Celebrata in tutto il mondo la Pasqua ortodossa

5/05/2013 
La preghiera degli ortodossi

LA PREGHIERA DEGLI ORTODOSSI

I messaggi dei leader delle chiese. Il patriarca ecumenico di Costantinopoli: “La Risurrezione è un invito all'azione e alla com-passione”

MARIA TERESA PONTARA PEDERIVA

“Cristo è risorto!”,  “Sì, Cristo è veramente risorto!”: è questo il saluto che da oggi e per i prossimi 40 giorni si scambiano i milioni di fratelli delle chiese ortodosse che la notte scorsa hanno celebrato la veglia della Risurrezione e oggi la Pasqua (a seguito dello scisma d’Oriente i calcoli per la definizione della data sono di fatto diversi dai nostri stabiliti dal concilio di Nicea).

Il patriarca ecumenico di Costantinopoli nel suo tradizionale Messaggio pasquale (pubblicato anche sul Huffigton Post) ricorda la descrizione della notte pasquale fatta da san Gregorio Nazianzeno  “la notte più luminosa di una giornata di sole pieno” e le parole di un altro suo predecessore sul trono di Costantinopoli, san Giovanni Crisostomo: “Vorrei condividere con tutti questa festa della fede”.

 “Cristo ha ridato la vita a quanti erano nelle tombe”, scrive Bartolomeo I, che per la prima volta in 22 anni di regno non ha celebrato  presso la Chiesa patriarcale di San Giorgio al Fanar, bensì nella Cattedrale metropolitana intitolata alla Dormizione della Madre di Dio della isola nativa di Ivros, insieme al metropolita Cirillo di Imbro e Tenedo e Metropolita Athenagoras di Kydonies. “Pasqua è la festa delle feste, una gioia che guarirà antiche ferite tra le persone e nei confronti della creazione”.

“L’icona ortodossa della Resurrezione raffigura Cristo che trae Adamo ed Eva, i nostri primi progenitori peccatori da una tomba vuota verso nuova vita. Si tratta di un'immagine di liberazione, spesso raffigurata con catene spezzate e lucchetti in frantumi. La luce di Cristo illumina e penetra le profondità più lontane dell’esperienza umana dopo il buio del Venerdì Santo”.

La dura realtà della Croce ci mette di fronte al male del terrorismo, ogni espressione di sofferenza, il consumismo egoistico, l’inquinamento del mondo e lo spreco delle risorse, l’orgoglio che porta alla discriminazione (sia razziale che religiosa), e il disprezzo dei poveri. Di fronte all'apparente inevitabilità e alla situazione di stallo di tanta sofferenza, continua il patriarca (che non a caso è stato definito “verde”), è facile essere cinici: siamo tentati di respingere questioni come il cambiamento climatico, la crisi e i conflitti globali o locali e ancora la fame nel mondo, limitandoci a criticare quanti li trasformano in bandiere politiche e nazionali.

“La Risurrezione è un invito all'azione e alla compassione. Ci spinge a riflettere là dove più profondamente sperimentiamo ostilità e fratture. Il messaggio evangelico è tanto semplice quanto radicale”. Sarebbe più facile proclamare un Vangelo di potere e di forza, ma dobbiamo insistere nel favorire un dialogo con interlocutori di diversa provenienza (cristiani, musulmani, ebrei o di altre fedi) anche per la conservazione delle risorse naturali (sia a fini di consumo, sviluppo o di mera sopravvivenza) e la conversione delle nostre abitudini (nonostante riluttanze e resistenze).

Analogo il Messaggio all’insegna della gioia del patriarca Kirill di Mosca  che si sofferma sulla cultura contemporanea (“Viviamo in un’epoca in cui spesso la libertà viene interpretata come assoluta permissività. Molti ritengono che solo potere, ricchezza, salute e forza fisica possano darci liberazione e, gareggiando nel servire gli idoli del mondo moderno, spesso perdono di vista l’essenziale”), non dimenticando un invito all’impegno nei confronti di “quanti necessitano di attenzioni e cure:  malati, anziani, sofferenti, carcerati, poveri, chi non ha casa”.

E per i cristiani copti d’Egitto (circa 10 milioni) si è trattato della prima Pasqua celebrata da papa Tawadros II presso la cattedrale de Il Cairo, già sede di scontri nelle scorse settimane. Conflitti fra musulmani e cristiani sono diventati sempre più frequenti e il Paese si presenta in questo giorno di Pasqua profondamente polarizzato.

 La celebrazione di ieri sera, durata diverse ore, si è svolta sotto una stretta sorveglianza, vista anche la partecipazione dell’ambasciatore degli Stati Uniti, Anne Patterson, nonché di personalità musulmane e un rappresentante del presidente Morsi.

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