Usa, Francesco (come Benedetto) mette in guardia le suore “ribelli”

31/05/2013 
 
I fans delle suore LCWR

I FANS DELLE SUORE LCWR

L’atteggiamento eccessivamente “morbido” del Prefetto della Congregazione per i religiosi nei confronti della LCWR non convince il Vaticano

MARCO TOSATTI
CITTÀ DEL VATICANO

Le suore americane della Leadership Conference of Women Religious (LCWR) dovranno rassegnarsi: papa Francesco non la pensa diversamente da Benedetto XVI (e soprattutto dai vescovi americani) sulla deriva presa negli ultimi anni dalla maggiore (ma con meno vocazioni, proporzionalmente) organizzazione di suore. Una delle poche – finora – decisioni di papa Francesco era stata quella di confermare il commissariamento della LCWR, che tre vescovi americani aiuteranno nel programma di riforma. Una decisione resa nota dal prefetto della Congregazione per la Fede, Müller. Immediatamente qualche suora “blogger”, e la presidente della LCWR si erano chieste  pubblicamente  e polemicamente, che cosa Jorge Mario Bergoglio sapesse di loro.

Abbastanza per esprimere, privatamente, pareri severi sul loro operato. E per dare qualche bacchettata sulle dita, sia pure in maniera generale, nel discorso tenuto alle Superiori Generali (fra cui le americane) riunite a Roma. “La vostra vocazione è un carisma fondamentale per il cammino della Chiesa, e non è possibile che una consacrata e un consacrato non “sentano” con la Chiesa…un “sentire” con la Chiesa che trova una sua espressione filiale nella fedeltà al Magistero, nella comunione con i Pastori e il Successore di Pietro, Vescovo di Roma, segno visibile dell’unità”, aveva detto il Papa. Continuando: “L’annuncio e la testimonianza del Vangelo per ogni cristiano non sono mai un atto isolato o di gruppo…è una dicotomia assurda pensare di vivere con Gesù senza la Chiesa, di seguire Gesù al di fuori della Chiesa, di amare Gesù senza amare la Chiesa”.

E infine un paragrafo che sembrava scritto apposta per la LCWR, sull’obbedienza, “accettando che l’obbedienza passi anche attraverso le mediazioni umane. Ricordate che il rapporto autorità-obbedienza si colloca nel contesto più ampio del mistero della Chiesa e ne costituisce una particolare attuazione della sua funzione mediatrice”.

Parole che hanno suscitato commenti negativi all’interno della LCWR: “Speravamo, alcune di noi, che Papa Francesco sarebbe stato molto, molto diverso da Papa Benedetto. Probabilmente pensare così era solo una pia illusione”. E ancora: “Tutti questi bei gesti – sulla decisione ad esempio di lavare i piedi anche a delle donne o di indossare paramenti più semplici, non dicono necessariamente cosa lui pensa dal punto di vista teologico, o quale sia il suo livello di comprensione della vita religiosa in Nord America”.

E’ da ricordare che la Congregazione per la Dottrina della Fede aveva reso pubblica una valutazione molto critica sulla LCWR. Alle religiose erano imputati “seri problemi dottrinali”, col rischio di “distorcere la fede in Gesù e nel suo Padre”.  Inoltre sono anche state accusate di essersi allontanate dall’insegnamento della Chiesa portando avanti “teorie femministe”. E sono state criticate per aver fatto dichiarazioni pubbliche che “sfidano i vescovi, autentici maestri della Chiesa, della fede e della morale”.

Le suore hanno trovato una sponda vaticana nel Prefetto della Congregazione per i religiosi, il brasiliano Joao Braz de Aviz che ostenta una grande amicizia con papa Francesco, e ha  detto di non essere stato informato dell’inchiesta della Congregazione per la Dottrina della Fede e dei suoi provvedimenti. E forse questa “morbidezza” del porporato brasiliano spiega perché una nomina data per sicura oltre oceano del presule di Phoenix, Thomas Olmsted, a n. 2 della Congregazione per i religiosi non sia andata a buon fine. Dicono alcuni bene informati che mons. Olmsted, che condivide la posizione dei suoi confratelli americani sull’LCWR, si sia reso conto che non avrebbe potuto lavorare bene nella situazione attuale della Congregazione, e abbia graziosamente declinato l’offerta.

L’uscita di Braz de Aviz non è stata apprezzata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, e a quanto sembra neanche dal Papa. La colpa, naturalmente, è stata scaricata sui giornalisti: “I recenti commenti dei media sulle osservazioni all'Assemblea Generale dell'Unione Internazionale delle Superiori Generali di domenica 5 maggio, del Cardinale João Braz de Avis, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata, – scriveva una nota vaticana – hanno voluto vedere una divergenza fra la Congregazione per la Dottrina della Fede e la Congregazione per le Religiose nel loro approccio al rinnovamento della vita religiosa. Tale interpretazione delle osservazioni del Cardinale non è giustificata. I Prefetti delle due Congregazioni operano insieme secondo le loro specifiche responsabilità ed hanno collaborato durante tutto il processo di valutazione dottrinale del LCWR. L'Arcivescovo Gerhard Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e il Cardinale Braz de Aviz, incontratisi ieri, hanno riaffermato il loro comune impegno per il rinnovamento della vita religiosa, particolarmente per la valutazione dottrinale del LCWR e per il programma di riforme che esso richiede, in accordo con i desideri del Santo Padre". L’impressione è che il buon Francesco sul tema abbia le idee chiare, e ancora una volta, collimanti con quelle del suo predecessore.

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