Occorre reagire

marzo 2014

Intervista al cardinale Raymond Leo Burke

 

Basta tacere, oggi occorre testimoniare la Verità di Cristo, affermare la legge naturale, ribadire la sana Dottrina cattolica e contrastare le perversioni sferrate dal relativismo e dal secolarismo nel mondo contro la fede, contro la Chiesa, contro la vita, contro la morale, contro la famiglia. Certe tiepidezze degli scorsi decenni hanno permesso l’affermarsi di concezioni contrarie al Vero, al Bello, al Bene. In quest'intervista, concessa in esclusiva a «Radici Cristiane» e «Polonia Christiana», il card. Burke indica come riportare ordine nella società. A partire dall’esser cattolici senza compromessi e non “parziali”. 

di Izabella Parowicz


English translation: http://www.lifesitenews.com/news/english-exclusive-cardinal-burke-on-faith-the-right-to-life-and-the-family/

I fedeli ed i sacerdoti devono reagire agli oltraggi diabolici sferrati nella società contemporanea contro la fede, contro la vita, contro la famiglia?

Ecco la risposta data in quest’intervista, concessa dal card. Raymond Leo Burke in esclusiva a Radici Cristiane e Polonia Christiana.

Eminenza, è possibile essere “parzialmente” cattolici? Spesso oggi sentiamo frasi come “sono cattolico, ma…”: fino a che limite è concesso ai cattolici giungere a compromessi, quando si tratti di difendere la vita umana, il matrimonio e la famiglia?

La nozione di “cattolicesimo parziale” è una contraddizione in termini, contraddizione che riflette la tendenza culturale attuale verso l’individualismo ed il relativismo: in altre parole, la tendenza ad accogliere qualsiasi realtà, senza rispetto per la sua natura oggettiva, adattandola ai pensieri ed ai desideri di ciascuno. I cattolici con tale nozione della loro fede e della loro pratica sono qualche volta chiamati cattolici “da bar”, poiché prendono e scelgono quello che vogliono credere e seguire tra gli insegnamenti della Chiesa sulla fede e sulla morale. Un vero cattolico, invece, accetta senza compromessi tutte le verità che la Chiesa insegna.

Perché l’innocenza viene tanto banalizzata al giorno d’oggi? Mi riferisco alla vita dei bambini non nati, alla violenza psicologica sui bambini durante le ore obbligatorie di educazione sessuale ed all’innocenza intesa come purezza di pensiero e purezza pre-matrimoniale della carne…

Un’agenda totalmente “secolarizzata”, per aver successo, deve vincere bambini e giovani col proprio modo di pensare. L’educazione è l’ultimo baluardo, prima che possa cantar vittoria nella società. L’unico modo per catturare bambini e giovani è usurpando il dovere solenne di genitori e insegnanti ad educare secondo ciò che è vero, buono e bello. Le famiglie ed i docenti, che con le famiglie si prodigano per assicurare una corretta educazione ai loro figli, devono necessariamente rispettare in toto il periodo dell’innocenza, riflesso del dono di coscienza di Dio, per prepararli a rispondere con chiarezza e coraggio alle forze che intendano derubarli di tale dono, sia dall’interno – per gli effetti del peccato originale – sia dall’esterno – ad esempio, a causa delle cattive compagnie o delle comunicazioni negative, come la pornografia su internet –. Genitori e insegnanti dovrebbero essere vigilanti che niente venga introdotto nel programma scolastico, tale da violare l’innocenza del bambino ed instillare in lui concezioni fortemente sbagliate, come programmi scolastici che insegnino a 4 o 5 anni come il matrimonio possa assumere forme diverse dall’unione indissolubile, fedele e procreativa di un uomo e di una donna.

Ippocrate non era cattolico, eppure già giurava ai propri dei: «Non darò mai alcun medicinale letale a nessuno che lo chieda, nemmeno lo suggerirò. Allo stesso modo non darò mai alcun rimedio abortivo ad una donna. Nella purezza e nella santità io custodirò la mia vita e la mia arte».

Oggi gli attacchi alla vita umana stanno diventando sempre più forti. Anche medici, che si dicono cattolici e che giurano una versione moderna del Giuramento ippocratico, tendono a considerare con superficialità la sacralità della vita umana ed ammettono “soluzioni”, che includono anche l’omicidio (ad esempio, l’aborto e l’eutanasia), così da assicurare la realizzazione personale, il comfort o eliminare i “problemi”. Come impedire tutto questo?

