Il Papa all’Angelus: Quando impareremo la lezione della guerra?

14/09/2014 
Il Papa all'Angelus

(©Ansa)

(©ANSA) IL PAPA ALL'ANGELUS

Francesco ha ricordato i cristiani perseguitati e uccisi in tutto il mondo per la fedeltà a Cristo, e quelli vittima di discriminazioni

MARCO TOSATTI
CITTA' DEL VATICANO

Nella giornata in cui la Chiesa esalta la Croce di Cristo papa Francesco ricorda il significato vero della Croce, e cioè la speranza; e rivolge forti parole di sostegno e solidarietà a tutti i cristiani, discriminati e perseguitati anche nei Paesi in cui ufficialmente la libertà religiosa è garantita.

La Croce è il segno dell’amore infinito di Dio verso di noi; con la Croce “è sconfitta la morte, donata la vita, restituita la speranza”. E poi ha aggiunto a braccio: “Questo è importante. Per mezzo della Croce di Cristo ci è restituita la vita. La Croce di Gesù è la nostra unica speranza”. Come cristiani, ha spiegato Bergoglio, “Noi non esaltiamo le croci, ma la Croce gloriosa di Gesù”, segno della salvezza.

“Questa è la nostra speranza”, ha concluso. “Mentre contempliamo e celebriamo la Santa Croce pensiamo con commozione a tanti nostri fratelli e sorelle che sono perseguitati e uccisi a causa della loro fedeltà a Cristo. Questo accade specialmente là dove la libertà religiosa non è ancora garantita, o pienamente realizzata”. Ma non solo, ha tenuto a sottolineare il Pontefice; perché anche in Occidente l’appartenenza al cristianesimo ormai comporta un prezzo da pagare. “Accade però anche in Paesi e ambienti che in linea di principio tutelano la libertà e i diritti umani, ma dove concretamente i credenti e specialmente i cristiani incontrano limitazioni e discriminazioni. Perciò oggi li ricordiamo e preghiamo in modo particolare per loro”.

E’ stato il tema della violenza e della guerra, a segnare la seconda parte dell’Angelus. Papa Francesco ha ricordato che domani nella Repubblica Centroafricana prende il via una missione di pace delle Nazioni Unite per riportare la normalità in quel Paese di recente straziato da una guerra intestina. “La popolazione civile sta gravemente soffrendo le conseguenze del conflitto in corso”, e perciò la Chiesa appoggia l’iniziativa internazionale: “Quanto prima la violenza ceda il passo al dialogo”.

E ha poi ricordato la visita compiuta ieri sui luoghi teatro della Prima Guerra mondiale a Redipuglia. "I numeri della prima guerra mondiale sono spaventosi -ha detto il Pontefice- si parla di circa 8 milioni di giovani soldati caduti e di circa 7 milioni di persone civili. Questo ci fa capire quanto la guerra sia una pazzia, una pazzia della quale l’umanità non ha ancora imparato la lezione, perché dopo di essa ce n’è stata un’altra seconda, mondiale, e tante altre che ancora oggi sono in corso”.

“Ma quando impareremo noi questa lezione?” "L’odio è il male vengono sconfitti con il perdono e il bene. La risposta della guerra fa solo aumentare il male e la morte".

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