Il Papa ai “devoti della ‘dea tangente’: la corruzione toglie dignità”

8/11/2013 

 

Francesco a Santa Marta

FRANCESCO A SANTA MARTA

Francesco a Santa Marta: “La dignità viene dal lavoro degno, onesto, e non da queste strade più facili che alla fine ti tolgono tutto”

DOMENICO AGASSO JR
ROMA

La corruzione annulla la dignità. Lo ha affermato papa Francesco durante la Messa celebrata stamani nella Casa Santa Marta, come riferisce Radio Vaticana. Il Pontefice si è soffermato sui tanti giovani che ricevono dai genitori “pane sporco”, ossia guadagni frutto di tangenti e corruzione, e hanno bisogno di dignità perché il lavoro disonesto la toglie.

Francesco è partito dalla parabola dell’amministratore disonesto per parlare “dello spirito del mondo, della mondanità”,  di “come agisce questa mondanità e quanto pericolosa sia”. Il Figlio di Dio “pregava il Padre perché i suoi discepoli non cadessero nella mondanità”.

“È il nemico – ha detto il Papa – Quando noi pensiamo ai nostri nemici, davvero pensiamo prima al demonio, perché è proprio quello che ci fa male. L’atmosfera, lo stile di vita piace tanto al demonio e questa mondanità: vivere secondo i valori – fra virgolette – del mondo. E questo amministratore è un esempio di mondanità”. Il Pontefice ha osservato che “qualcuno di voi potrà dire: ‘Ma, questo uomo ha fatto quello che fanno tutti!’. Ma tutti, no! Alcuni amministratori, amministratori di aziende, amministratori pubblici; alcuni amministratori del governo… Forse non sono tanti. Ma è un po’ quell’atteggiamento della strada più breve, più comoda per guadagnarsi la vita”. 

Il padrone, nella parabola, elogia l’amministratore disonesto per la sua furbizia: “Eh sì, questa è una lode alla tangente! E l’abitudine della tangente è un’abitudine mondana e fortemente peccatrice. E’ un’abitudine che non viene da Dio: Dio ci ha comandato di portare il pane a casa col nostro lavoro onesto! E quest’uomo, amministratore, lo portava, ma come? Dava da mangiare ai suoi figli pane sporco!”. Ecco il passaggio sui figli, “forse educati in collegi costosi, forse cresciuti in ambienti colti, avevano ricevuto dal loro papà come pasto sporcizia, perché il loro papà, portando pane sporco a casa, aveva perso la dignità! E questo è un peccato grave! Perché si incomincia forse con una piccola bustarella, ma è come la droga, eh!”.

È così che l’abitudine alle tangenti diventa una dipendenza, ha messo in evidenza il Papa. Ma se c’è una “furbizia mondana”, ha aggiunto, c’è anche una “furbizia cristiana, di fare le cose un po’ svelte… non con lo spirito del mondo”, ma onestamente.

Francesco ha spiegato che tutto questo lo dice Gesù quando invita a essere astuti come i serpenti e semplici come colombe: unire queste due dimensioni, ha argomentato il Papa, “è una grazia dello Spirito Santo”, un dono da domandare.

Il Pontefice ha espresso poi una preghiera: “Forse oggi ci farà bene a tutti noi pregare per tanti bambini e ragazzi che ricevono dai loro genitori pane sporco: anche questi sono affamati, sono affamati di dignità!”; Francesco ha chiesto di “pregare perché il Signore cambi il cuore di questi devoti della dea tangente e se ne accorgano che la dignità viene dal lavoro degno, dal lavoro onesto, dal lavoro di ogni giorno e non da queste strade più facili che alla fine ti tolgono tutto”.

E poi ha concluso: “Finirei come quell’altro del Vangelo che aveva tanti granai, tanti silos ripieni e non sapeva che farne: ‘Questa notte dovrai morire’, ha detto il Signore. Questa povera gente che ha perso la dignità nella pratica delle tangenti soltanto porta con sé non il denaro che ha guadagnato, ma la mancanza di dignità! Preghiamo per loro!”.

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