Bergoglio come Wojtyla: Sant’Egidio torna la diplomazia parallela

28/09/2013 

Un incontro di Sant'Egidio in Africa

UN INCONTRO DI SANT'EGIDIO IN AFRICA

A Roma la ventisettesima edizione dell'Incontro delle religioni per la pace promosso dalla Comunità di Sant'Egidio

GIACOMO GALEAZZI
CITTÀ DEL VATICANO

In principio furono Karol Wojtyla, il feeling tra l'"Onu di Trastestevere" e il Segretario di Stato Casaroli e l'invenzione dei meeting interreligiosi ad Assisi in un mondo ancora spaccato in due dal Muro di Berlino.

Pian piano i ragazzi ex sessantottini di Sant'Egidio si conquistarono in pratica il rango di "diplomazia parallela" della Santa Sede. Arrivarono poi i successi geopolitici sotto l'egida informale della ostpolitik pontificia, la riuscita mediazione di pace in Mozambico e la "promozione" sul campo a braccio secolare del Palazzo Apostolico, quasi una terza sezione della Segreteria di Stato. Dopo le luci con il pontificato di Giovanni Paolo II venne per la "multinazionale della solidarietà" la gelata del settenato ratzingeriano dei principi bioetici non negoziabili, lo scontro di civiltà teorizzato dai teocon, lo strappo con l'Islam a Ratisbona.

Adesso con Francesco i riflettori si riaccendono su Sant'Egidio grazie all'apostolato nelle "periferie esiestenziali" e al ritorno della Santa Sede al centro della geopolitica mondiale. Per segnare la continuità tra Bergoglio e Wojtyla,tra i relatori (accanto a leader musulmani e capi di Stato del terzo mondo) l' Incontro internazionale per la pace 2013 affida a un reduce dei gulag staliniani il compito di legare le due epoche. 

«Coraggio» e «speranza» per liberare le religioni dall'uso della violenza: in un momento in cui il mondo è agitato dalla crisi siriana ed è vicina l'eco della strage al centro commerciale di Nairobi, si apre sotto questo auspicio, domani a Roma, la nuova edizione – la ventisettesima – dell'Incontro delle religioni per la pace promosso dalla Comunità di Sant'Egidio. Parteciperà domani all'inaugurazione anche Giovanni X, patriarca greco-ortodosso di Antiochia, fratello di Boulos Yazigi, uno dei due vescovi rapiti ad Aleppo nell'aprile scorso, che ha incontrato ieri papa Francesco.

Mentre martedì, al teatro del Collegio Urbano, sarà presente al panel sulla crisi in Medio Oriente, anche l'inviato della Stampa Domenico Quirico, con lui il ministro della Difesa Mario Mauro e i rappresentanti di movimenti e associazioni egiziane, siriane e libanesi. Sempre martedì è previsto un panel al carcere di Rebibbia cui parteciperanno i detenuti dell'istituto.

L'ultimo giorno, prima della cerimonia finale con l'appello per la Pace in Campidoglio, alle 17 si terrà in contemporanea, e in luoghi diversi, la preghiera di sette comunità religiose, oltre che di cristiani, di musulmani, buddisti, sikh, tenri kyo, zoroastriani e induisti. Il Meeting di Sant'Egidio punta a trasmettere concetti come l'«unità», la «coabitazione», quindi l'idea del «vivere insieme» anche tra persone di provenienze differenti. Fino a martedì, oltre 400 rappresentanti delle grandi religioni ed esponenti della vita politica e culturale europea e mondiale provenienti da 60 Paese, faranno sentire la loro voce in favore della convivenza pacifica tra culture e fedi diverse, si confronteranno sul dialogo tra laici e credenti, su migrazione ed accoglienza, sulla violenza sulle donne, e su un tema caro alla Comunità come la vecchiaia, con un incontro sulla forza degli anni.

Lo «Spirito di Assisi», sulla scia del grande incontro interreligioso voluto da Giovanni Paolo II nel 1986 nella città di San Francesco, torna a soffiare sulla tre giorni (dal 29 settembre al primo ottobre) del meeting intitolato quest'anno «Il coraggio della speranza». Domani l'inaugurazione all'Auditorium della Conciliazione con la relazione del premier Enrico Letta e gli interventi del fondatore della comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi e del vicario di Roma, il cardinale Agostino Vallini. Lunedì alle 12 i partecipanti al Meeting saranno ricevuti in udienza da Francesco, il Pontefice che ad aprile proclamerà santo il suo predecessore Wojtyla: maestro di geopolitica e comunicazione come ha evidenziato lo stesso Bergoglio nel colloquio con i giornalisti sul volo da Rio a Roma.

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