Tawadros II a Francesco: “Santità, l’aspettiamo in Egitto”

10/05/2013 
Papa Bergoglio con Tawadros II

PAPA BERGOGLIO CON TAWADROS II

E’ l’invito del papa copto dopo l’udienza in Vaticano. Bergoglio: “La condivisione delle sofferenze strumento di unità”

GIORGIO BERNARDELLI
ROMA

Il Papa Copto Tawadros II ha invitato Papa Francesco a visitare l'Egitto. «Spero di avere presto l'onore di accogliere Sua Santità nel mio amato Paese», ha detto la guida spirituale della maggiore Chiesa cristiana del Medio Oriente parlando ai giornalisti a margine dell'udienza avvenuta questa mattina in Vaticano. Già Giovanni Paolo II visitò l'Egitto nel 2000 durante il suo pellegrinaggio giubilare ai Luoghi della salvezza. Ma dopo gli eventi della Primavera araba un viaggio di Papa Francesco in Egitto avrebbe un significato del tutto particolare.

Se dovesse realizzarsi, infatti, la visita sancirebbe un momento simbolico molto forte di quello che Bergoglio – nel discorso rivolto proprio questa mattina a Tawadros – ha definito l'«ecumenismo della sofferenza» sperimentato dai cristiani in questi ultimi due anni in Egitto. «Come il sangue dei martiri è stato seme di forza e di fertilità per la Chiesa – ha detto Francesco -, così la condivisione delle sofferenze quotidiane può divenire strumento efficace di unità». Aggiungendo però subito una precisazione molto significativa: questa condivisione – ha detto – «vale anche, in certo modo, nel quadro più ampio della società e dei rapporti tra cristiani e non cristiani: dalla comune sofferenza, possono infatti germogliare, con l’aiuto di Dio, perdono e riconciliazione».

È stato l'unico accenno indiretto di Francesco alla situazione politica dell'Egitto, all'interno di un discorso che – come annunciato –  è stato interamente dedicato alle questioni ecumeniche. L'incontro è avvenuto nella Biblioteca del Palazzo Apostolico ed è stata seguito da una preghiera comune. Ricordando la dichiarazione sottoscritta da Shenouda III e Paolo VI esattamente quarant'anni fa, Francesco ha detto di essere lieto «di poter oggi confermare quanto i nostri illustri predecessori solennemente dichiararono, siamo lieti di riconoscerci uniti dall’unico battesimo, di cui è espressione speciale la nostra comune preghiera, la quale anela al giorno in cui, compiendosi il desiderio del Signore, potremo comunicare all’unico calice». Bergoglio ha anche lodato l'iniziativa della nascita del Consiglio delle Chiese d'Egitto, fortemente voluta da Tawadros II: «Sappia – ha detto al patriarca che da appena sei mesi siede sulla cattedra di San Marco – che il suo sforzo a favore della comunione tra i credenti in Cristo, così come il suo vigile interesse per le sorti del suo Paese e per il ruolo delle comunità cristiane all’interno della società egiziana, trovano una profonda eco nel cuore del successore di Pietro e dell’intera comunità cattolica».

Sia da parte copta sia da parte vaticana c'è stata molta attenzione ad evitare incomprensioni con il mondo islamico egiziano e in particolare con al Azhar, il grande centro di studi sunnita al Cairo. E va segnalato che la sala stampa della Santa Sede ha subito diffuso anche in arabo il testo integrale del discorso di Papa Francesco. Ma – anche al di là di questo aspetto – le parole di Bergoglio sulla sofferenza patita anche dai non cristiani in Egitto si inseriscono nella linea di non esasperare ulteriormente le tensioni confessionali nel Paese, portata avanti costantemente in questi mesi da Tawadros II.

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