Bagnasco: “No al riconoscimento dei matrimoni omosessuali”

30/05/2013 

  

Bagnasco

BAGNASCO

Il cardinale e presidente della Cei ha anche parlato dei femminicidi frutto di una società emozionale

MIRIANA REBAUDO
GENOVA

 

Il riconoscimento ufficiale dei matrimoni gay "è un vulnus grave alla famiglia"; quanto ai femminicidi che stanno insanguinando l’Italia sono "il frutto di una cultura che esalta le emozioni a scapito della ragione".

Ad esprimersi così è il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei a margine della presentazione al Museo Diocesano dell’arca restaurata che verrà portata sabato nella processione del Corpus Domini.

Affrontando il tema delle prime nozze omosessuali in Francia, il porporato ha dunque parlato di ferita grave che viene inferta alla famiglia che "non solo nel nostro Paese ma ovunque è il presidio dell’umano, dove i bambini, le nuove generazioni, vengono non solo concepite ma educate, com’è diritto e dovere primario e fondamentale dei genitori: un papà e una mamma – ha aggiunto l’alto prelato – che nella loro completezza di personalità danno ai propri figli un’educazione integrale nella libertà di ciascuno".

Circa il riconoscimento dei diritti, l’arcivescovo di Genova ha ricordato quanto già stabilito nel 2007 dalla Cei, e cioè che "non c’è bisogno di un istituto giuridico" perché "l’assicurazione circa i desiderata, i bisogni e i diritti individuali è già garantita dal diritto civile, senza la necessità di creare un nuovo soggetto".

Educazione e ruolo della famiglia, per il presidente della Cei, sono anche al centro dei numerosi episodi di violenza contro donne di ogni età che si stanno ripetendo in Italia: "Questa tragedia – ha sottolineato il cardinale Bagnasco – è il frutto di una cultura, una diseducazione che sempre più esalta le emozioni, che cerca le sensazioni forti oscurando la ragione" riportando poi il discorso sul ruolo educativo della famiglia che in questo contesto "viene oscurato"; "questa cultura che alimenta le emozioni – ha concluso il presidente dei vescovi italiani – è di ostacolo alle funzioni educative". 

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