Pakistan, Asia Bibi anche in carcere “è felice”

8/07/2014 

    

Asia Bibi

ASIA BIBI

Smentite le notizie sul peggioramento della sua salute. Fissata il 9 settembre la nuova udienza per il processo di appello

PAOLO AFFATATO
ROMA

Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte ingiustamente per blasfemia, è in buona salute ed è forte nella fede in Dio, nonostante gli oltre cinque anni di detenzione. Paradossi della prigionia di una credente, Asia è una donna felice, pur nella sofferenza. La nuova data per l’inizio del suo processo di appello è fissata dall’Alta Corte di Lahore il 9 settembre 2014. E si spera che, questa volta, sia quella buona per vedere il caso discusso in aula.

Come appreso da Vatican Insider, pochi giorni fa una delegazione di familiari della donna e della “Renaissance Education Foundation” (l’istituto che assiste la famiglia di Asia e garantisce l’istruzione ai figli) ha compiuto la visita mensile al carcere femminile di Multan. Le notizie di un peggioramento della salute di Asia Bibi, si riferisce, sono del tutto infondate.  “Ringraziando il cielo, il Signore le sta donando buona salute. Asia sta bene e la fede in Cristo la rende, anche in carcere, una donna felice”, racconta a Vatican Insider Joseph Nadeem, responsabile della “Renaissance Education Foundation”, dopo averle reso visita.

Della delegazione che si è recata a Multan facevano parte il marito di Asia, Ashiq, due figli, la nuora della donna e Nadeem. Le hanno consegnato alcuni abiti estivi, scarpe, effetti personali, generi alimentari e qualche generico medicinale, per ogni evenienza. Portando sorrisi e lacrime, abbracci e speranze, in una piccola riunione di famiglia.

Il gruppo ha anche ricevuto comunicazione sulla prossima udienza prevista per il caso di Asia. La data in calendario è il 9 settembre, giusto dopo la pausa giudiziaria estiva. I legali sperano di poter iniziare il confronto in aula e non vedono l’ora di giocare tutte le loro carte, per dimostrare l’innocenza di Asia. Purtroppo uno degli avvocati ha avuto un infortunio e avrà bisogno di alcune settimane di cura. Ma il team ha avuto il tempo di presentare domanda per trasferire Asia in una struttura penitenziaria a Lahore, la capitale del Punjab, dove risiede la sua famiglia. Il viaggio fino a Multan, infatti (14 ore di auto), risulta scomodo e oltremodo dispendioso.

Al caso di Asia si sta interessando anche, in modo comprensibilmente molto discreto, il cattolico Khalil Tahir Sindhu, ministro per i diritti umani e per le minoranze della provincia del Punjab. Anch’egli avvocato, Sindhu in passato ha difeso molte vittime cristiane dell’iniqua legge di blasfemia. Altri avvocati, che non sono parte ufficiale del team di difesa, cercano invece di spacciarsi per difensori della donna, solo per acquisire vantaggi e notorietà. E questo, rimarca Nadeem, “non è corretto, significa voler sfruttare il caso della povera Asia ai fini personali”. Succede anche questo in Pakistan: laddove alcuni casi giudiziari hanno una rilevanza internazionale e attirano potenziali donatori da tutto il mondo.

La mobilitazione per Asia Bibi, infatti, prosegue in diversi paesi: nei mesi scorsi Ignacio Arsuaga, presidente della associazione spagnola “Hazte Oir” si è recato in Pakistan per promuovere una petizione per il suo rilascio (diverse ne sono state lanciate, in Europa come in America) e per continuare una raccolta di fondi.

Il nome di Asia Bibi è risuonato di recente anche nell’aula del Parlamento europeo: il premier italiano Matteo Renzi, aprendo il semestre italiano di presidenza della Ue, ha ricordato che “la vera e grande sfida è ritrovare l’anima dell’Europa”. “Se di fronte a una donna, Asia Bibi, in carcere da quattro anni perché cristiana, l'Europa non si indigna, vuol dire che non stiamo rispondendo al nostro destino”, ha rimarcato Renzi.

Sul caso di Asia Bibi, si era espresso, nel marzo scorso, il gruppo di lavoro del Parlamento europeo sulla libertà di religione che, dopo i diversi rinvii del processo di appello, ha affermato: “Accogliamo con favore la decisione dell’Alta Corte di Lahore di avviare il processo di appello per Asia Bibi. Confidiamo che i giudici designati siano presenti all’udienza”. Il Parlamento Ue chiede “a tutti coloro che sono coinvolti nel caso di dare prova di coraggio e di non cedere ad alcuna pressione o minaccia esterna” e al governo pakistano “di salvaguardare l'indipendenza e il buon funzionamento dell’Alta Corte di Lahore”. Inoltre invita le autorità pakistane “a proteggere tutte le persone coinvolte nel caso, ora e dopo una eventuale, futura decisione giudiziaria”. L’assemblea del “vecchio continente” ha annunciato che continuerà a seguire da vicino il caso, invitando il Pakistan a riformare, per evitarne gli abusi, o ad abrogare del tutto la legge sulla blasfemia.

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