Corea, “effetto Bergoglio”: al via un Comitato per l’unificazione

19/07/2014 
 
La presidente Park Geun-hye

LA PRESIDENTE PARK GEUN-HYE

Il modello è la Germania. La presidente Park Geun-hye intende capitalizzare la visita di Papa Francesco

PAOLO AFFATATO

I politici sudcoreani lo chiamano “jackpot”. Il cardinale di Seul usa il termine “miracolo”. Le istituzioni civili parlano di “unificazione”, la Chiesa preferisce “riconciliazione”. Ma, a parte le differenze semantiche, il senso è lo stesso: la riunificazione della penisola coreana – divisa da 60 anni da quella che gli storici hanno denominato “cortina di bambù” – è un traguardo auspicato ma oggi ancora lontano. Troppi gli elementi a sfavore, i tira e molla, le incognite. Non è certo un percorso lineare, e gli eventi dell’ultimo  anno, con la tensione crescente nei rapporti bilaterali, stanno a dimostrarlo.

L’imminente visita di Papa Francesco in Corea (14-18 agosto), però, potrebbe essere un fattore che spariglia le carte. E la presidente sudcoreana Park Geun-hye, di concerto con i vertici della Chiesa cattolica coreana, intende capitalizzare lo storico pellegrinaggio di Bergoglio in Oriente anche per cercare di dare un impulso al cammino di riavvicinamento tra Nord e Sud Corea. Due paesi oggi così vicini (il popolo è lo stesso, migliaia di famiglie hanno membri divisi tra Nord e Sud), ma altrettanto distanti per modelli culturali, sociali, economici, politici e per posizionamento strategico internazionale. Se la venuta di Bergoglio generasse un passo avanti, pur minimo, sul versante delle relazioni con Pyongyang, questo costituirebbe un indiscusso successo politico per la presidente Park, esponente di un partito che ha sempre promosso la linea dell’intransigenza verso il regime del Nord. Potrebbe segnare poi, sul versante interno, il rilancio della sua immagine, un po’ offuscata negli ultimi tempi (si veda le polemiche seguite al naufragio del traghetto Sewol nell’aprile scorso, una tragedia nazionale).

Sono queste le premesse che spiegano perché il 16 luglio la presidente Park Geun-hye ha lanciato un nuovo “Comitato presidenziale per l'unificazione della Corea”. Con un timing insolito, ma che appare oltremodo tempestivo e funzionale all’arrivo del pontefice, il Comitato, che si presenta come iniziativa politica rigorosamente bipartisan, si insedierà ufficialmente agli inizi di agosto. Sarà presieduto dalla stessa Park e composto da 50 membri, tra diplomatici, politici, membri di organizzazioni della società civile, imprenditori, intellettuali, studiosi. Scopo annunciato: discutere modalità e trovare nuove strade, il più possibile condivise, per raggiungere l'unificazione pacifica delle due Coree. Il modello da seguire, si annuncia, è quello della Germania: una nazione per decenni divisa che, dall’unione, ha ritrovato immense opportunità e benefici economici, sociali e politici. Insomma, un piano nell’interesse di tutti.

Il Comitato intende essere “concreto e operativo”, avviando progetti mirati che possano facilitare il dialogo Nord-Sud. Uno dei punti all’ordine del giorno, ad esempio, è la partecipazione di atleti nordcoreani ai prossimi Giochi asiatici, evento sportivo continentale di atletica leggera che si terrà dal 10 al 15 settembre prossimo a Incheon, in Corea del Sud. La questione assomiglia molto, tra l’altro, a un’altra che interessa da vicino la visita di Bergoglio e, di riflesso, il governo coreano: la partecipazione di fedeli nordcoreani alla solenne “Messa per la pace e la riconciliazione” che Papa Francesco celebrerà a Seul a conclusione del suo viaggio. L’invito ufficiale è partito, ma da Pyongyang si attende ancora una risposta che autorizzi il viaggio oltre frontiera. Un placet sarebbe accolto come gesto fortemente distensivo.

Non per nulla la presidente Park Geun-hye aveva parlato del nuovo Comitato già a marzo scorso, incontrando il cardinale Andrew Yeom Soo-Jeong alla “Casa Blu” (la sede presidenziale), e ricevendo una ufficiosa benedizione per l’iniziativa. In quell’occasione i due leader annunciarono il lancio di un altro Comitato, quello presieduto dal vescovo Kang Woo, per preparare la visita di Francesco in Corea. Ma, in un percorso quasi parallelo, Park prese l’impegno, ora mantenuto, di lanciare il Comitato per l’unificazione prima dell’arrivo del Papa.

Nei mesi successivi stimoli e “segnali in codice” si sono susseguiti, soprattutto da parte della Chiesa cattolica. Il cardinale Yeom ha detto senza mezzi termini che una delle principali aspettative della nazione sulla visita di Bergoglio riguarda le relazioni intercoreane. In una intervista con CBCP News, servizio di informazione delle Chiesa filippina, Yeom ha ricordato che da anni la Chiesa sostiene la necessità di riaprire il negoziato tra le due Coree, auspicando, in occasione della visita del Papa, “un gesto di pace, o perfino un incontro” (sarebbe il primo dal 2007) tra Kim Jong-un e la presidente Park. Il Papa, ha rimarcato Yeom, “vuole che Corea del Nord e Corea del Sud vivano in armonia”, affermando poi che la ripresa del dialogo bilaterale sarebbe “il più grande miracolo” operato dal pellegrinaggio del pontefice.

Il cammino di riavvicinamento tra Nord e Sud è comunque una sfida possibile. Molti ricordano oggi il tempo, nemmeno troppo lontano, della “Sunshine policy”, lanciata alla fine degli anni ’90 dal presidente sudcoreano Kim Dae Jung, insignito per questo del premio Nobel per la pace nel 2000, e culminata con uno storico incontro col leader nordcoreano Kim Jong-il. La politica prevedeva un piano di assistenza e cooperazione economica Nord-Sud (in quegli anni il Nord viveva la peggiore carestia della sua storia), opportunità per rilanciare una intensa collaborazione bilaterale.

Frutto di quegli anni furono, tra l’altro, il crescente coinvolgimento della Caritas in Corea del Nord (per progetti umanitari); la creazione dell’area industriale congiunta di Kaeseong, al confine, dove imprese sudcoreane impiegano operai del Nord; l’inaugurazione di una linea ferroviaria tra Seul e Pyongyang. Con il cambio di governo a Seul e la successione nel regime al Nord, nel 2010 la “Sunshine policy” fu dichiarata ufficialmente “fallita” e venne abbandonata. Oggi si spera possa risuscitare, anche grazie allo straordinario evento di un Papa in Corea.

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