Caro papa ti scrivo”, in risposta all’opera di papa Ratzinger “Introduzione al Cristianesimo”.

Benedetto XVI gli ha risposto; una lettera troppo lunga per essere riportata integralmente sul quotidiano romano che la ospita, ma che sarà riportata in un nuovo libero di Odifreddi, ben felice, pensiamo, anche da un punto di vista editoriale di essere quello che definisce “un unicum nella storia della Chiesa: un dialogo fra un papa teologo e un matematico ateo”.

"Non tacere su mali Chiesa. Ma fede lascia scia luminosa", questa frase riassume un pensiero denso e profondo, quello del Papa teologo.

“Caro papa ti scrivo” voleva essere, ricorda Odifreddi, una “luciferina introduzione all’ateismo”; e il protagonista di innumerevoli talk show televisivi si dice sorpreso: riceve una risposta “con un’offerta di ringraziamenti per la lealtà della trattazione, era la realizzazione del massimo delle aspettative possibili, in un mondo che di solito non ne realizza che il minimo”.

Sono undici pagine fitte, quelle della risposta al libro del papa emerito; che dice di aver letto “Alcune parti con godimento e profitto. In altre parti, invece, mi sono meravigliato di una certa aggressività e dell'avventatezza dell'argomentazione”. In primo luogo ribatte all’accusa di Odifreddi che la teologia sarebbe fantascienza. “La fantascienza esiste, d'altronde, nell'ambito di molte scienze”, dice Benedetto, e porta alcuni esempi: “Il grande Jacques Monod ha scritto delle frasi che egli stesso avrà inserito nella sua opera sicuramente solo come fantascienza. Cito: "La comparsa dei Vertebrati tetrapodi… trae proprio origine dal fatto che un pesce primitivo "scelse" di andare ad esplorare la terra, sulla quale era però incapace di spostarsi se non saltellando in modo maldestro e creando così, come conseguenza di una modificazione di comportamento, la pressione selettiva grazie alla quale si sarebbero sviluppati gli arti robusti dei tetrapodi. Tra i discendenti di questo audace esploratore, di questo Magellano dell'evoluzione, alcuni possono correre a una velocità superiore ai 70 chilometri orari…".

Sul tema degli abusi nella Chiesa Benedetto reagisce in maniera netta. “Mai ho cercato di mascherare queste cose. Che il potere del male penetri fino a tal punto nel mondo interiore della fede è per noi una sofferenza che, da una parte, dobbiamo sopportare, mentre, dall'altra, dobbiamo al tempo stesso, fare tutto il possibile affinché casi del genere non si ripetano. Non è neppure motivo di conforto sapere che, secondo le ricerche dei sociologi, la percentuale dei sacerdoti rei di questi crimini non è più alta di quella presente in altre categorie professionali assimilabili. In ogni caso, non si dovrebbe presentare ostentatamente questa deviazione come se si trattasse di un sudiciume specifico del cattolicesimo”. E soprattutto, se è giusto esporre il male nella Chiesa, “Non si deve però, tacere neppure della grande scia luminosa di bontà e di purezza, che la fede cristiana ha tracciato lungo i secoli… È vero anche oggi che la fede spinge molte persone all'amore disinteressato, al servizio per gli altri, alla sincerità e alla giustizia”.

La bacchetta più severa però Ratzinger la riserva a Odifreddi in tema di storia. “Ciò che Lei dice sulla figura di Gesù non è degno del Suo rango scientifico. Se Lei pone la questione come se di Gesù, in fondo, non si sapesse niente e di Lui, come figura storica, nulla fosse accertabile, allora posso soltanto invitarLa in modo deciso a rendersi un po' più competente da un punto di vista storico. Le raccomando per questo soprattutto i quattro volumi che Martin Hengel (esegeta dalla Facoltà teologica protestante di Tübingen) ha pubblicato insieme con Maria Schwemer: è un esempio eccellente di precisione storica e di amplissima informazione storica. Di fronte a questo, ciò che Lei dice su Gesù è un parlare avventato che non dovrebbe ripetere”. Che poi nell’esegesi siano state scritte anche cose poco serie, Ratzinger non ha difficoltà ad ammetterlo. Ma rifiuta invece l’accusa di Odifreddi secondo cui  “Avrei presentato l'esegesi storico-critica come uno strumento dell'anticristo. Trattando il racconto delle tentazioni di Gesù, ho soltanto ripreso la tesi di Soloviev, secondo cui l'esegesi storico-critica può essere usata anche dall'anticristo – il che è un fatto incontestabile”.

E infine Benedetto XVI passa a porre domande, più che a rispondere. “Se Lei vuole sostituire Dio con "La Natura", resta la domanda, chi o che cosa sia questa natura. In nessun luogo Lei la definisce e appare quindi come una divinità irrazionale che non spiega nulla”. E continua: “Vorrei, però, soprattutto far ancora notare che nella Sua religione della matematica tre temi fondamentali dell'esistenza umana restano non considerati: la libertà, l'amore e il male. Mi meraviglio che Lei con un solo cenno liquidi la libertà che pur è stata ed è il valore portante dell'epoca moderna”. L'amore non compare nel libro di Oidfreddi, e anche sul male non c'è alcuna informazione. “Qualunque cosa la neurobiologia dica o non dica sulla libertà, nel dramma reale della nostra storia essa è presente come realtà determinante e deve essere presa in considerazione. Ma la Sua religione matematica non conosce alcuna informazione sul male. Una religione che tralascia queste domande fondamentali resta vuota”.

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