La situazione che descrive è tragicamente reale. Spesso, sono fortemente rattristato nel vedere l’arte medica, che per sua natura è diretta alla guarigione ed alla preservazione della vita umana, ridotta ad una tecnologia di mutilazione e morte. È fondamentale dare ai bambini, tra cui ci sono i futuri medici del mondo, una formazione catechistica solida, nel rispetto dell’inviolabile dignità della vita innocente ed indifesa, dell’integrità del matrimonio e della famiglia, nonché del libero esercizio della coscienza, correttamente informata. È anche fondamentale fornire a dottori e ad altri professionisti della sanità occasioni di formazione permanente in merito alle dimensioni etiche e religiose dell’assistenza sanitaria, nonché organizzare la loro solidarietà nella battaglia contro la cultura del secolarismo e della morte. Un esempio eccellente di questo tipo di lavoro è dato negli Stati Uniti dall’Associazione dei Medici di Santa Gianna (http://www.stgiannaphysicians.org), che ha sviluppato il Giuramento ippocratico cattolico dell’Associazione dei Medici di St.Gianna (http://www.stgiannasphysicians.org/enshrinements/hippocratic_oath).

 

Una crescente pressione viene esercitata sulla Polonia, affinché legalizzi le tecniche di fecondazione in vitro: fondi pubblici sono già stati destinati in ospedali selezionati per “aiutare” coppie disperate. I medici cattolici, che si schierano apertamente per la vita e non esitano a proteggerla, sono considerati spesso fanatici o estremisti, sebbene i loro giudizi poggino su basi solide. A quali argomenti ricorrere per convincere chi non voglia dar retta ai “papisti”?

È importante sottolineare come l’opposizione della Chiesa alle tecniche “in vitro” per il concepimento umano sia basata sulla legge morale naturale e non su un precetto specificamente cattolico. Nel discutere la questione pubblicamente, è importante mostrare come la retta ragione tuteli l’inviolabile dignità della vita umana e l’integrità della procreazione umana, mentre la generazione artificiale della vita umana, sia pure per fini apparentemente buoni, sia sempre e comunque gravemente male. Basti leggere l’Istruzione Donum Vitae della Congregazione per la Dottrina della Fede, pubblicata su ordine del beato Giovanni Paolo II il 22 febbraio 1987: essa presenta il fondamento dell’insegnamento della Chiesa circa la legge morale naturale, fornendo anche risposte specifiche.

La società di oggi critica le famiglie numerose: ritiene imprudente generare in piena crisi economica… Non siamo spesso anche noi cattolici “contaminati” dalla paura di avere figli? Non stiamo cercando scuse, per giustificare la nostra chiusura alla vita?

Due principi etici e religiosi fondamentali devono essere tenuti a mente. Prima di tutto, l’unione coniugale è per sua natura procreativa. Un marito ed una moglie, quindi, devono accogliere la generazione e l’educazione dei figli come «la gloria coronante» del loro amore sponsale, per usare le parole della Costituzione Pastorale sulla Chiesa nel Mondo Moderno, la Gaudium et Spes del Concilio Ecumenico Vaticano II (n. 48). 

Secondariamente, la procreazione e l’educazione dei figli è una seria responsabilità dei genitori, responsabilità ch’essi esercitano nel pieno rispetto della natura della generazione, non utilizzando sia dispositivi sia prodotti chimici tali da alterarla artificialmente. Papa Paolo VI ci fornì l’insegnamento perenne della Chiesa sulla paternità responsabile nella sua Lettera Enciclica Humanae Vitae (25 luglio 1968). Durante i primi anni del suo pontificato, il beato Papa Giovanni Paolo II ha dedicato la sua udienza del mercoledì alla discussione sull’amore coniugale ed alla sua particolare espressione nella procreazione della prole. È istruttivo notare come Papa Benedetto XVI, nella sua Lettera Enciclica Caritas in Veritate, faccia un riferimento speciale alla Lettera Enciclica di Papa Paolo VI Humanae Vitae, sottolineando come l’insegnamento in essa contenuto non sia semplicemente una questione di “moralità individuale”, bensì una giusta comprensione della sessualità umana sia essenziale al vero sviluppo umano (n.15). Detto con le parole di Papa Benedetto XVI, è necessario «ancora una volta tramandare alle generazioni future la bellezza del matrimonio e della famiglia ed il fatto che queste istituzioni corrispondono ai bisogni più profondi ed alla dignità della persona» (n. 44). Alla fine, quello che è essenziale capire è che l’amore coniugale è una partecipazione sacramentale all’amore divino, che è puro, disinteressato e totalmente, generoso. I genitori, quindi, mentre avranno cura di fornire l’essenziale per la corretta crescita dei figli, saranno generosi anche nell’accettare da Dio il dono di una nuova vita umana, riconoscendo nell’atto di procreazione una cooperazione al mistero del Suo amore. In quel mondo insegneranno ai propri figli ad amare nello stesso modo, ad accettare il sacrificio dei beni materiali per il bene dell’amore di Dio e del prossimo. La mentalità contraccettiva, che radicalmente distorce la bellezza del matrimonio e della famiglia, ci insegna a cercare i beni materiali sopra ogni altra cosa e, quindi, a diventare egoisti. Non meraviglia che la mentalità contraccettiva conduca gli individui a giustificare nella loro mente aborti procurati, un atto intrinsecamente male.

