Pedofilia clericale, un cambio (si spera) epocale

28/03/2014 

 

O'Malley, membro della Commissione vaticana antipedofilia

 

(©ANSA) O'MALLEY, MEMBRO DELLA COMMISSIONE VATICANA ANTIPEDOFILIA

 

 

Le linee guida contro la pedofilia della Conferenza episcopale italiana e una vecchia mentalità ecclesiastica da abbattere. Il Commento di Tornielli

ANDREA TORNIELLI
CITTÀ DEL VATICANO

 

Le parole con le quali il segretario generale della Cei Nunzio Galantino ha accompagnato la presentazione delle Linee guida contro gli abusi sui minori della Chiesa italiana lasciano ben sperare nel nuovo corso della Conferenza episcopale italiana. «Il vescovo – ha detto rispondendo a una domanda sulla denuncia all'autorità civile – ha il dovere morale di favorire la giustizia che persegue i reati: non è il difensore d'ufficio del sacerdote eventualmente accusato. È un padre per tutti, soprattutto è padre di chi ha subito gli abusi. E deve agire di conseguenza, cioè prendere decisioni concrete». Dunque deve favorire l'accertamento della verità da parte degli inquirenti, e non cercare di proteggere il prete accusato. Da proteggere, innanzitutto, sono le vittime degli abusi.

Nel testo delle Linee guida, si precisa però che il vescovo «non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale né di incaricato di pubblico servizio, non ha l’obbligo giuridico – salvo il dovere morale di contribuire al bene comune – di denunciare all’autorità giudiziaria statuale le notizie che abbia ricevuto». Com'era peraltro già stato anticipato dunque, a motivo dell'attuale legislazione penale italiana, non si è ritenuto di chiedere in modo vincolante ai vescovi di denunciare il prete sospettato di abusi sui minori.

Ma il testo del documento presentato oggi, che è stato rivisto dalla Congregazione per la dottrina della fede, contiene passaggi importanti, che si spera favoriscano nuove prassi e soprattutto una rinnovata attenzione alle vittime degli abusi, per troppo tempo trattate alla stregua di «nemici» della Chiesa perché con le loro accuse ne minavano il buon nome creando scandalo.

«Il vescovo che riceve la denuncia di un abuso deve essere sempre disponibile ad ascoltare la vittima e i suoi familiari – si legge nelle Linee guida – assicurando ogni cura nel trattare il caso secondo giustizia e impegnandosi a offrire sostegno spirituale e psicologico, nel rispetto della libertà della vittima di intraprendere le iniziative giudiziarie che riterrà più opportune».

Si precisa inoltre che il vescovo, nel caso sia in corso un procedimento penale da parte della magistratura italiana (che comunque non esime i pastori dall’istruire l'indagine e il procedimento canonico), «risulterà importante la cooperazione del vescovo con le autorità civili, nell’ambito delle rispettive competenze e nel rispetto della normativa concordataria e civile». Insomma, dovranno collaborare. Anche se, si legge nello stesso testo, i vescovi «sono esonerati dall’obbligo di deporre o di esibire documenti in merito a quanto conosciuto o detenuto per ragione del proprio ministero». Non hanno alcun obbligo, ma se devono cooperare, significa che un aiuto dovranno pur darlo agli inquirenti. E il vescovo, lungi dall'ostacolare o dal sconsigliare la vittima di rivolgersi alla magistratura, dovrà invece aiutarla anche in questo percorso.

Benedetto XVI ha dimostrato molto coraggio e determinazione nell'affrontare questo tema, sebbene sia stato poco apprezzato da qualche ambiente ecclesiastico quando ha detto che la persecuzione più dura per la Chiesa non viene dalle lobby o dalle forze esterne (argomento sempre così caro a quei cristiani che vivono di quotidiana reazione al «nemico»), ma viene invece dal peccato interno alla Chiesa stessa. Francesco, con la costituzione della commissione vaticana antipedofilia, nella quale ha voluto inserire anche una donna irlandese che da ragazzina subì un abuso da un prete, ha mostrato chiaramente di voler proseguire sulla strada inaugurata dal predecessore. C'è da sperare che le Linee guida siano un passo verso un vero e proprio cambiamento di mentalità nell'affrontare questi terribili delitti che lasciano conseguenze difficilmente cancellabili nella vita delle persone.

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