Intervistato dal Corriere della Sera il Cardinale spiega il dibattito al Sinodo: «Come facciamo a dire a dei giovani che si sposano che il matrimonio è indissolubile, se ci sarà una via d'uscita?»
DOMENICO AGASSO JR
TORINO
«Credo proprio che non la prenderà». È la previsione del cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, sulla possibile posizione di papa Francesco a favore della comunione ai divorziati risposati. L’ha espressa nell’intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera.
«Come facciamo a dire a dei giovani che si sposano oggi che il matrimonio è indissolubile, se sanno che comunque ci sarà sempre una via d'uscita?», ha affermato il Porporato, ribadendo così la sua contrarietà all’apertura, dopo il Sinodo straordinario di ottobre e in vista del Sinodo ordinario del 2015. «Non riesco a vedere le ragioni adeguate di una posizione che da una parte afferma l'indissolubilità del matrimonio come fuori discussione, ma dall'altra sembra negarla nei fatti».
L'Arcivescovo di Milano si è poi soffermato sull'interesse della Chiesa verso la società: «Non possiamo esonerarci dal prendere posizione pubblica». «Oggi il rischio più grave – ha sottolineato – è distruggere la filiazione attraverso l'utero in affitto, che significa mettere al mondo figli orfani di genitori viventi».
Il Presule ha successivamente parlato della situazione delle periferie di Milano: «Certe zone sono diventate un concentrato di emarginazione molto grave».
Infine, ha riflettuto su alcuni atteggiamenti di fronte al fenomeno migratorio: «Sarebbe astratto ritenere che non incrementi la paura. Ma la paura è cattiva consigliera: bisogna ascoltarla fino in fondo, e dare le ragioni per superarla. Se invece la paura viene cavalcata diventa rabbia, e la rabbia è il terreno fertile per l'ideologia, la rabbia può diventare violenza o rassegnazione narcisistica».