Negli ultimi cinquant’anni la dichiarazione di nullità del matrimonio sembra esser considerata una via relativamente facile per uscire da situazioni difficili e da inconvenienti. Valide ragioni per dichiarare nullo o invalido un matrimonio sono spesso confuse con mere scuse, per iniziare una nuova vita. Ci sono stati casi, in cui gli sposi hanno cambiato in modo fittizio il proprio indirizzo, per ottenere un parere favorevole da un tribunale diocesano ritenuto “mentalmente più aperto” o più rapido. Accade anche che, se uno sposo spinge per l’annullamento, l’altro non sia favorevole e, qualora venga dichiarato nullo, questi ne soffra enormemente, al limite di perder la fede. Inoltre, pare esservi un mercato di nicchia per gli avvocati, che si specializzano in questa materia. Può offrirci, Eminenza, qualche elemento di comprensione su come le autorità giudiziali della Chiesa prevengano l’abuso dell’istituzione dell’annullamento? Come si può resistere alla tentazione di utilizzarlo quale “uscita d’emergenza” dalle nozze?

Il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica ha la responsabilità di sorvegliare una corretta amministrazione della giustizia nella Chiesa. Ciò include i casi di accusa di nullità di un matrimonio da una o ambo le parti. Per mezzo del processo istruito dal tribunale ecclesiastico, processo stabilito nella legge universale della Chiesa, il giudice o i giudici giungono ad una decisione in merito alla fondatezza della allegata nullità di chi vorrebbe un matrimonio nullo sin dall’inizio, sebbene sembrasse valido a tutti gli effetti. La legge universale della Chiesa stabilisce anche i criteri, su cui una o entrambe le parti possano fare una simile affermazione: il processo è unicamente rivolto ad individuare la verità della richiesta, poiché solamente tale verità può essere al servizio del bene di entrambe le parti coinvolte. La decisione del tribunale è chiamata correttamente una “dichiarazione di nullità”, non un “annullamento”, così da non dare l’impressione che la Chiesa stia annullando nozze valide. Tale dichiarazione indica che il giudice o i giudici, attraverso un processo in cui tutti gli argomenti a favore della nullità del matrimonio sono stati attentamente soppesati, sono giunti con certezza morale alla conclusione che il matrimonio fosse nullo sin dall’inizio. Certezza morale significa che il giudice o i giudici, avendo valutato tutte le ragioni ed avendo solo Dio davanti agli occhi, non hanno alcun ragionevole dubbio riguardo la nullità. Il processo include anche la possibilità ed i mezzi per le parti di cercar rimedi effettivi, qualora ritengano che la verità non sia adeguatamente emersa dal processo. La rottura del matrimonio può esser dovuta ad una causa altra rispetto alla nullità del consenso matrimoniale dato all’inizio. Ad esempio, può esser dovuta al peccato di una o di ambo le parti. Una parte dovrebbe affermare la nullità matrimoniale, quando sia convinta che le nozze, precedentemente pensate valide, nei fatti non lo siano. Oltre ad eventuali rilievi circa possibili ingiustizie commesse dai Tribunali locali, il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica riceve una relazione annuale sullo stato e sull’attività di ogni tribunale ecclesiastico. Dopo averlo studiato, invia osservazioni al Tribunale locale, per assisterlo nel compiere il proprio lavoro più correttamente. La Segnatura Apostolica richiede anche talvolta una copia della decisione definitiva del caso di annullamento matrimoniale, così da verificare che la giustizia, e quindi la verità, siano state rispettate nel processo, che ha poi condotto alla sentenza. D’altro canto, la Segnatura Apostolica ha la competenza per aiutare i Tribunali ad assicurare un’amministrazione più efficace della giustizia.

