Cuba; Fidel, Raúl e il cardinale

14/08/2013 
 

 
Fidel Castro

FIDEL CASTRO

Nel giorno del compleanno numero 87 di Castro la Chiesa cubana traccia il bilancio di cinque anni di riforme del fratello

ALVER METALLI

 

Il genetliaco numero 87 di Fidel Castro è trascorso come doveva, in un festoso e un po’ meccanico omaggio a un padre illustre, un emerito che vive all’ombra del successore senza troppi clamori e oramai avviato verso il pantheon delle memorie. Le analogie in altri ambiti vanno da sé. Tra nuovi libri dedicati alle passate gesta, concerti musicali, maratone sportive ed effluvi oratori radiotelevisivi la rivista cattolica Espacio Laical ha celebrato la ricorrenza a modo suo, con un testo tutto incentrato su un altro anniversario, i cinque anni di governo del fratello Raúl Castro e un editoriale che è qualcosa di più che tre colonne di parole per i posteri. Spazio Laicale, è bene ricordarlo, non è un periodico qualunque e quello che dice non nasce e finisce sulle sue pagine. Certo, non è l’organo ufficiale dell’episcopato dell’isola ma ne esprime l’orientamento prevalente. Soprattutto riflette con buona approssimazione le linee di azione del cardinale di l’Avana Jaime Ortega, elettore di papa Francesco nell’ultimo conclave, più di recente inviato speciale del Papa alle celebrazioni del congresso eucaristico in Salvador, un pulpito da cui ha anche auspicato la pronta canonizzazione di monsignor Oscar Arnulfo Romero.

Il testo pubblicato da Spazio Laicale si intitola Quo vadis Cuba?, dove vai Cuba, e traccia un bilancio del quinquennio trascorso. Vi si richiamano le attese che le aperture di Raúl hanno generato dentro e fuori Cuba. “Restano ancora molte incertezze sul futuro della riforma ma sembra chiara la tendenza a graduali e continue trasformazioni che stanno spingendo il sistema verso punti di approdo sconosciuti alla maggioranza dei cubani nati dopo il trionfo della rivoluzione”. Un giudizio positivo dunque, che sottolinea nelle righe seguenti il maggior peso delle aziende private nell’insieme dell’economia, l’ampliamento dell’area delle cooperative sottratte al controllo statale, l’incremento dell’occupazione generata al di fuori dello stato, nonché alcuni processi di de burocratizzazione per ciò che concerne la sanità e i servizi in generale. “Anche se ogni pronostico su Cuba dev’essere fatto con cautela, tutto suggerisce che questa volta ci sia una ferma volontà di riforma, almeno nelle autorità cubane che circondano Raúl Castro”, scrive la rivista, che si dichiara ottimista circa il futuro: “Non sembra che il processo possa essere invertito anche quando desse luogo ad alcune correzioni… e il silenzio confermativo di Fidel Castro è una fonte di legittimità addizionale”. Quanto a Raúl Castro “non ha il carisma del fratello Fidel, la qual cosa lo rende cosciente che la sua leadership deve appoggiarsi necessariamente su altre basi: una visione più pragmatica e uno stile di lavoro meno personalista, più proclive alla formazione di staff e alla creazione di regole”.

L’editoriale dello stesso numero di Spazio Laicale ha un titolo programmatico: Cuba soñada-Cuba posible-Cuba futura: proposte per il nostro futuro prossimo. Si tratta di poche pagine, tre per l’esattezza, con enunciati XXIII punti in lettere romane. Un pacchetto di proposte insomma, volte a riformare l’assetto istituzionale di Cuba, che spaziano dalla separazione dei poteri, al riconoscimento delle libertà fondamentali, al rispetto delle differenti identità religiose presenti nel paese e loro “auto-organizzazione in comunità con personalità giuridica propria”. La novità non sta solamente in quel che l’editoriale afferma ma in chi lo ha scritto. Si tratta di un gruppo di intellettuali, professionisti, docenti universitari che continuano a definirsi chi marxista, chi socialista repubblicano, chi anarchista e chi cattolico. Si riuniscono da un paio di anni all’ombra del “Laboratorio Casa Cuba”, uno spazio di dialogo sulla democrazia sorto e cresciuto al riparo del cardinale Ortega.

Cuba sognata, Cuba possibile, Cuba futura è un documento squisitamente politico, e gli estensori non lo nascondono. Un documento che circola, raccoglie adesioni… e che il governo cubano non ostacola.

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