Cambio alla Cei, Crociata va a Latina

19/11/2013
Monsignor Mariano Crociata

MONSIGNOR MARIANO CROCIATA

Il segretario della Conferenza episcopale lascia. Fra qualche settimana la nomina del successore

ANDREA TORNIELLI
CITTÀ DEL VATICANO

Il suo primo mandato quinquennale come segretario della Cei era scaduto poco più di un mese fa: Francesco l'aveva «prorogato» (non «confermato») e dunque sapeva che avrebbe lasciato in tempi brevi la Conferenza episcopale. Oggi è stata resa nota la destinazione di monsignor Mariano Crociata: diventa vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, nel Lazio.

Con la nomina di Crociata a Latina si torna alla tradizione dell'epoca montiniana continuata fino agli albori del pontificato di Giovanni Paolo II, che non vedeva la segreteria dell'episcopato come «scivolo» per le più importanti diocesi italiane. Ma da Camillo Ruini in poi, tutti i segretari hanno lasciato la Cei per destinazioni cardinalizie: Ruini divenne Vicario di Roma, Dionigi Tettamanzi arcivescovo di Genova, Ennio Antonelli e Giuseppe Betori arcivescovi di Firenze. È evidente che con la designazione di oggi è iniziato il cambiamento della Conferenza episcopale italiana secondo le indicazioni nuovo Papa.

Francesco vuole più collegialità, un ruolo più significativo delle conferenze episcopali regionali, la rivisitazione dello statuto per arrivare – se la maggioranza dei vescovi saranno d'accordo – all'elezione del presidente e del segretario (fino ad oggi di nomina papale). Non si può nemmeno escludere che in futuro, con una Cei dalle strutture meno consistenti, il segretario non sia più vescovo, come accade per le conferenze episcopali di altri Paesi (come negli Stati Uniti, in Germania e in Francia, tanto per citare tre episcopati di rilievo).

Il nuovo vescovo di Latina è nato a Castelvetrano, nella diocesi di Mazara del Vallo, il 16 marzo 1953. Ha studiato al Seminario di Mazara del Vallo, è stato alunno del Collegio Capranica, ha frequentato la Gregoriana, ottenendo il dottorato in Teologia. È autore di un un manuale di Teologia fondamentale e si è dedicato in modo particolare ai rapporti tra il cristianesimo e le altre religioni. Prete dal 1979,  è stato parroco e assistente diocesano di Azione Cattolica, professore di Teologia fondamentale e direttore del Dipartimento di Teologia delle religioni alla Facoltà Teologica di Sicilia. Nel luglio 2007 Benedetto XVI l'ha nominato vescovo di Noto, dove ha fatto l'ingresso nell'ottobre successivo. Meno di un anno dopo, il 25 settembre 2008, veniva chiamato da Papa Ratzinger alla segreteria della Cei, dopo la promozione di monsignor Betori a Firenze.

Crociata potrebbe per il momento continuare a svolgere la sua funzione di segretario della Cei: l'ingresso in diocesi a Latina avverrà prima di Natale. Attualmente lo statuto prevede che il Consiglio permanente – il «Parlamentino» della Cei – proponga al Papa una terna di nomi di candidati alla segreteria.

Nel breve discorso pronunciato stamani davanti ai collaboratori della Cei, Crociata ha detto: «Quello che oggi viene annunciato è un passaggio fisiologico. Sono grato a papa Francesco anche per avermi voluto prorogare oltre la conclusione del manda-to, ma soprattutto per la fiducia che ha mostrato verso la mia persona nominandomi vescovo di Latina. A lui rinnovo, anche in questo momento, la mia devozione e la piena obbedienza. In questa circostanza si fa più avvertita in me la percezione –non solo mia – che quelli che viviamo sono tempi di grandi cambiamenti per la Chiesa».

«La figura di papa Francesco ha impresso un’accelerazione e una nuova di-rezione a un processo già in atto, mostrando come la Chiesa può essere soggetto di una trasformazione che conosce molteplici fattori di tipo culturale, sociale ed eco-nomico. Si tratta di un processo complesso, che vede accostati l’entusiasmo delle folle che si raccolgono attorno al Papa e la fedeltà quotidiana, talora affaticata, del-le nostre comunità e, ultimamente, della nostra fede».

«È in questo clima – ha concluso il nuovo vescovo di Latina – che dobbiamo raccogliere l’invito del Papa a far crescere la partecipazione e la condivisione, il calore delle relazioni e la cordialità nella dedizione, una comunicazione di fede che, senza sminuire il senso dell’istituzione ma orientandola al suo fine specifico, sia attenta alla persona e alla sua situazione, come da alcuni anni – con la cura dell’educare e la ricerca dell’umano rigenerato dalla fede – stiamo imparando a fare. Raccogliamo e teniamo desta l’indicazione che viene dal magistero e dall’esempio del Papa».

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