Capriles: “Chiedo aiuto al Papa. 
Maduro affonda il Venezuela”

7/11/2013 
Capriles con Francesco

CAPRILES CON FRANCESCO

Il leader dell’opposizione: diritti umani violati, Francesco favorisca il dialogo

GIACOMO GALEAZZI
CITTÀ DEL VATICANO

 

Alla vigilia dell’udienza papale era piombata in Curia la diffida «oficialista» dell’establishment bolivarista: «Il Papa deve fare attenzione alla natura violenta e incostituzionale, fascista e golpista del personaggio». E invece il leader dell’opposizione venezuelana Henrique Capriles esce dall’intensissimo colloquio con Francesco senza l’ombra di un dubbio. «Bergoglio favorirà il dialogo: è un papa latino che conosce bene la nostra realtà e potrà aiutarci moltissimo a democratizzare e pacificare il Paese anche attraverso il nuovo Segretario di Stato Pietro Parolin che è stato nunzio a Caracas».

Nessuna dichiarazione ufficiale dalla Santa Sede per non accentuare le distanze con un presidente – Nicolás Maduro – che conclude ogni discorso pubblico invocando la protezione divina ma che in realtà è ai ferri corti con i vescovi sulle libertà civili. In piazza San Pietro centinaia di simpatizzanti acclamano Capriles «il vero presidente», «scippato della vittoria dai brogli elettorali».

Qual è il risultato dell’incontro con il Pontefice?

«È stato un confronto straordinariamente importante, il Papa ha esplicitato l’intenzione di favorire la mediazione per superare le radicali contrapposizioni e raggiungere un’intesa. L’80% dei venezuelani si riconosce nella Chiesa cattolica e io mi sono impegnato a collaborare con l’episcopato nazionale per scongiurare un clima di odio e delegittimazione reciproca tra le parti politiche. Il Venezuela è con il Papa e io ho incontrato Francesco in ragione della mia fede e in rappresentanza di milioni di venezuelani».


Il Papa può scongiurare lo scontro?


«Francesco ha una grande incidenza su una società profondamente cattolica ed esorta i responsabili istituzionali e politici a rifiutare ogni forma di violenza e a stabilire un dialogo, nel reciproco riconoscimento, alla ricerca del bene comune. Solo in un Venezuela autenticamente democratico e pacificato arriveranno finalmente gli indispensabili investimenti stranieri. Espropri e mancanza di sicurezza giuridica ostacolano il passaggio da un’economia importatrice a una che produce. Il caos è un Paese in cui vengono uccise 20mila persone l’anno e in cui manca drammaticamente l’occupazione. Il Venezuela ha un assoluto bisogno di negoziato e di dialogo per chiudere la stagione nefasta dell’egemonia di potere». 


Maduro ha deciso di anticipare le festività natalizie in nome della «suprema felicità sociale per il popolo». È d’accordo con lo spostamento del Natale?

«È una presa in giro. Lo spirito di una festa religiosa non si modifica per legge. Un provvedimento del genere offende il sentimento religioso di un intero popolo. In realtà si tratta soltanto dell’ultima mossa del governo per coprire il fallimento nella gestione dell’economia che sta affrontando una lunga serie di problemi, in primo luogo quella di un’inflazione, che viaggia ormai a un tasso annuale di circa il 50%. Mentre Maduro gioca con il senso della fede dei venezuelani, il Paese deve affrontare il problema crescente della scarsità di cibo oltre a quello della sicurezza». 


Cosa ha raccontato a Bergoglio?

«Ho descritto la pesante situazione interna del nostro Paese. Purtroppo dobbiamo registrare continue violazioni dei diritti umani senza che gli organi del potere pubblico intervengano. Al Papa ho rappresentato una condizione nazionale insostenibile tra perseguitati, processati, prigionieri ed esuli a causa di motivi politici. Mentre il quadro economico e sociale si deteriora continuamente e la crisi si aggrava, i mezzi dello Stato servono in modo attivo ed esclusivo per portare avanti campagne sistematiche destinate a screditare chiunque osi alzare la voce. Ho promesso al Papa il mio massimo impegno e se dovessi sintetizzare in una parola il significato del colloquio con Francesco direi “dialogo”. La strada è quella indicata dal Pontefice: conciliazione contro lo spirito di fazione».

Servirà?

«Credo nella capacità e nel potere di convocazione della Chiesa: ho chiesto al Papa di promuovere una mediazione in Venezuela. La Chiesa possiede l’autorità morale per rilanciare il dialogo, ha la capacità di chiamare al tavolo tutte le parti. La Chiesa deve convocare un dialogo onesto, serio, sulla base della verità, alla quale il governo finora si è opposto». 

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