Tutti i numeri della Chiesa: l’Africa prima nella crescita dei fedeli

28/05/2014

 
Sacerdoti

(©LaPresse)

(©LAPRESSE) SACERDOTI

L’”Annuario Pontificio” pubblica le cifre relative alla vita della Chiesa cattolica in tutto il mondo nel primo anno di Papa Bergoglio. L'Asia in testa nell'aumento dei seminaristi.

MARCO TOSATTI
ROMA

L’”Annuario Pontificio”, come ogni anno, pubblica le cifre relative alla vita della Chiesa cattolica in tutto il mondo, raccolte ed elaborate dagli uffici centrali della Santa Sede. E in quest’occasione i dati riportati dall’Annuario appaiono di particolare interesse, perché fanno riferimento al primo anno da papa di Jorge Mario Bergoglio, eletto il 13 marzo 2013 con il nome di Francesco. Le cifre riportate per la vita “ufficiale” della Chiesa – cioè l’aspetto giuridico-istituzionale includono il periodo che va da marzo dell’anno scorso al 22 febbraio 2014. E in questo periodo sono state erette due nuove sedi vescovili, un’eparchia, un esarcato apostolico e un esarcato arcivescovile; è stata elevata una prelatura territoriale a diocesi.

Invece i dati che si riferiscono ai fedeli e agli altri membri della Chiesa sono quelli relativi all’anno 2012; cioè c’è una sfasatura di due anni rispetto alla data della pubblicazione. La Chiesa cattolica è attualmente divisa in 2.981 circoscrizioni ecclesiastiche, diocesi o altre forme di istituzione. Il numero dei battezzati è in costante crescita. Nell’arco temporale che va dal 2005 al 2012 i fedeli battezzati nel mondo sono passati da 1.115 a 1.229 milioni, con un aumento relativo del 10,2 per cento.

Se si confronta questo dato con i tassi dell’evoluzione della popolazione mondiale nello stesso periodo vediamo che questa è passata da 6,46 a 7,02 miliardi. L’incidenza dei cattolici a livello planetario è dunque lievemente aumentata, salendo da 17,3% a 17,5%. Ma si tratta di una crescita molto differenziata, a seconda delle varie aree geografiche e, di conseguenza il dato complessivo risulta diversificato.

La maglia nera va all’Europa, che anche se ospita il 23% della comunità cattolica mondiale (parliamo sempre del 2012), si conferma l’area meno dinamica in assoluto, con una crescita del numero dei fedeli battezzati di poco superiore al 2%. La presenza dei cattolici sul territorio si stabilizza attorno al 40%.

È Il continente africano la terra di maggior sviluppo; il che contribuisce probabilmente a spiegare la recrudescenza di aggressività verso i cristiani e i cattolici da parte delle forme estreme di islamismo. L’Africa globalmente rimane senza dubbio il continente con la maggiore crescita. Il numero dei cattolici in Africa (pari nel 2012 a quasi 199 milioni), infatti, è aumentato a un ritmo pari a quasi il doppio di quello dei paesi del continente asiatico (pari al 29%) e di gran lunga superiore alla crescita della popolazione nello stesso intervallo di tempo.

L’equilibrio fra continenti si modifica in profondità. Risultano così confermati l’accresciuto peso del continente africano (i cui fedeli salgono dal 13,8% del 2005 al 16,2% del 2012 di quelli mondiali) e il continuo calo, invece, di quello europeo, per il quale la percentuale sul totale mondiale è scesa dal 25,2% del 2005 al 23,3% del 2012.

Ma c’è una crescita anche nel peso complessivo, nella Chiesa cattolica, del continente asiatico. L’Asia “pesa” per oltre il 60% nel conto della popolazione mondiale; e i cattolici asiatici mantengono la loro quota – circa l’11% – del mondo fedele alla Chiesa di Roma. Si consolida la posizione dell’America quale continente a cui appartiene il 49% dei cattolici battezzati del mondo, la maggioranza relativa. Stabile rimane, infine, l’incidenza dei cattolici su cento abitanti in Oceania, anche se con una consistenza che non raggiunge lo 0,8% della popolazione cattolica mondiale.

Come ci si poteva attendere, la crescita costante in termini di gregge ha avuto ripercussioni anche sul numero di “pastori” impegnati, anche se l’aumento è più basso in percentuale di quello dei fedeli. Nel periodo 2005-2012 il numero dei vescovi nel mondo è passato da 4.841 a 5.133 con un aumento di 292 presuli, pari al 6%. Tutti i continenti hanno presentato un incremento che percentualmente ha oscillato intorno alla media mondiale per l’America e l’Oceania. Ancora una volta invece l’Europa ha offerto cifre più basse degli altri continenti. In Europa si è registrato l’incremento percentuale più basso (il 3,3%). Al contrario quello più alto (l’11%) si è avuto dai vescovi africani e asiatici. Di conseguenza il peso dei vescovi americani e oceanici non è cambiato nel periodo sotto esame, mentre quello dei vescovi europei ha subito una riduzione di circa un punto che è andato a favore dei continenti africani e asiatici.