Eminenza, Lei ha più volte osservato come non si debba dare la Santa Comunione ai politici, che, pur proclamandosi cattolici, agiscano pubblicamente a favore dell’aborto o della legalizzazione delle “nozze” omosessuali, così da evitare il sacrilegio. Cosa consigliare ai sacerdoti, affinché ciò non abbia una funzione esclusivamente punitiva, bensì anche correttiva?

L’esclusione dalla Santa Comunione di quanti, dopo esser stati ammoniti, persistano nel peccato, non costituisce una punizione, bensì una disciplina, che rispetta lo stato oggettivo, in cui si trova una persona nella Chiesa. Anche San Paolo, nel capitolo 11 della I Lettera ai Corinzi, ammonisce i primi Cristiani: «Poichè chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna» (v. 29) e così sempre è stato l’insegnamento della Chiesa nei secoli, ammonendo coloro che continuino a manifestare ed a perseverare nel peccato a non accostarsi per ricevere la Santa Comunione. Nel caso di un politico o di altra figura pubblica che agisca contro la legge morale in una cosa grave e ancora si presenti per ricevere la Santa Comunione, il sacerdote dovrebbe ammonirlo, poi, nel caso persista nell’accostarsi alla Santa Comunione, rifiutare di dargli il Corpo di Cristo. Il rifiuto del sacerdote è un primo atto di carità pastorale, atto che aiuta la persona in questione ad evitare il sacrilegio ed a salvaguardare gli altri fedeli dallo scandalo.

L’ideologia del “gender” avvelena in molti Stati le politiche familiari, cercando d’introdursi nei sistemi educativi di numerosi Paesi europei. Come dovrebbero reagire i genitori cattolici?  La Chiesa Cattolica può offrire una filosofia della femminilità, che possa rispondere alle teorie proposte dalle femministe?

I genitori oggi devono in modo particolare vigilare sull’istruzione dei figli alla verità circa la sessualità umana ed alla loro salvaguardia da falsi messaggi impartiti nelle scuole e sui media. I genitori dovrebbero insistere sul fatto che i loro figli non partecipino a lezioni o attività didattiche, che tradiscano la verità sulla natura umana, maschile e femminile. Particolarmente perniciosa è la cosiddetta “teoria del gender”, promossa sempre più aggressivamente, specialmente con programmi scolastici per bambini e giovani. La Tradizione della Chiesa offre un modello potente di vera femminilità nella Beata Vergine Maria e in molte Sante. Il beato Giovanni Paolo II affronta la questione nella sua Lettera Apostolica Mulieris Dignitatem (15 agosto 1988).

Eminenza, quale la Sua opinione circa le Università Cattoliche americane e la loro adesione all’insegnamento della Chiesa? Cosa ne pensa del fatto che vi si accolga spesso la cosiddetta politica di “controllo delle nascite”?

Tristemente, molte Università Cattoliche negli Stati Uniti non sono più fedeli all’insegnamento ed alla pratica cattolici, in contraddizione alla Costituzione Apostolica Ex Corde Ecclesiae (15 agosto 1990) del beato Papa Giovanni Paolo II. Permettono insegnamenti contrari alla Dottrina della fede in vari corsi, specialmente corsi di filosofia e di teologia, e consentono attività in diretto contrasto alla legge morale, così come viene insegnata dalla Chiesa Cattolica. Vi sono, tuttavia, anche poche Università, eccezionali per aver preservato la propria identità cattolica. Certamente, nessuna Università Cattolica dovrebbe insegnare la contraccezione agli studenti o fornire loro servizi contraccettivi.

La politica perseguita dal Presidente degli Stati Uniti contro la civiltà cristiana si fa via via sempre più aggressiva: Eminenza, nota qualche sintomo di reazione da parte dei cattolici?

