A proposito di Fatima.

A cura di Giovanna Busolini

Di Maria SS. di Fatima si parla sia nei Quaderni che nei Quadernetti di Maria Valtorta e anche se non abbiamo nessun bisogno di conferme a questo riguardo, visto che queste apparizioni di Maria SS. sono già state ufficialmente riconosciute dalla Chiesa, pure queste visioni ci danno gioia e pace e ci confermano il grande amore del Cielo per gli uomini “peccatori”.

Inoltre, attraverso la nostra mistica, sempre Maria SS. ci sprona e ammaestra  (come ad ogni buona Mamma conviene) “nell’accettazione costante del divino volere”.

Maria Valtorta: I Quaderni del 1945-50,  ed. CEV

13 Maggio 1946.

Dopo avermi tenuta per molti giorni di questa sua novena sotto il luminoso splendore della sua apparizione, Maria SS. di Fatima mi parla dicendo così:

«Figlie mie dilettissime, abbiate l’anima di Lucia, Giacintina e Francesco, che mi ebbero perché erano semplici come le loro pecorelle. Sappiate guardare sempre in alto, perché la Madre non scende nel fango, ma si libra su voi dall’azzurro del Cielo. Con il mio candore per veste dell’anima, con lo spirito orante come le mie mani congiunte in preghiera per pietà dei mortali, con la mitezza del mio sorriso per far dolce la vita di comunità, con soprattutto un cuore per quanto è possibile immacolato, perché le figlie ereditano pure dalla mamma il cuore e la sua ereditarietà, imitatemi, amatemi, elevatevi.

Non parlo a Maria della Croce1. Ella è nel mio cuore, unica cuna per darle pace. Nel mio cuore trafitto può entrare la povera colombina stanca, e stare per dissetarsi alle lacrime compassionevoli della Mamma su di lei e per riposare dimenticando che c’è l’odio nel mondo, perché sarebbe troppo penoso per lei proseguire senza che il mio amore la consoli. Amatevi, però, voi tre e lei una. Amatevi in me e nel mio Figlio SS. che vi ha unite nell’amore per un grande desiderio del suo amore.

Ad Iria c’è una nuova cattedrale. Bella. Ma io voglio le piccole cappelle dei cuori amanti il mio Cuore. Sono più profumate d’amore e più ripiene di rose. Fate che io possa scendere nei vostri cuori a comunicarvi la mia dolcezza e ad ammaestrarvi nell’accettazione costante del divino volere. Accettazione che mi ha fatto Regina perché si incorona chi si scorona. Ossia la corona della santità si posa sugli spiriti che sanno levarsi la corona della loro umanità accettando di servire il Signore in ogni cosa.

La mia benedizione sia su di voi.»

La sera avanti, 12 maggio, mostrandosi bellissima quale certo la videro i tre pastorelli in alto dell’elce, mi disse con un sorriso da rapire all’estasi:

“Ti benedico, figlia mia diletta. Tutte le benedizioni della Mamma, tutto l’amore del mio Cuore a consolarti per tutto. Ti benedico, figlia diletta. Ti benedico”.

E nel mio gran soffrire fisico e morale mi sono addormentata placida, come se tutto si fosse calmato per il sorriso e le parole di Maria.

Maria Valtorta,  I Quadernetti, ed. CEV.

Il 12-13 ottobre [1947] passo la notte con Maria Ss. a Fatima. Vedo i pellegrini oranti nella Conca di Iria sparsa di lumi. Prego con loro, contemplo Maria alla quale sono molto vicina. Maria SS., quasi all’alba, mi parla. Mi sprona a pregare molto col Rosario per il Santo Padre, il Clero, la pace e l’Italia, perché il S. Rosario è la valida difesa del Papato, Clero, pace, Italia. Dice che per questo è apparsa a Roma e per scuotere gli increduli, gli indifferenti, gli ostili e contrari al soprannaturale, gli increduli anche sull’Opera che è “gloria di suo Figlio e nella quale è salute per tanti”.

 [1] È il nome preso da Maria Valtorta come per una sua consacrazione.

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