J. Thierry, presto il primo beato “milanese” giunto dall’Africa

10/09/2014 

J. Thierry, presto il primo beato “milanese” giunto dall’Africa

  

 

Jean Thierry

JEAN THIERRY

Prima tappa del processo di beatificazione per il giovane frate morto otto anni fa. Scola: «Un evangelizzatore venuto dalle terre di missione»

MAURO PIANTA
ROMA

Il succo è questo: per la Diocesi di Milano, Jean Thierry, ragazzo giunto dal Camerun, frate carmelitano morto a Legnano nemmeno 24enne, merita di diventare santo. Le carte, adesso, passano al Vaticano, ma il processo che porta alla beatificazione è già partito. Ieri l’Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, a conclusione della cerimonia di chiusura del Processo diocesano Super Virtutibus (tappa fondamentale vero la beatificazione) ha detto: «La figura  di Jean Thierry è un motivo di consolazione e di gioia che ci spinge a prendere in mano noi stessi, a porci la stessa domanda che per lui fu bruciante: per chi viviamo? Ci troviamo davanti ad un uomo che ha saputo vivere di dedizione al Signore, ai fratelli. Dopo essere stati noi a portare il vangelo in tante zone del mondo, accogliamo con gioia l'arrivo di evangelizzatori e testimoni che giungono da queste terre, come ė stato Jean Thierry, perché risorga la nostra fede, per imparare di nuovo ad amare chi ci sta vicino, ad assistere chi è nel bisogno».

Dunque ci sarà presto il primo beato “milanese” venuto dall’Africa.

Molti gli amici che lo hanno ricordati, erano presenti ieri alla cerimonia (a questo link una testimonianza).

Alcuni suoi amici hanno intrapreso un’iniziativa singolare: hanno creato – primo caso per una persona incamminata agli onori degli altari – una pagina facebook  a lui dedicata.

Nato il 4 febbraio 1982 a Bamenda (Cameroun), fin da giovanissimo Jean Thierry manifestò il desiderio di diventare sacerdote: a 13 anni entrò nel Seminario minore di Guider. Di carattere socievole, allegro, ricco di humor, conquistava i coetanei, intelligente e sempre primo della classe, teneva ripetizioni per chi era meno dotato; brillante nel comporre piccoli poemi.  Nel 2003 entrò come postulante nel Carmelo teresiano a Nkoabang e l’anno dopo fu ammesso al Noviziato. Ma qualche settimana più tardi scoprì di essere affetto da un tumore osseo: subì così l’amputazione della gamba destra, offrendo la sua sofferenza alla nascita di nuove vocazioni. Per consolare  Padre Giorgio Peruzzotti, priore del convento di formazione e sua guida spirituale, dirà: «In fin dei conti il Signore gli chiede solo il dono di una gamba che ormai non serve più».

Nel 2005 padre Gabriele Mattavelli, Provinciale dei Carmelitani Scalzi in Cameroun, portò in Italia con sé Jean Thierry, perché iniziasse a Concesa (MI) il suo noviziato e potesse essere assistito adeguatamente dal punto di vista sanitario. Ma le cure a cui fu sottoposto non diedero i risultati sperati.

Col consenso del Padre Generale dell’Ordine, l’8 dicembre 2005, Jean Thierry emise la sua professione solenne nel Carmelo teresiano. Meno di un mese dopo, il 5 gennaio 2006, fra Jean Thierry di Gesù Bambino e della Passione morì all’ospedale di Legnano (MI). I suoi funerali celebrati prima nella Parrocchia S. Teresa di Legnano e poi in Cameroun, a Yaoundé, dove la sua salma venne trasportata, videro la partecipazione di un’immensa folla di amici. La sua tomba, nel cimitero dello studentato carmelitano di Nkolbisson – Yaoundè (Cameroun), è meta di continui pellegrinaggi ed è sempre coperta di fiori e lumi.

Il 16 luglio 2013 l’Arcidiocesi di Milano, sollecitata dalla Provincia Lombarda dei Carmelitani Scalzi, ha aperto il processo canonico in vista della beatificazione. Dopo la chiusura ufficiale avvenuta ieri, la documentazione sarà trasmessa a Roma in attesa dell’esame della Congregazione dei Santi. «Io non farò – disse uno dei suoi ultimi giorni – come Teresa di Gesù Bambino che ha promesso una pioggia di rose dal cielo, no, io dal mio cielo farò piovere un diluvio di vocazioni».
 

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