Lo ha detto il Papa al Regina Coeli: i conflitti ci sono, il punto è come si affrontano. Niente chiacchiere, invidie e gelosie
MAURO PIANTA
ROMA
Confronto, discussione e preghiera: così si affrontano e si risolvono i problemi nella Chiesa. Lo ha detto Papa Francesco prima della preghiera del Regina Coeli. «Avete capito bene? – ha scandito Bergoglio rivolgendosi ai 50mila fedeli che gremivano piazza san Pietro – Niente chiacchiere, invide e gelosie».
Il Pontefice aveva preso le mosse dalla lettura degli Atti degli Apostoli che documentano come già nella Chiesa primitiva emergessero le prime tensioni e i primi dissensi. «Nella vita – ha osservato il Papa -, i conflitti ci sono, il problema è come si affrontano. Fino a quel momento l’unità della comunità cristiana era stata favorita dall’appartenenza ad un’unica etnia e cultura, quella giudaica. Ma quando il cristianesimo, che per volere di Gesù è destinato a tutti i popoli, si apre all’ambito culturale greco, viene a mancare questa omogeneità e sorgono le prime difficoltà. Serpeggia il malcontento, ci sono lamentele, corrono voci di favoritismi e disparità di trattamento. Tutte cose – ha aggiunto a braccio Bergoglio – che succedono anche nelle nostre parrocchie». Poi ha proseguito nella lettura del testo: «L’aiuto della comunità alle persone disagiate – vedove, orfani e poveri in genere -, sembra privilegiare i cristiani di estrazione ebraica rispetto agli altri».
Allora, di fronte a questo conflitto, – ha spiegato Francesco – gli Apostoli prendono in mano la situazione: «Convocano una riunione allargata anche ai discepoli, discutono insieme la questione. I problemi infatti non si risolvono facendo finta che non esistano! Ed è bello questo confronto schietto tra i pastori e gli altri fedeli». «Si arriva dunque ad una suddivisione dei compiti. Gli Apostoli fanno una proposta che viene accolta da tutti: loro si dedicheranno alla preghiera e al ministero della Parola, mentre sette uomini, i diaconi, provvederanno al servizio delle mense per i poveri. Questi sette non vengono scelti perché esperti in affari, ma in quanto uomini onesti, di buona reputazione, pieni di Spirito Santo e di sapienza».
«I problemi nella Chiesa – ha esortato Bergoglio – si risolvono confrontandoci, discutendo e pregando, con la certezza che le chiacchiere, le invidie e le gelosie non potranno mai portarci alla concordia e alla pace. Quando lasciamo allo Spirito santo la guida lui ci porta all'armonia. Niente chiacchiere, niente invidie e niente gelosie. Avete capito bene?».
«La Vergine Maria – ha concluso – ci aiuti ad essere docili allo Spirito Santo, perché sappiamo stimarci a vicenda e convergere sempre più profondamente nella fede e nella carità, tenendo il cuore aperto alle necessità dei fratelli».
Il Papa ha ricordato le popolazioni dei Balcani colpite dalle inondazioni. «Affido le vittime di questa calamità al Signore e prego per le persone che stanno vivendo ore di angoscia e tribolazione».
Francesco ha quindi accennato al beato Durcovici, perseguitato dai comunisti. «Ieri a Iasi, in Romania, è stato proclamato beato il vescovo Anton Durcovici, martire della fede. pastore zelante e coraggioso, fu perseguitato dal regime comunista rumeno e morì in carcere nel 1951».
Al termine, l’ormai tradizionale saluto: «A tutti auguro una buona domenica. Buon pranzo e arrivederci!»