Sinodo, Piacenza: se non cura la dottrina la Chiesa non avanza

 Il Penitenziere maggiore sull’assemblea straordinaria: un buon lavoro per il futuro, il Papa garantisce unità
   

 
Card. Piacenza

(©LaPresse)

(©LAPRESSE) CARD. PIACENZA

 

REDAZIONE
ROMA

 

«Se non ci fossero confronti in materie tanto delicate e vitali per la pastorale, vorrebbe dire avere poco sangue nelle vene». Così il cardinale Mauro Piacenza, penitenziere maggiore, commenta l'acceso confronto tra i padri sinodali all'assemblea straordinaria sulla famiglia. «Direi che è stato fatto un buon lavoro sotto la guida dello Spirito Santo, sotto la presidenza del Santo Padre, direi ben finalizzato a quello che sarà il Sinodo del 2015 – dice a Radio Vaticana -. Praticamente si sono dati i `lineamenta´ sui quali si lavorerà con il prossimo Sinodo. La base, direi, è una base realistica, indicativa: si vede chiaramente verso cosa si vuole arrivare e con quali mezzi. Io direi che il lavoro, così come era stato prefissato, è stato svolto».

 

Secondo il Piacenza, «la Chiesa deve continuamente badare a due ambiti, a due sacche particolari. Da una parte, deve mantenere e rinforzare la fede delle persone che sono già nella pienezza, dentro, e dall'altra parte deve sempre andare: se non si caricasse dentro non potrebbe andare fuori». «Spesso – prosegue – si vede questa dicotomia nei mezzi di comunicazione, qualche volta purtroppo anche nelle persone di Chiesa: quasi che l'aspetto contenutistico, l'aspetto dottrinale, si trovasse sempre un po' arcigno di fronte a un aspetto molto sorridente che sarebbe quello invece che “si apre a…”».

 

Ma, secondo il Penitenziere maggiore, «se noi non avessimo persone sane, se i medici non fossero sani non potrebbero curare gli ammalati, quindi bisogna sempre calcolare che bisogna fare una cosa senza perdere l'altra. Tenendo presente che la priorità sta nella custodia del deposito della fede inalterato nei secoli e nei millenni». «Ma non è solo questo – aggiunge -, se no avremo una sorta di sclerosi: di natura sua, la dottrina, siccome non è una verità astratta ma è la Persona di Gesù, deve camminare per andare incontro a tutti».

 

Per il Piacenza, «la comunione sulle cose di fondo è essenziale per andare d'accordo e poter realizzare, anche quando c'è disparità di pareri, qualcosa di fecondo e di positivo apostolicamente». «Quindi è un po' come se dovessimo avere una “moquette” comune sulla quale poter camminare: se non curiamo la moquette – Dio mi perdoni del paragone! – della buona dottrina avremo sempre tensioni, per forza. Quindi la “communio” è il vincolo di fondo. E la garanzia di tutto questo è il Primato di Pietro, che non è una posizione di dominio ma in realtà è la posizione del servizio e della comunione: cioè, garantire che siamo sulla stessa barca e che il Signore non dorme ma è con noi e quindi questo è il grande dono di avere il Papa», conclude.

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