È vero che le politiche del Presidente degli Stati Uniti d’America sono divenute progressivamente sempre più ostili nei confronti della civiltà cristiana. Mostra di essere un uomo totalmente secolarizzato e tale da promuovere aggressivamente politiche contro la vita e contro la famiglia. Ora vuole restringere l’esercizio della libertà di religione alla libertà di culto, cioè sostiene che un uomo sia libero di agire secondo coscienza dentro i confini del suo luogo di culto, ma che una volta lasciatolo, il governo possa costringerlo ad agire contro la sua coscienza correttamente formata, anche sulle questioni morali più serie. Queste politiche sarebbero state inimmaginabili negli Stati Uniti anche solo 40 anni fa. È vero che molti fedeli cattolici, con la leadership forte e chiara dei loro Vescovi e sacerdoti, stanno reagendo contro la crescente persecuzione religiosa, in atto negli Stati Uniti. Purtroppo, si ha tuttavia l’impressione che una larga parte della popolazione non sia pienamente consapevole di quanto stia avvenendo. In una democrazia, una simile mancanza di consapevolezza è mortale. Conduce alla perdita della libertà, che viceversa in un governo democratico esiste e si deve proteggere. La mia speranza è che sempre più i miei concittadini, nel momento in cui realizzino quanto stia accadendo, insistano ad eleggere capi, che rispettino la verità della legge morale, come viene rispettata nei principi fondamentali della nostra Nazione.

C’è qualche speranza che venga revocata il nefando indirizzo assunto dalla legislazione americana circa la protezione della vita? Sono in grado i pro-life di agire effettivamente in questo senso? Perché sono state tanto efficaci le strategie poste in essere dagli abortisti e come contrastarle con successo?

C’è speranza che le leggi maligne contro la vita negli Stati Uniti possano essere sconfitte e che possa essere contrastato chi chieda norme ancora peggiori. Il movimento pro-life negli Stati Uniti sta operando dal 1973, per contrastare l’ingiusta decisione assunta dalla Suprema Corte, decisione che abolì le leggi statali contrarie all’aborto procurato. È vero che tale decisione resiste, ma è anche vero che il movimento pro-life è cresciuto sempre più forte negli Stati Uniti, quindi sempre più cittadini, specialmente giovani, sono stati destati alla verità. C’è una serie di ragioni, che hanno condotto al prevalere di una legislazione contraria alla vita ed alle decisioni delle corti negli Stati Uniti, fino ad oggi. Le forze secolarizzanti sono state e restano potenti e sono supportate da gran parte dei mass-media. Per decenni negli Stati Uniti c’è stata anche una catechesi fortemente lacunosa, tale da lasciare giovani ed adulti mal equipaggiati rispetto alla difesa della verità della legge morale. C’è anche stata la tendenza da parte della Chiesa a mostrarsi tiepida circa i propri, solenni doveri sulla difesa della verità nel pubblico agone, tendenza affiancatasi ad un’interpretazione errata della clausola di non-establishment della Costituzione degli Stati Uniti. La clausola del non-establishment proibisce una religione istituita o religione di Stato negli USA, ma non proibisce alla Chiesa di professare pubblicamente la verità. è falsa l’interpretazione, che vorrebbe una “separazione della Chiesa dallo Stato”, restringendo l’attività della prima esclusivamente alle questioni ecclesiastiche. Questi sono alcuni dei fattori, che hanno favorito l’affermarsi di movimenti contrari alla vita ed alla famiglia negli USA.

Parliamo di legalizzazione delle “nozze” tra persone dello stesso sesso. Il Venerabile Fulton J. Sheen disse: «Una religione che non interferisce con l’ordine secolare scoprirà ben presto che l’ordine secolare non si asterrà dall’interferire con essa». Complici i media. Si può sperare in un risveglio cattolico in Europa, sulla scorta della reazione della società francese all’arrogante introduzione del “diritto” alle “nozze” omosessuali?

La questione coinvolta è precisamente quella della legge naturale, fondamento insostituibile di tutte le legislazioni. La legge naturale iscritta in ogni cuore, come san Paolo osserva nella Lettera ai Romani (2,15), insegna quei principi non negoziabili, senza i quali non ha senso parlare di giustizia e di amore. Mi riferisco al rispetto per la dignità della vita umana, per l’integrità del matrimonio e della famiglia, nonché per l’esercizio della religione. I governi che riconoscano una relazione matrimoniale tra due persone dello stesso sesso violano la legge naturale, che insegna come il matrimonio sia, in realtà, l’unione tra un uomo ed una donna e che l’unione sessuale appartiene propriamente a tale matrimonio. La recente reazione dei cittadini francesi punta al contempo alla verità della legge naturale, ma chiama anche il governo a riformare una norma ingiusta. Il logo Manif pour Tous è potente: mira alla verità. Secondo natura, secondo il piano di Dio per noi e per il mondo, un bambino viene generato da un padre e da una madre ed ha bisogno di un padre e di una madre per la sua salutare crescita e per il suo regolare sviluppo. L’azione posta in opera dai francesi rappresenta un modello anche per altre Nazioni, che stiano affrontando o che affronteranno un’operazione analoga da parte dei loro governi. I cittadini devono essere pronti ad agire manifestando la propria ferma obiezione ad essa.

