Boston, Estrema Unzione negata

SAN PIETRO E DINTORNI Marco Tosatti
  

Martin Richards, il bambino morto alla Maratona di Boston 

A Boston la polizia ha impedito ai sacerdoti di assistere feriti e moribondi dopo l'esplosione alla Maratona. Quando i preti di San Clemente sentirono il boato, hanno preso l’olio degli infermi e si sono affrettati verso la scena del dramma, per dare l’olio degli infermi ai feriti e amministrare gli ultimi sacramenti ai moribondi. Ma la sicurezza non li ha lasciati passare.
MARCO TOSATTI

Jennifer Graham, pubblica sul Wall Street Journal un articolo interessante, in cui si rileva come nelle fotografie prese dopo l’esplosione alla Maratona di Boston si vedono le giacche giallo-blu dei volontari, degli agenti, dei pompieri e degli operatori sanitari di emergenza. Ma non si vede nessun sacerdote o religioso o pastore. Non è un caso, o mancanza di volontà. La chiesa episcopaliana della Trinità, la Vecchia Chiesa del Sud e il santuario eucaristico di San Clemente sono vicini al luogo dell’esplosione.   

Ma quando i preti di San Clemente sentirono il boato, hanno preso l’olio degli infermi e si sono affrettati verso la scena del dramma, per dare l’olio degli infermi ai feriti e amministrare gli ultimi sacramenti ai moribondi. Ma la sicurezza non li ha lasciati passare. Fra di loro c’era padre Wykes che ha lavorato come cappellano in un ospedale in Illinois fino a dieci anni fa, e ha sempre potuto giungere sui luoghi in cui erano avvenuti crimini o incidenti. “Potevo andare dappertutto. A Boston non mi lasciano passare”.  

Il Dipartimento di Polizia di Boston non ha finora risposto a chi gli chiedeva ragione di questo divieto.  

Ma, fa notare Jennifer Graham, Martin Richard, il bambino di otto anni morto a Boylston Street era cattolico, e aveva fatto la prima comunione un anno fa. “Mentre Martin giaceva morente, i preti erano a pochi metri di distanza, impossibilitati a raggiungere per dargli l’estrema unzione, un sacramento che per i cattolici ha un enorme significato”. Sarà un incidente, forse comprensibile – o forse no – in un momento drammatico. Ma questa notizia, e quella del sacerdote picchiato dalla polizia in Francia sono materia di riflessione su quanto le società “avanzate” hanno considerazione per l’Altro. 

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