“Abolire per dieci anni i padrini? Francesco è d’accordo”

30/06/2014 
 
Giuseppe Fiorini Morosini

GIUSEPPE FIORINI MOROSINI

Lo riferisce l’arcivescovo di Reggio Calabria dopo la cerimonia di ieri in Vaticano. “E’ un modo per allontanare i mafiosi ed evitare che i sacramenti siano usati in modo strumentale”

REDAZIONE
ROMA

 

La Chiesa sta valutando le soluzioni più opportune per allontanare i mafiosi ed evitare che i sacramenti vengano utilizzati strumentalmente. Un incontro avvenuto ieri nella Sacrestia della Basilica di San Pietro tra Papa Francesco e l'arcivescovo di Reggio Calabria, Giuseppe Fiorini Morosini, ha avuto questo tema. Nel colloquio, a margine della cerimonia di consegna del Pallio, il pontefice ha esortato il vescovo.       

«Papa Francesco, dopo la visita a Cassano -riferisce Morosini- è rimasto molto colpito dalla realtà calabrese. Mi ha incoraggiato ad andare avanti, con forza e fiducia, nel ministero episcopale a Reggio Calabria. Poi, e questo mi ha sorpreso molto, si è ricordato di una lettera che gli avevo inviato, nella quale chiedevo che, per ostacolare l'uso strumentale della Chiesa e dei sacramenti da parte della `ndrangheta, venissero aboliti per 10 anni i padrini per i sacramenti del Battesimo e della Cresima, almeno per la mia diocesi. Papa Francesco vuole che tutti noi, vescovi della Calabria, ci incontriamo per discutere di questo problema ed inviare poi una relazione scritta a lui personalmente».       

La sospensione dei padrini è una questione che sta molto a cuore al presule reggino. Al rientro dall'Assemblea Generale della Cei, svoltasi nel maggio scorso, Morosini ne aveva ampiamente parlato dalle colonne dell'Avvenire di Calabria, dichiarando che «il padrino oggi ha perso di fatto il profilo teologico-pastorale, ed è diventato semplicemente una «figura di riferimento» all'interno di un rapporto di parentela o di amicizia, se non di altro. Una referenza, insomma -aggiungeva l'arcivescovo- che di fatto, in genere, non ha più nulla di quello che é teologicamente e pastoralmente la figura del padrino».

Monsignor Bruno Forte, teologo oltre che arcivescovo di Chieti e Vasto, appoggia senza riserve l'esigenza espressa al Papa da monsignor Giuseppe Morosini a capo della diocesi reggina.  «La scelta di cancellare i padrini nei sacramenti del battesimo e della cresima avanzata dall'arcivescovo di Reggio Calabria è più che legittima: se ritiene che la presenza dei padrini è più dannosa che utile per la crescita spirituale della sua comunità, non solo può ma addirittura deve compiere un passo simile». Da un punto di vista strettamente teologico, «la richiesta non contrasta assolutamente né con la lettera né con lo spirito delle disposizioni canoniche». Comunque, è l'intera comunità cristiana che, in generale, si fa carico dell'accompagnamento di fede dei battezzati e dei cresimati, iniziando ovviamente dai genitori e, appunto quando sia possibile, dal padrino e dalla madrina».       

Dunque, spiega il teologo, «si lascia uno spazio di discrezionalità estremamente importante, che nasce dall'esperienza e dalla saggezza. La scelta dell'arcivescovo di Reggio Calabria non deve destare scandalo ma semmai ammirazione per il coraggio e la saggezza con cui pone ancora una volta la Chiesa in una linea di frontiera contro ogni forma di contaminazione, di infiltrazione e di violenza mafiosa».       

Del resto, osserva ancora Forte, «se scomunichiamo i mafiosi è quanto meno coerente non accettarli come testimoni in un sacramento, sia esso il battesimo o la cresima. Naturalmente, la decisione vale eventualmente soltanto per la singola diocesi che la adotta. Ma al suo interno è vincolante per tutte le parrocchie: nessun parroco potrebbe in questo caso contravvenire alla indicazione del suo vescovo e comportarsi in maniera diversa».       

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