Cosa dovrebbero fare i Paesi come l’Italia e la Polonia per evitare gli errori commessi dai Paesi occidentali?

Bambini, giovani ed adulti devono essere educati alle questioni morali centrali, la legge naturale e le sue applicazioni ai problemi attuali: è fondamentale. Per la Chiesa, ciò è possibile tramite le omelie domenicali, l’istruzione catechistica, le scuole e le Università Cattoliche, gli eventi educativi dedicati all’approfondimento ed alla comprensione delle testimonianze cristiane, richiesteci al giorno d’oggi. In più, i media dovrebbero essere regolarmente utilizzati, senza esitazioni, per presentare l’insegnamento della Chiesa in queste materie: niente oggi può essere presunto in termini di educazione morale. Le manifestazioni pubbliche a favore di una buona legislazione, codificata secondo la legge morale, sono importanti. Abbiamo bisogno di dimostrare pubblicamente la forza delle nostre convinzioni.

Se non si è in grado di amare veramente Dio, non si è in grado di amare veramente il prossimo. Come adorare Dio può, dunque, condurci alla difesa della vita umana?

Secondo l’antica saggezza della Chiesa, la legge del culto è essenzialmente connessa alla legge del credo ed alla legge della pratica. Cristo viene tra noi attraverso la Sacra Liturgia, specialmente i Sacramenti della Santissima Eucarestia e della Penitenza, per purificare i nostri cuori di peccatori e infiammarli con il Suo stesso amore tramite l’effusione dello Spirito Santo. Solo quando avremo un forte senso della realtà dell’incontro con Cristo nella Sacra Liturgia, capiremo le verità della fede e della vita morale, e quello che significano per il nostro vivere quotidiano. Questo senso è favorito dal modo di celebrare la Sacra Liturgia, con i nostri occhi fissi su Cristo e non su noi stessi. Non dovrebbe sorprenderci il fatto che il periodo della sperimentazione post-conciliare con la Sacra Liturgia, un periodo segnato da molti abusi liturgici, sia stato accompagnato dalla perdita della fede e dal declino morale. Se la Sacra Liturgia è vista come un’attività puramente umana, un’invenzione dell’uomo, non è più vera comunione con Dio e quindi non è più nutrimento per la fede e per la sua pratica nella vita quotidiana.

Eminenza, quale, a Suo giudizio, la definizione di santo sacerdote?

Un sacerdote santo vive ogni giorno la totale consacrazione della sua persona, di ogni fibra del suo essere, a Cristo, Capo e Pastore del gregge in ogni tempo e luogo. Questa è l’essenza della consacrazione compiuta attraverso l’ordinazione del sacerdote. Egli si sforza di conformare il suo comportamento, la sua parola e la sua azione alla realtà della sua anima, che attraverso l’ordinazione sacerdotale, è indelebilmente segnata per l’esercizio della carità pastorale di Cristo. Un sacerdote buono e santo darà, ogni giorno, la prima e miglior parte del suo tempo alla preghiera e, soprattutto, alla celebrazione della Santa Messa ed alla regolare confessione dei suoi peccati nel Sacramento della Penitenza. La devozione al Sacro Cuore di Gesù, al Santissimo Sacramento, e alla Beata Vergine Maria, Madre di Cristo e Madre dei Sacerdoti, dispone il prete per la degna celebrazione dei Sacramenti e lo assiste nell’esperire secondo il Cuore di Gesù la cura pastorale del gregge a lui affidato. L’unione del Cuore di Gesù con il cuore del Suo sacerdote condurrà il sacerdote ad essere specialmente devoto allo studio della Parola di Dio come tramandata a noi nelle Sacre Scritture e nella Tradizione Sacra, alla preparazione attenta del suo insegnamento della fede ed al ministero sacerdotale che è stato tramandato nella Chiesa dal tempo di San Pietro e degli altri Apostoli. Sarà anche in comunione con i suoi fratelli nel sacerdozio, dando loro il buon esempio ed incoraggiandoli ed assistendoli con stima ed affetto fraterno.

 

(RC n. 92 – Marzo 2014)

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