Io vi lascio una porta aperta

Io vi lascio una porta aperta

Furono queste le ultime parole del grande missionario gesuita rivolte ai confratelli poco prima di morire

di Gianpaolo Romanato

Non accenna a diminuire l’interesse per la figura di Matteo Ricci, il gesuita che alla fine del Cinquecento aprì all’Europa la strada della Cina. Fino a una decina d’anni fa le sue opere erano accessibili solo agli studiosi o nella lontana edizione curata da Pietro Tacchi Venturi all’inizio del secolo scorso (Opere storiche del P. Matteo Ricci, 2 volumi, Macerata, 1911-1913), o nella grandiosa raccolta in tre volumi delle Fonti Ricciane, pubblicata tra il 1942 e il 1949 sotto il patrocinio dell’Accademia d’Italia come “Edizione nazionale delle opere edite e inedite di Matteo Ricci S. J.” a cura di Pasquale D’Elia, sinologo di fama. Queste due collezioni sono all’origine della riscoperta del gesuita e rimangono – soprattutto le Fonti, apparse in una sontuosa edizione oggi tenuta d’occhio da bibliofili e collezionisti – un punto di riferimento imprescindibile.

Era però necessaria una raccolta finalmente completa del corpus ricciano – D’Elia non riuscì a portare a termine il quarto volume, che avrebbe dovuto comprendere le lettere – condotta con i moderni criteri filologici, non sempre riscontrabili nel lavoro di Tacchi Venturi, che non conosceva il cinese. Questa iniziativa è stata assunta dalla casa editrice Quodlibet di Macerata, che sta editando l’opera omnia di Ricci in volumi filologicamente ineccepibili, con testo originale e traduzione, glossari e indici che aiutano la lettura e la comprensione di testi tutt’altro che facili. Sono usciti finora cinque volumi: Della entrata della Compagnia di Gesù e Christianità nella Cina, Lettere, Dell’amicizia, Dieci capitoli di un uomo strano, Descrizione della Cina.
A questa impresa si devono aggiungere – per limitarci a quanto si è fatto in Italia – tre mostre importanti, con pubblicazione dei relativi cataloghi, che hanno allargato l’interesse attorno all’avventura del maceratese, contestualizzandola anche visivamente nella Cina di allora.

dal sito web: www.vatican.va

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