1. Se Dio esiste ed é buono, perché allora consente dolore e male? (primo di due articoli)

SE DIO ESISTE ED E’ BUONO, PERCHE’ ALLORA CONSENTE INGIUSTIZIA, DOLORE, MORTE E NON DISTRUGGE IL MALE?

                                                                                  di Guido Landolina

-prima parte  –

(Primo di due articoli dell’autore già pubblicati sulla Rivista ‘Il Segno del Soprannaturale’ delle Edizioni Segno, 2004)

 

Un argomento dibattuto da che mondo è mondo.

  Mi domando spesso quante persone si saranno fatte questa domanda: ‘Se Dio esiste ed è buono perché allora consente dolore, ingiustizia e male!’ senza forse trovare una risposta razionale se non quella – nei cristiani – dell’abbandono alla volontà di Dio ed a quanto Egli permette che avvenga. Eppure, se chi ha fede non ne fa un dramma, per l’agnostico razionalista o l’ateo la questione costituisce una vera e propria ‘pietra d’inciampo’ che fornisce una solida ragione per confermarli nella loro propensione al non credere nell’esistenza di Dio, o perlomeno nell’esistenza di un Dio ‘personale’ e ‘buono’ come quello dei cristiani.
Al tema del dolore, qualche anno fa, ho dedicato un intero volume 1: si tratta infatti dell’argomento più dibattuto fra tutti quelli del pensiero umano. E’ l’incomprensione del dolore  che spesso porta a negare Dio, come invece è la sua comprensione quella che aiuta a sopportare meglio il dolore stesso.

Nella visione cristiana il dolore e il male nel mondo sono la conseguenza del Peccato originale per cui l’uomo nasce con le ‘stigmate’ del Peccato già allo stato latente e potenziale. Nella visione atea o agnostica, invece, il dolore non ha origini ‘spirituali’, ma fa parte della realtà materiale delle cose: è frutto – nella visione illuminista dei Voltaire e dei Rousseau – di una natura umana ‘nata’ ‘naturalmente buona’ ma snaturata dalla ‘società’ la quale renderebbe l’uomo cattivo. La malattia fisica deriverebbe dalla debolezza comune a tutti i viventi, l’ingiustizia e il Male verrebbero solo dalle azioni e dall’egoismo dell’uomo che viene considerato dall’Illuminista in un’ottica puramente ‘umana’, come un animale e non già come essere spirituale in una carne umana, creato perfetto ma poi decaduto.

  Ecco perché il mondo non va come dovrebbe andare…
 
Quando si voglia interpretare il Male in chiave metafisica, c’è chi fa anche ricorso al principio dualistico pagano delle due ‘divinità’ in conflitto fra loro, quella del Bene e quella del Male, dove neanche a farlo apposta ne esce  soccombente quella del Bene, visto che il Male è quello che solitamente trionfa nella realtà mondana che ci circonda. Ma vi è anche una visione completamente diversa della Realtà, ed è quella dei cristiani.

In tale ottica il Male non è un ‘Principio’ astratto, e nemmeno un ‘dio’, né tantomeno esso è frutto del Caso o un prodotto di una società che degenera da sola. Il Male di cui parla la preghiera del Padre nostro è il Maligno. E’ una realtà spirituale, di più, è una personalità angelica, quella di Lucifero poi divenuto Satana con le sue legioni di angeli ribelli, che dispiega la sua potenza  sulla Terra per distruggere fisicamente e, ancor più, spiritualmente l’uomo, quell’essere creato a somiglianza di Dio, somiglianza nella sua natura di creatura spirituale costituita dalla sua anima.
Un uomo che – se non fosse incorso, attraverso i Primi Due, in quell’azione di disubbidienza e ribellione che noi chiamiamo Peccato originale – sarebbe stato un gioiello della Creazione ‘materiale’ di Dio: uno spirito perfetto infuso nel corpo perfetto di un uomo.
Ed allora  ritorniamo alla domanda iniziale: se Dio esiste, se per definizione è buono, se ama l’uomo così come ci viene insegnato, perché consente il dolore, l’ingiustizia, la morte e soprattutto perché non distrugge il Male?
Nelle mie meditazioni solitarie di ex agnostico-razionalista che cerca di darsi delle risposte ragionevoli ai problemi del ‘credere’ – meditazioni molto spesso consumate sulle pagine dell’Opera della grande scrittrice mistica Maria Valtorta – ho non di rado cercato di darmi degli ‘scampoli’ di risposte. 2
Non dobbiamo mai dimenticarci che Dio è ‘Dio di Libertà’. In tutte le ‘qualità’ che Dio racchiude in sé, quella della ‘Libertà’ – conferita, come facoltà ed aspirazione, all’uomo – non è la meno importante. L’uomo ne conserva il ‘ricordo’ dentro la sua anima ed alla libertà sempre aspira. E Dio lo lascia libero, libero di fare il bene come di fare il male, perchè senza libertà l’uomo sarebbe schiavo, privo di dignità, quindi infelice. E con la libertà l’uomo può subire la ‘prova’, ed è nella prova che egli decide di propria volontà di perdersi liberamente o di salvarsi.
Nessuno è sfuggito alla Legge della Libertà, e della Prova. Non sfuggirono gli Angeli, e per una parte di essi fu l’Inferno. Non sfuggì Adamo, e la vita – con Eva – diventò un ‘inferno’. Non sfuggì Maria Ss. che, pur nata immacolata, dovette mantenersi immune dal peccato in un mondo di peccatori. Non sfuggì Gesù Cristo che fu tentato ma seppe resistere, anzi respinse il peccato. E tutti gli uomini sono ‘liberi’, e libero è Satana di tentarli, perchè la sua tentazione é anche uno strumento di prova.