Una crescita anche nel settore dei presbiteri, ma differenziata a seconda dell’appartenenza. Nel 2012 i sacerdoti nel mondo erano 414.313, di cui 279.561 membri del clero diocesano e 134.752 del clero religioso. Nel 2005 erano invece 406.411 suddivisi in 269.762 diocesani e 136.649 religiosi. Il numero complessivo dei sacerdoti nel 2012, rispetto a quello del 2005, ha subito una crescita di circa il 2%, risultante dall’aumento del 3,6% del clero diocesano e dal calo dell’1,4% di quello religioso. Un calo dovuto certamente all’invecchiamento e forse alla ridotta vitalità di alcuni ordini religiosi, un tempo fiorenti. L’incremento più alto si è registrato in Africa (24%) e in Asia (20%), a cui seguono l’America (1,6%) e l’Oceania (0,2%). Anche in questo campo le notizie di decrescita vengono dall’Europa: sono diminuiti i sacerdoti europei (6%).

Tranne che nell’Asia e nell’Africa il clero religioso è ovunque diminuito. La distribuzione del clero tra i continenti è caratterizzata da una forte prevalenza di sacerdoti europei (45% nel 2012) che sono il 52% in più dei preti americani (122.924 contro 186.489); il clero asiatico incide per il 14,5%, quello africano per il 9,7% e quello dell’Oceania per l’1,1%. Tra il 2005 e il 2012 non è variata l’incidenza sul totale mondiale dei sacerdoti dell’America e dell’Oceania; invece è cresciuto il peso sia del clero africano (da 8% del 2005 a 9,7% del 2012), sia quello del clero asiatico (da 12,3 a 14,5%), crescita che è andata a scapito del peso del clero europeo che è sceso da 48,8 a 45%.

I diaconi permanenti costituiscono il gruppo degli operatori pastorali in più forte evoluzione nel corso del tempo: da 33.391 nel 2005 hanno raggiunto le 42mila unità nel 2012, con una variazione relativa di più 26,1%. Se l’aumento si è manifestato ovunque, tuttavia, i ritmi di incremento permangono diversi fra le varie aree continentali: in Europa il loro aumento è stato significativo, essendo passati in sette anni da poco meno di 11mila a quasi 14 mila. Anche in America la dinamica è stata sostenuta: nel 2005 questo continente ne contava 21.722, mentre nel 2012 il numero è salito a oltre 27mila. Si sottolinea che questa figura religiosa è molto frequente in America (specialmente quella del nord) con il 64,7% di tutti i diaconi del mondo, e anche in Europa (32,8%). Scarsa è, invece, la presenza dei diaconi in Africa e in Asia: questi continenti rappresentano insieme appena l’1,5% della consistenza globale.

Nel mondo degli istituti religiosi, c’è invece da registrare – in controtendenza rispetto alle cifre sui sacerdoti – un certa vitalità nel campo dei religiosi professi non sacerdoti, che hanno fatto registrare nel periodo sotto esame una lieve crescita numerica. Nel mondo essi contavano 54.708 unità nel 2005 e hanno raggiunto il numero di 55.314 nel 2012. In netto calo in Europa (10,2%), in Oceania (7%) e in America (3,1%), i religiosi non sacerdoti sono aumentati in Asia (27,5%) e in Africa (8,8%). Nel 2012 il peso dei religiosi non sacerdoti in questi due continenti è arrivato a superare la percentuale presente in America. L’Europa continua a mantenere la quota relativa più elevata (31,8%), ma in netta diminuzione.

È forte la diminuzione delle suore a livello mondiale. Le religiose professe hanno rappresentato nel 2012 complessivamente un gruppo di 702.529 unità. L’Europa ne ospita il maggior numero – il 38% del totale – seguita dall’America che conta oltre 186mila consacrate e dall’Asia che raggiunge quasi le 170mila unità. Rispetto al 2005, il gruppo subisce a livello mondiale una flessione del 7,6%. Il calo ha riguardato tre continenti (Europa, America e Oceania) con variazioni anche di rilievo (intorno al 15%). In Africa e in Asia, invece, l’incremento è stato decisamente sostenuto, il 16,7% per il primo e il 10,5% per il secondo.  Di conseguenza si sono modificati gli equilibri fra continenti. La frazione delle religiose professe dell’Africa e dell’Asia sul totale mondiale passa dal 27,9% al 33,9%, a scapito dell’Europa e dell’America la cui incidenza nell’insieme si riduce dal 70,8 al 64,9%.

In forte crescita globalmente i seminaristi. Il numero è aumentato del 4,9%, passando dai 114.439 del 2005 ai 120.051 del 2012. È l’Asia il continente più dinamico; il numero dei seminaristi nel periodo preso in esame è cresciuto del 18%; all’Asia segue l’Africa con il 17,6% di aumento, seguita a sua volta dall’Oceania con il 14,2%. L’Europa ha visto un calo del 13,2% mentre in America si è registrata una diminuzione più contenuta (2,8%). Nel 2012 su mille candidati al sacerdozio di tutto il mondo, 299 erano americani, 296 asiatici, 231 africani, 166 europei e 8 dell’Oceania. 

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