«Le potenze demoniache sono impotenti di fronte alla fede»

4/11/2013 

La cerimonia nella Basilica di San Pietro

LA CERIMONIA NELLA BASILICA DI SAN PIETRO

Il Papa alla Messa in suffragio dei Cardinali e Vescovi scomparsi: «Gesù ha voluto conservare le piaghe nelle sue mani per farci sentire la sua misericordia»

DOMENICO AGASSO JR
ROMA

 

I nostri morti «sono nelle mani di Dio!», compresi i Cardinali e Vescovi defunti nel corso dell'ultimo anno, «pastori zelanti che hanno dedicato la loro vita al servizio di Dio e dei fratelli» e che hanno amato la Chiesa «come una sposa». E anche «i nostri peccati sono nelle mani di Dio»; quelle mani «sono misericordiose, mani “piagate” d’amore». L'ha detto papa Francesco nell'omelia della Messa celebrata – come facevano i suoi Predecessori – questa mattina – due giorni dopo la Commemorazione di tutti i Defunti – nella Basilica Vaticana in suffragio dei Cardinali e Vescovi scomparsi nel corso dell'anno.

Il blog Il Sismografo riferisce che i Porporati defunti nel 2013 sono 9, di cui 4 morti sotto il pontificato di Benedetto XVI e 5 sotto quello di Francesco; sette erano europei (Polonia, Italia, Belgio e Francia), uno asiatico (India) e un altro africano (Zambia). In tutto nel 2013 sono morti 125 presuli: 9 cardinali e 116 vescovi. Il libretto liturgico della Messa – precisa Il Sismografo – pubblica un elenco di 136 arcivescovi e vescovi deceduti includendo i presuli scomparsi nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2012 e non i 3 morti in questi ultimi giorni.

«Mentre offriamo per ciascuno di essi questa santa Eucaristia, chiediamo al Signore di concedere loro il premio celeste promesso ai servi buoni e fedeli – ha affermato il Pontefice – Abbiamo ascoltato le parole di san Paolo: “Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rm8,38- 39)».

«L’Apostolo presenta l’amore di Dio – ha detto il Papa – come il motivo più profondo, invincibile, della fiducia e della speranza cristiane. Egli elenca le forze contrarie e misteriose che possono minacciare il cammino della fede. Ma – ha sottolineato Francesco – subito afferma con sicurezza che se anche tutta la nostra esistenza è circondata da minacce, nulla potrà mai separarci dall’amore che Cristo stesso meritò per noi, donandosi totalmente. Anche le potenze demoniache – ha messo in evidenza – ostili all’uomo, si arrestano impotenti di fronte all’intima unione d’amore tra Gesù e chi lo accoglie con fede».

L’amore fedele «che Dio ha per ciascuno di noi ci aiuta ad affrontare con serenità e forza il cammino di ogni giorno, che a volte è spedito, a volte invece è lento e faticoso». È solamente il peccato dell’uomo che «può interrompere questo legame; ma anche in questo caso Dio lo cercherà sempre, lo rincorrerà per ristabilire con lui un’unione che perdura anche dopo la morte, anzi, un’unione che nell’incontro finale con il Padre raggiunge il suo culmine. Questa certezza conferisce un senso nuovo e pieno alla vita terrena e ci apre alla speranza per la vita oltre la morte».

Il Pontefice ha ricordato che quando muore una persona cara, «sorge in noi la domanda: “Che cosa ne sarà della sua vita, del suo lavoro, del suo servizio nella Chiesa?”». La risposta è nel «Libro della Sapienza: essi sono nelle mani di Dio! La mano è segno di accoglienza e di protezione, è segno di un rapporto personale di rispetto e di fedeltà: dare la mano, stringere la mano».

Ecco che anche «questi pastori zelanti che hanno dedicato la loro vita al servizio di Dio e dei fratelli, sono nelle mani di Dio. Tutto di loro è ben custodito e non sarà corroso dalla morte. Sono nelle mani di Dio tutti i loro giorni intessuti di gioie e di sofferenze, di speranze e di fatiche, di fedeltà al Vangelo e di passione per la salvezza spirituale e materiale del gregge loro affidato».

E le mani del Signore contengono anche i peccati degli uomini: «Quelle mani sono misericordiose – ha affermato il Papa – mani “piagate” d’amore. Gesù ha voluto conservare le piaghe nelle sue mani per farci sentire la sua misericordia».

«Questa realtà, piena di speranza – ha osservato Francesco – è la prospettiva della risurrezione finale, della vita eterna, alla quale sono destinati “i giusti”, coloro che accolgono la Parola di Dio e sono docili al suo Spirito».

E poi ha concluso: «Vogliamo ricordare così i nostri fratelli Cardinali e Vescovi defunti. Uomini dediti alla loro vocazione e al loro servizio alla Chiesa, che hanno amato come si ama una sposa».

 
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