Santa Sede: partecipazione ampia per Ginevra 2 su Siria IFrameIFrame

1/11/2013

 

Dominique Mamberti

DOMINIQUE MAMBERTI

Il pensiero di Dominique Mamberti, segretario per i rapporti con gli Stati della Santa Sede

REDAZIONE
ROMA

 

La Santa Sede "auspica e incoraggia la realizzazione della Conferenza di Ginevra 2 con la maggiore partecipazione possibile". Lo afferma monsignor Dominique Mamberti

"Realisticamente – afferma il presule corso in un'intervista al Sir (Servizio informazione religiosa) – non si può pretendere che la Conferenza risolva di colpo un conflitto che è particolarmente complesso e dove sono implicati tanti interessi divergenti da diversi attori non solo locali ma regionali.

Tuttavia non c'è un'altra via se non quella della ricerca di un accordo con l'aiuto di tutti. La Conferenza Ginevra 2 può e deve essere un primo passo fondamentale, almeno per avviare un processo che sarà prevedibilmente sofferto. Non sappiamo ancora che forma prenderà detta Conferenza né se la Santa Sede sarà invitata a parteciparvi come Osservatore. In caso affermativo, la Santa Sede invierebbe una Delegazione per mostrare la sua sollecitudine per il bene della cara nazione siriana e per offrire discretamente ogni possibile collaborazione. Tuttavia il grande contributo della Santa Sede e della Chiesa si situa in un altro livello che tocca il profondo dei cuori.

Vorrei ricordare la significativa giornata di digiuno e di preghiera per la pace, convocata dal Santo Padre Francesco, che è stata molto bene accolta a livello mondiale e che ha dato tanti frutti di pace. 'Arma' principale della Chiesa è la preghiera e la carità. Il contributo più grande è la vita di fede dei credenti che nei diversi ambiti diventano protagonisti della vita sociale alla ricerca del bene di tutti e della pace".

Per Mamberti "Sebbene nelle ultime settimane ci siano stati sviluppi positivi riguardo allo spinoso tema delle armi chimiche, va rilevato che esso è solo un aspetto dell'intero problema che è tutto ancora da risolvere. Gli scontri violenti continuano a seminare morte e distruzione e la già insostenibile situazione umanitaria continua a peggiorare.

Le previsioni indicano che entro la fine dell'anno la metà della popolazione siriana avrà bisogno di assistenza umanitaria. Si rivela perciò ancora più urgente e necessaria la cessazione della violenza e la priorità dell'impegno per l'assistenza umanitaria alla popolazione sofferente".

Il ministro degli Esteri della Santa Sede, inoltre, ricorda alcuni principi generali esposti dalla diplomazia vaticana lo scorso cinque settembre agli ambasciatori accreditati presso il Palazzo apostolico: è "innanzitutto indispensabile adoperarsi per il ripristino del dialogo fra le parti e per la riconciliazione del popolo siriano; occorre poi preservare l'unità del Paese, evitando la costituzione di zone diverse per le varie componenti della società; occorre garantire, accanto all'unità del Paese, anche la sua integrità territoriale.

Inoltre sarà importante chiedere a tutti i gruppi – in particolare a quelli che mirano a ricoprire posti di responsabilità nel Paese – di offrire garanzie che nella Siria di domani ci sarà posto per tutti, anche e in particolare per le minoranze, inclusi ovviamente i cristiani" perché "tutti, indipendentemente dall'appartenenza etnica e religiosa, sono alla stessa stregua cittadini di pari dignità, con eguali diritti e doveri".

 
 
Precedente Chiese affollate, è l'effetto Bergoglio Successivo Filippine, l'aiuto del Papa e la speranza dei vescovi