Si ripete il “miracolo” della liquefazione del sangue di San Gennaro

4/05/2013 

Il cardinale Crescenzio Sepe

IL CARDINALE SEPE

il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, ha aperto la teca che contiene l'ampolla

REDAZIONE
ROMA

Il sangue di San Gennaro era già sciolto quando, intorno alle cinque di oggi pomeriggio, il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, ha aperto la teca che contiene l'ampolla.

Come da tradizione, le reliquie del Santo vengono portate in processione il sabato che precede la prima domenica di maggio: la ricorrenza ricorda la traslazione delle sue ossa dal Cimitero posto nell'Agro Marciano, nel territorio di Fuorigrotta, alle Catacombe di Capodimonte, poi denominate, proprio per questa ragione, di San Gennaro.

Dal Duomo la processione si è snodata per il centro della città, percorrendo via Duomo e via dei Tribunali, passando dinanzi al Pio Monte della Misericordia, attraversando anche Forcella per fermarsi davanti alla Chiesa di Sant'Agrippino. L'annuncio ufficiale del miracolo è stato dato dallo stesso Sepe, all'arrivo nella Basilica di Santa Chiara, prima dell'inizio della messa. Alla celebrazione hanno preso parte, tra gli altri, il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, al quale l'arcivescovo di Napoli ha rivolto il suo saluto dall'altare, il vicesindaco di Napoli, Tommaso Sodano, il questore Luigi Merolla, il console americano Donald Moore.

Dinanzi alla basilica, l'arcivescovo di Napoli è stato avvicinato da una donna di 52 anni in lacrime, ex dipendente di una società in house della Regione Campania, che si è rivolta al presule per chiedere aiuto: «Senza lavoro rischio di perdere mia nipote che ha 12 anni e che vive con me – ha detto la donna Lei finirebbe in una casa famiglia». Il cardinale Sepe si è fermato ad ascoltarla e poi le ha concesso udienza in data da fissare. Alla processione ha perso parte anche padre José Carballo, ministro superiore generale dei Frati minori, elevato alla dignità di arcivescovo.

«Si è creato un deficit di speranza tra i nostri giovani – ha detto il presule durante l'omelia – perché prevalgono disorientamento, ripiegamento su se stessi, ansia e paura per l'incapacità di trovare il proprio posto nella vita». Sepe ha invitato i fedeli che hanno assistito alla messa a rivolgere una preghiera al santo patrono per quanti «vivono in assoluta e preoccupante povertà che non è soltanto di natura materiale perché in troppi casi è anche morale, determinata dalla solitudine, dal l'abbandono e dalla sofferenza in cui vivono, nell'indifferenza e nell'egoismo dei più».

Il cardinale, infine, ha voluto anche ricordare che Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione per le Cause dei Santi a promulgare il decreto che riconosce un miracolo avvenuto per intercessione di Maria Cristina di Savoia, regina delle Due Sicilie, moglie di Ferdinando II di Borbone, morta a soli 23 anni a Napoli nel gennaio 1836. Un riconoscimento che rappresenta il passo decisivo verso la beatificazione della giovane sovrana.

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