Ecco dunque perchè il mondo non va come dovrebbe andare: perchè tutti sono liberi, nel bene come nel male. E, poichè il mondo ha per ‘Principe’ il Re delle Tenebre, il mondo vive per le sue leggi. L’ uomo decaduto pecca di suo e, quando questo non basta, pecca per l’Altro. E’ da questo che nascono Dolore ed Ingiustizia, che non sono voluti da Dio ma sono permessi, perché sono prova ed espiazione, perché dobbiamo sempre giudicare tutto, tutto, tutto alla luce della vita dello spirito che, contrariamente a quella naturale, è Vita eterna.

Il dono più grande a cui possa ambire lo spirito…

Qualcuno potrebbe allora obiettare che – se può essere giusto per un uomo affrontare la Legge della Prova, cioè prova ed espiazione per i suoi peccati – non si comprende allora perché mai un bimbo innocente debba soffrire, come pure un uomo ‘giusto’ debba immeritatamente morire mentre – umanamente – i malvagi sembrano trionfare.
E’ una obiezione che credo si siano posti in tanti almeno una volta nella vita e che può molto ostacolare un razionalista, di fronte ad un percorso iniziale di ‘conversione’.
Tuttavia c’è una risposta. 3 Il ‘Male’ al mondo – come già detto – è una conseguenza del Peccato Originale: persa la Grazia, l’uomo perse la perfezione fisica e morale. Dalla prima derivarono le malattie del corpo (e il dolore), dalla seconda le cattiverie (ed il dolore).
I bambini – e comunque i ‘giusti’ che muoiono anzitempo – sono vittime innocenti sacrificate dal Caso. Ma la loro sorte solo umanamente è una ‘disgrazia’, perché essi vanno in Cielo dove possono bearsi della vista di Dio.
E’ l’uomo che – giudicando umanamente e non avendo fede e non credendo in Dio e nel Paradiso – considera questa morte come una ingiustizia.
Al contrario, è la Terra che è una valle di lacrime, un luogo di espiazione. E l’uomo ‘spirituale’, se fosse veramente ‘spirituale’, dovrebbe ambire ad andarsene. In teoria il dono più grande cui debba ambire lo spirito – purché in Grazia – è quello di morire subito per ricongiungersi con Dio.
Ciò, di norma, non è però possibile perché l’uomo deve espiare per guadagnarsi il suo Paradiso. La Terra – a causa del Peccato, e delle colpe degli uomini – è Tempio di espiazione: si comincia a soffrire quando si nasce, poi con il lavoro, le vicissitudini della vita, i lutti, le malattie, la morte.
Questo non significa che Dio è ingiusto ma che l’uomo fu invece ingiusto con Dio, ed ora ne porta le conseguenze, avendo però la prospettiva e la concreta speranza della salvezza e della gioia eterna.

1 Vedi:‘Alla scoperta del Paradiso perduto’ (ovvero il Dio interiore) – Vol. I –  – Ed. Segno. 1999. Scaricabile gratuitamente on line insieme ad altre opere dell’autore dal suo sito web http://www.ilcatecumeno.net
2 G.L. ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Cap. 9 – Ed. Segno, 1997
3 G.L. ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Cap. 108 – Ed. Segno, 1997

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